Nel Sahel, quella fascia di Africa subsahariana che va dall’Oceano indiano al Mar Rosso, si gioca una difficile partita che vede convolti americani, russi, francesi, europei e, soprattutto, tanti islamisti che hanno fondato diversi gruppi sovversivi: alcuni fedeli allo Stato Islamico dell’ISIS, altri ad Al Qaeda e altri ancora indipendenti, freelance del terrore. La strategia del Cremlino è molto incisiva, ma anche assai subdola. A differenza degli Occidentali, ufficialmente Mosca non manda truppe: sostituisce o affianca i militari, perlopiù francesi o dei contingenti dell’ONU dislocati in quella parte del mondo, con i corpi mercenari organizzati e addestrati da ex ufficiali sovietici.
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