La famiglia Gnassingbé, che ha governato il Togo negli ultimi quarant’anni rischia parecchio nelle elezioni parlamentari, che si tengono oggi nell’ex colonia francese, Dopo un lungo ritardo e una serie rinvii, finalmente la gente sta andando alle urne. Si elegge il parlamento e non il presidente, ma il voto è visto come un’anteprima di quello che accadrà il prossimo anno quando dovrebbero tenersi le elezioni presidenziali.
Secondo i diplomatici su piazza per la prima volta la famiglia Gnassingbé potrebbe subire una sconfitta o quantomeno un forte ridimensionamento. La crisi, economica, la disoccupazione, specie giovanile, hanno provocato un forte malcontento non solo tra i tradizionali oppositori, ma anche tra coloro che fino a ieri appoggiavano il regime.
Un regime che proprio poco prima del voto ha cercato un colpo di coda modificando i confini delle circoscrizioni elettorali, ritagliati a vantaggio del partito di governo.
Il voto era previsto per l’ottobre 2012. I continui rinvii hanno provocato violente dimostrazioni e cos’ la chiamata alle urne è stata rimandata per ben due volte con i mediatori che hanno cercato un accordo ra governo e opposizione.
Il presidente Faure Gnassingbé ha preso il potere nel 2005, subito dopo la morte del padre, Gnassingbé Eyadema, che ha governato il Togo per 38 anni. E’ stato rieletto nel 2010 , nonostante le violenze di piazza e le pesanti accuse di inganni e brogli.
Due blocchi di opposizione, la Coalizione Arcobaleno e Salviamo il Togo sfidano il partito di Gnassingbé, Unir (Unione per la Repubblica), che ha chiesto agli elettori ci garantirli una buona maggioranza “per continuare il lavoro in settori cardine, come il miglioramento delle infrastrutture. “Dovremmo dare più spazio al presidente per governare e “migliorare la qualità della vita per il Togo”, ha sostenuto Patricia Dagban-Zonvide, ministro dell’avanzamento e capo della lista del partito di governo a Lomé, la capitale del Paese.
Jean Pierre Fabre, il leader più importante dell’opposizione, ha sostenuto con enfasi che la popolazione vuole il cambiamento, ma ha messo in guardia contro il rischio di frode. “Ho paura di imbrogli – ha detto in un’intervista alla France Presse – ma ci candidiamo lo stesso perché non vogliamo che in parlamento ci siano solo le voci del governo”
Alla domanda perché non boicottare dato le sue preoccupazioni, ha detto che non voleva lasciare il parlamento, senza voci dell’opposizione legittimi se il partito di governo mantiene una maggioranza.
Il leader veterano dell’opposizione Gilchrist Olympio invece è entrato in governo di unità nazionale (larghe intese si direbbe in Italia) con Gnassingbé e ora sostiene che il Togo è diventano un “sistema democratico”.
Gilchrist è il figlio del primo presidente del Togo, Sylvanus Olympio, assassinato nel 1963, durante un colpo di stato cui aveva partecipato Eyadema che poi aveva preso il potere assoluto quattro anni dopo.
Si contendono i 91 posti dell parlamento 1.174 candidati, tra cui 159 donne.tLe urne si chiudono stasera alle 18 ora italiana.
Massimo A. Alberizzi
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