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Somalia, battaglia tra gruppi shebab a Brava: sei morti

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Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 20 giugno 2013

Gruppi rivali di miliziani Al Shebab si sono scontrati a Brava, città costiera a 220 chilometri a sud di Mogadiscio. Da una parte gli uomini fedeli ad Ahmed Godane (conosciuto anche come Shek Mukhtar Abu Zubeyr), dall’altra i miliziani stranieri guidati da Omar Shafik Hammami, cioè Abu Mansur Al Amriki (da non confondere con Muktar Robow, detto anche lui Abu Mansur, ex portavoce degli Shabab). Al Amriki è stato dato più volte per morto ma è sempre riapparso vivo. Sulla sua testa c’è una taglia dell’FBI di 5 milioni di dollari.

Massacro a Mogadiscio: attaccato quartier generale dell’ONU

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Sangue, ancora sangue innocente in Somalia. Gli shebab, i radicali islamici somali legati al Qaeda, hanno attaccato il quartier generale dell’UNDP (United Nation Development Programme) a Mogadiscio: almeno 19 persone sono morte: quattro espatriati, quattro guardie somale e sette terroristi e quattro passanti che si sono trovati in mezzo allo scontro ha fuoco.

Diga sul Nilo Azzurro: l’Etiopia respinge le minacce dell’Egitto

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Il Ministero degli Esteri etiopico ha respinto – bollandola come “guerra psicologica” – le minacce egiziane di agire militarmente per bloccare la gigantesca diga che Addis Abeba sta costruendo sul Nilo Azzurro. “Non siamo intimiditi dalle provocazioni – ha detto il portavoce del ministro degli esteri Dina Mufti – e non fermeremo la costruzione del barrage neppure per un minuto”. Dina Mufti ha risposto così ad un discorso del presidente egiziano Mohammed Morsi, secondo cui “l’Egitto non vuole la guerra, ma manterrà tutte le opzioni aperte per evitare di perdere l’acqua”. “Non permetteremo che il nostro progetto venga distrutto dai nostri vicini”, ha sostenuto la portavoce.

Mandela sta meglio e risponde bene alle cure. Zuma: “Lo sapevo ha la tempra del combattente”

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Nelson Mandela risponde bene alle cure. L’ha confermato in una telefonata con Africa Express un portavoce della fondazione Mandela contattato per telefono. “State tranquilli anche in Italia; se continua a migliorare così, tra pochi giorni uscirà dall’ospedale”, ha spiegato Marietta dopo aver saputo che anche nel nostro Paese Mandela è molto famoso e ci sono persone in ansia per la vita di un uomo considerato non solo il padre della patria del Suidafrica, ma un patrimonio di tutta l’umanità.

I deputati kenioti cedono alle pressioni: niente aumento dei loro stipendi (ma in cambio hanno altre prebende)

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I deputati kenioti hanno ceduto alle pressioni dell’opinione pubblica e hanno rinunciato all’aumento dei loro salari. Diecimila dollari, questo avevano chiesto. Un incremento di 3700 dollari in un Paese dove la paga di un operaio non supera i 150 dollari al mese. Ad Africa Expess risulta che a protestare sono stati anche alcuni ambasciatori occidentali. Hanno fatto sapere al governo che una decisione favorevole all’aumento dei salari dei parlamentari – giudicati già troppo alti – avrebbe avuto conseguenze sui fondi versati per gli aiuti allo sviluppo.

Dimostrazioni a Nairobi contro i parlamentari che vogliono aumentarsi lo stipendio

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“Siete dei maiali”, “Voi lavorate per noi, non noi per voi”, “Fuori dalla politica o gli avidi”. Così a Nairobi due o trecento dimostranti, cantando, ballando e scandendo slogan sono sfilati davanti alla camera dei deputati, per protestare contro l’aumento dei salari chiesto dai membri del parlamento che vogliono portare i loro emolumenti a 10 mila dollari al mese. Un insulto per un Paese dove la gente di media guadagna 100 dollari al mese.

Tutto il Sudafrica prega per il suo eroe. Mandela ricoverato in ospedale per un’infezione ai polmoni

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In tutte le chiese del Sudafrica si sono succedute veglie di preghiera per l’ex presidente Nelson Mandela, de due giorni in ospedale per curare un’ennesima infezione polmonare. Le sue condizioni sono gravi ma stabili, ha spiegato un portavoce dell’istituito di Pretoria dove l’eroe è ricoverato. “Comunque respira da solo”, cioè senza l’aiuto di una macchina, “un segnale positivo”, ha aggiunto.

L’ex presidente dello Zambia accusato di sottrazione di 11 milioni di dollari bloccato mentre lascia il Paese: “Contro di me accanimento giudiziario”

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L’ex presidente dello Zambia Rupiah Banda è stato bloccato all’aeroporto di Lusaka mentre stava per lasciare il Paese. L’ex leader ha protestato sostenendo che si tratta di una persecuzione giudiziaria: è accusato di corruzione e di sottrazione indebita di 11 milioni di dollari dalle casse dello Stato. E’ la terza volta che Banda, 76 anni, cerca di lasciare il suo Paese ma viene sempre bloccato dagli agenti di polizia che hanno l’ordine dei giudici di non farlo passare.

Solange Lisiku: “L’aspettativa di vita in Congo? Un giorno rinnovabile”

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“Un giorno rinnovabile”. Questa, secondo Solange Lusiku Nsimire è l’aspettativa di vita nella Repubblica Democratica del Congo. Solange Lusiku, recente vincitrice del premio “Femme de courage 2013” istituito dall’ambasciata Usa nella capitale congolese, Kinshasa, è giornalista ed editrice di Le Souverain, l’unica pubblicazione di Bukavu, capitale della tormentata regione del Sud Kivu.

In Sudafrica un pagliaccio querela un giornale che l’ha paragonato a un drogato. E vince

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Il pagliaccio sudafricano, Norman Pudney, ha vinto una causa per diffamazione contro la rivista maschile FHM che aveva pubblicato una sua foto paragonando i clown ai tossicodipendenti. Un tribunale ha sentenziato che l’immagine è stata messa sul giornale “volutamente e maliziosamente”. La società editrice di FHM dovrà versare a Pudney – molto conosciuto in Sudafrica come “Puddles the Clown “ – 3900 euro a titolo di risarcimento dei danni.