Almeno duecento uomini armati, a bordo di 20 camionette armate con cannoncini antiaerei e mitragliatrici pesanti, hanno circondato il ministero degli esteri a Tripoli. Hanno chiesto che chi lavorava per il regime del deposto dittatore Muammar Gheddafi fosse allontanato dal posto di lavoro. Loro compagni armi in pugno si sono posizionati all’entrata della strada che conduce al ministero e hanno dirottato il traffico per tenere isolato il palazzo. Altri hanno picchettato l’edificio e impedito l’entrata di chi ci lavora.
I ribelli sudanesi occupano una città a 500 chilometri da Khartoum
Dopo mesi di stasi, scaramucce assalti, imboscate o scontri veloci, riprende alla grande la guerra in Sudan, per il controllo del Darfur, del Sud Kordofan e del Blue Nile. . Gli uomini del JEM (Justice and Equality Movement) si stanno avvicinando a Khartum e ieri hanno conquistato la città di Um Rawaba, nel Nord Kordofan, a est di El Obeid e a 500 chilometri dalla capitale. I portavoce del JEM hanno confermato la notizia negando violenze sulla popolazione civile e saccheggi. Al contrario lo stringer di Africa ExPress da Khartum ha invece confermato che secondo informazioni raccolte via telefono, i ribelli quando sono entrati a Um Rawaba hanno razziato il mercato e alcune banche.
Guinea, all’assalto dei giacimenti di ferro con tangenti milionarie
Beny Steinmetz, il magnate minerario israeliano che ha investimenti massicci in Congo-Kinshasa e in Guinea, ha citato in giudizio la società di pubbliche relazioni FTI Consulting e il suo presidente per l’Europa, Lord Mark Malloch-Brown. Secondo la rivista specializzata Africa Confidential, Nel maggio 2009 Steinmetz aveva nominato la FTI come consulente per se stesso e per la sua ditta Beny Steinmetz Group Resources (BSGR). Ora l’ha portata in tribunale, chiedendo i danni: sostiene che nel novembre scorso la FTI ha rotto i rapporti con la BSGR perché Malloch-Brown ha ceduto alle pressioni del miliardario filantropo George Soros.
Malloch-Brown, un ex funzionario delle Nazioni Unite, Vice Segretario Generale e ex ministro britannico dello Sviluppo, ha ereditato la Steinmetz, un cliente controverso, quando è arrivato alla FTI. Steinmetz sostiene che il dovere di Malloch-Brown a rappresentarlo si scontrava con il rapporto di amicizia e fiducia che questi aveva con Soros. Insomma si sarebbe trattato di una violazione del rapporto fiduciario tra la BSGR e la FTI. Steinmetz, inoltre, sostiene di essere stato diffamato.
Soros e Steinmetz hanno interessi comuni, anche se divergenti, in Guinea. Il nuovo presidente del Paese, Alpha Condé, eletto nel novembre 2010, ha chiamato Soros come suo consigliere particolare per introdurre un nuovo codice di comportamento da applicare alle concessioni minerarie e elaborare nuovi standard di correttezza e trasparenza. Le organizzazioni non governative coinvolte da Condé sostengono questa iniziativa di moralizzazione.
Nel frattempo, il governo di Conakry accusa Steinmetz di aver corrotto il governo del defunto Lansana Conté, predecessore di Alpha Condé, che ha permesso al magnate israeliano di strappare alla multinazionale anglo-australiana Rio Tinto i diritti di sfruttamento del gigantesco giacimento di ferro che si trova nelle colline Simandou. Steinmetz, nega con forza gli addebiti e le accuse secondo cui avrebbe pagato i permessi di sfruttamento un quarto del loro valore: 500 milioni di dollari invece di 2 miliardi.
Nel 2008 il governo della Guinea, allora guidato da Lansana Conté ordinò alla Rio Tinto di restituire i blocchi 1 e 2, con la scusa che non erano iniziate le operazioni di sfruttamento. Poco dopo quei blocchi furono assegnati senza nessuna gara alla BSGR. Nel marzo 2010 la Rio Tinto e il suo azionista più importante la Chinalco, firmarono un accordo preliminare per sviluppare il progetto di sfruttamento dei blocchi 3 e 4.
La Beny Steinmetz Group Resources sostiene che la FTI ha utilizzato informazioni sensibili di cui era a conoscenza, protette dalle leggi sulla privacy e di aver sottratto registrazioni elettroniche. Inoltre la società dice di possedere e-mail interne, nelle quale Malloch-Brown denigra Steinmetz. All’interno dalla FTI, per altro, è scoppiata una lotta tra chi voleva mantenere nel portafoglio un cliente ricco come la BAGR e chi voleva sbarazzarsene conoscendo la spregiudicatezza dei comportamenti.
Ma la denuncia di Steinmetz contro la FTI nasconde una guerra senza esclusione di colpi per il controllo dei monti Simandou, nelle cui viscere si nasconde uno dei giacimenti di ferro più grandi del mondo. Basta pensare che il progetto della Rio Tinto per i blocchi 3 e 4, il cui sfruttamento dovrebbe cominciare nel 2015, prevede la costruzione di 650 chilometri di ferrovie per trasportare il minerale di ferro dalle miniere a Matakong, sulla costa, dove è prevista la costruzione di un porto per trasferirlo sulle navi la cui destinazione primaria sarà la Cina.
La guerra di Simandou vede impegnata anche l’FBI. Domenica 14 aprile il francese Frederic Cilins, il rappresentante di Beny Steinmetz, a Conackry, è stato arrestato (non è ben chiaro se a Jacksonville, in Florida, o a New York) in accordo con il Foreign Corrupt Practices Act, che permette alla giustizia americana di perseguire casi di corruzione anche fuori dal territorio statunitense. Le accuse nei suoi confronti sono pesanti: tentativo di subornare un testimone, ostruzione della giustizia, tentata distruzione di documenti richiesti da una corte federale.
L’inchiesta del Federal Bureau of Investigation è cominciata nel gennaio scorso e mira a stabilire se ci sono stati pagamenti illegali (ma i giudici ne sono convinti) per acquisire le concessioni sui preziosi giacimenti di ferro in Guinea.
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi
Nelle foto Mark Malloch-Brown, le montagne Simandou. In alto la mappa di dove si trova l’immenso giacimento
Londra apre l’ambasciata a Mogadiscio. Brutta figura dell’Italia
Sei container, adibiti a ufficio. Così la Gran Bretagna ha aperto a Mogadiscio la prima ambasciata dell’Unione Europea battendo l’Italia, nonostante il nostro ambasciatore Andrea Mazzella, sostenuto dal sottosegretario Staffan De Mistura, ma non dal governo e non dal parlamento, abbia tentato da mesi in tutti i modi di organizzare un ufficio. E così l’Italia perde la leadership in quella che era una delle sue colonie, nonostante l’impegno dei diplomatici che si sono succeduti a gestire i rapporti con la Somalia e le promesse dei vari ministri degli esteri che si sono succeduti alla Farnesina.
Sudan, ucciso in Darfur un capo ribelle accusato dal tribunale internazionale di crimini di guerra
Un capo ribelle sudanese, Saleh Mohammed Jerbo Jamus, più conosciuto semplicemente come Salah Jerbo, accusato dal tribunale penale internazionale di crimini di guerra, è stato ucciso in combattimento in Darfur. Lo hanno comunicato gli avvocati che lo difendono a L’Aja, secondo cui il leader sarebbe morto venerdì scorso in combattimento in Nord Darfur.
Un altro giornalista ucciso in Somalia: è il quarto da inizio anno
Un altro giornalista assassinato a sangue freddo in Somalia. E’ il quarto dall’inizio dell’anno. Questa volta preso di mira un cronista della radio nazionale, Mohamed Ibrahim Rage, molto conosciuto dagli ascoltatori dell’emittente che l’avevano soprannominato “l’onesto”. Secondo il suo collega Mohamed Abdullahi Haji, un paio di uomini armati si sono introdotto nella casa del giornalista è l’ha ammazzato sparandogli una gragnola di colpi. Nei giorni scorsi aveva ricevuto minacce di morte.
Madagascar, rapito per errore direttore di una società francese
Il direttore generale francese del gruppo Henri Fraise Fils & Cie è stata rapito da un commando di uomini armati ad Antananarivo, la capitale del Madagascar. E’ rimasto prigioniero tra giorni e poi è stato liberato dietro il pagamento di un riscatto di poco più di 300 mila dollari. La notizia del sequestro, in un primo tempo tenuta riservata, era stata diffusa dalla rivista di intelligence Indian Ocean Newsletter. François Raphael, un ufficiale della gendarmeria francese in pensione sulla quarantina, sposato e padre di molti figli, da poco al timone del gruppo Fraise, è stato sequestrato mentre stava tornando a casa, la sera del 15 aprile. Il giorno dopo i rapitori hanno telefonato alla moglie dell’ostaggio spiegandole: “Signora, ci siamo sbagliati. In verità non volevamo rapire suo marito, che è il direttore della società. Cercavamo invece il PDG (in francese così viene indicato il presidente direttore generale, ndr). Comunque già che ci siamo paghi pure una piccola cifra di riscatto: 320 mila dollari”. Riscatto pagato e ostaggio liberato”.
Cinesi e bucati: 110 milioni di preservativi sequestrati in Ghana
Massimo A. Alberizzi
21 aprile 2013
Oltre 110 milioni21 di preservativi sono stati sequestrati in Ghana: fabbricati in Cina sono pieni di buchi. La notizia, diffusa questa mattina dalla BBC, è stata confermata da fonti ufficiali dell’ex colonia britannica che hanno aggiunto: “Tra le altre anomalie, scoppiano facilmente”. Preservativi provenienti da quello stock fino a pochi giorni fa sono stati distribuiti gratuitamente perché fanno parte della campagna per la prevenzione dell’AIDS. Si pensa che almeno 200 milioni di pezzi siano stati importati nel Paese africano.
Dopo due mesi liberata la famiglia francese (quattro bambini) rapita in Camerun
Dopo esattamente due mesi la famiglia francese rapita nel nord del Camerun dai terroristi di Boko Haram è stata liberata ieri. L’ha annunciato il presidente camerunese Paul Biya, aggiungendo che i sette Moulin-Fournier (tra cui quattro bambini) sono in buone condizioni e stanno bene. Sono già stati riportati in Francia, dopo una breve sosta all’ambasciata francese di Yaoundé. Da Parigi è venuto a prenderli in Camerun il ministro degli affari esteri, Laurent Fabius.
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Due attentati a Garissa (Kenya): almeno otto morti e una ventina di feriti
Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 19 aprile 2013
Almeno otto persone sono state ammazzate e una ventina ferite in due distinti attentati a Garissa, nell’est del Kenya, in prossimità del confine con la Somalia.
Gli attacchi sono avvenuti simultaneamente alle 7 di sera. Un gruppo di uomini armati ha assalito un ristorante assai popolare conosciuto con il nome di Kwa Chege, in centro città, sparando all’impazzata mentre nello stesso momento uno o due terroristi hanno lanciato un paio di granate in un centro commerciale in costruzione in Ngamia road, nel rione dove si trovano numerosi uffici: nel cantiere lavorano operai kenioti di etnia kamba.