Dietro quell’auto del Corriere della Sera il gruppo di giornalisti, venuti da tutto il mondo, riuscì a passare le linee che dividevano le truppe governative dai miliziani ribelli.
L’Africa, con i suoi spazi immensi, le luci e i colori teneri ma sfavillanti, le sue contraddizioni esasperate, i suoi odori forti, i contrasti tra la povertà della vita e la ricchezza interiore della gente, è perfetta per ospitare dialoghi, polemiche, confronti e discussioni.
In questo spazio voglio accogliere soprattutto notizie. L’Africa è un continente dimenticato ma è pieno zeppo di informazioni, che spesso non trovano ospitalità sui giornali di carta. Questa è forse la più grande rivoluzione di internet: far circolare le notizie, tenere la gente informata perché possa farsi un’opinione, mediando tra le tante in circolazione.
Ho scelto il nome di Africa ExPress (suggeritomi, per altro dalla collega Luisa Espanet) per auspicare con un gioco di parole un’accelerazione del continente (come un treno) verso traguardi migliori, da raggiungere anche con l’aiuto della stampa, press in inglese. Ma uno spazio come questo può funzionare solo se ha l’apporto dei suoi visitatori.
Per anni per ogni articolo pubblicato sul Corriere della Sera o su Corriere.it ricevevo lettere (tanto tempo fa) e poi email dai miei lettori: commenti, apprezzamenti, rimproveri e qualche volta anche insulti. Mi aspetto che ora continuiate a scrivermi e riversiate in questo contenitore le informazioni in vostro possesso.
Tra l’altro nel continente vivono tantissimi italiani. A loro chiedo sostegno e collaborazione. Molti governi africani, specie quelli dove si parla italiano, protesteranno, ma non facciamoci intimidire. Raccontiamo la verità, pacatamente ma con determinazione. La difesa dei diritti umani è prioritaria e purtroppo in Africa la loro violazione è quotidiana.
Vi avviso: le mie opinioni sul continente spesso non sono ortodosse e contrastano con quelle dei più autorevoli osservatori (e talvolta anche con quelle dei diplomatici) Spero solo che il dibattito si conservi pacato e che possa comportare una crescita per tutti.
Cercherò di mantenere tutto nella nostra lingua, ma non me ne vorrete se talvolta dovrò usare il francese o l’inglese.
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi
Milano, 28 marzo 2013
L’educazione è il grande motore dello sviluppo personale. È grazie all’educazione che la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande nazione.
Nelson Mandela
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Caro Massimo, non se ti ricordi di me. Ho avuto il piacere di conoscerti tempo fa a Taranto con la mia cara nipote MAINA. Ti faccio i più vivi complimenti per il nuovo giornale. Io ho letto qualcosa, per adesso, è molto interessante e fatto bene. Mi riprometto di continuare a farlo continuamente. Ti auguro le migliori fortune.