Speciale per Africa Express
Massimo A. Alberizzi
13 maggio 2013
Il Burundi sta vivendo un’altra pericolosissima crisi che rischia di riportare il Paese in piena guerra civile. Stamattina il generale Godefroid Niyombare, ha annunciato alla radio di essersi messo a capo di un “Comitato di Salvezza Nazionale” e di aver destituito il presidente della Repubblica, Pierre Nkurunziza, che aspirava a un terzo mandato nonostante la Costituzione lo vietasse.
I dimostranti che da una decina di giorni occupano le strade e le piazze di Bujumbura, provocando il alcuni casi la reazione violenta della polizia (19 morti) hanno trasformato le manifestazioni di protesta in festeggiamenti, mentre il capo dello Stato, che si trovava a Dar Es Salaam in Tanzania ha risposto con una serie di twitt: “Non è vero. Tutto è sotto controllo e il colpo di Stato è fallito”.
La situazione è comunque confusa. Lo stringer di Africa Express, contattato al telefono, ha raccontato che la capitale si è lentamente svuotata. Per le strade sono rimasti polizia ed esercito ma non è ben chiaro se si tratti di forze lealiste o fedeli al generale golpista.
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Godefroid Niyombare è ben conosciuto in Burundi. Anche lui, come il presidente, è un ex comandante dei guerriglieri hutu. Nato a Kamenge, subito dopo il trattato di pace del 2005 è stato incaricato di ristrutturare l’esercito e soprattutto di inserire ufficiali ed elementi hutu in una struttura che fino a quel momento era stata dominata dai tutsi. Ci è riuscito e ora l’esercito è un organismo omogeneo, dove il potere è equamente distribuito tra le due etnie. Pochi mesi fa era stato nominato capo dei servizi segreti ma, dopo alcune dichiarazioni critiche sulla scelta di Pierre Nkurunziza di ricandidarsi per un terzo mandato, in febbraio era stato rimosso.
I suoi uomini hanno circondato la radio nazionale di Stato, che quindi non trasmette più, e si sono installati nelle emittenti locali che mettono in onda ogni 10 minuti il comunicato dei capi della rivolta. Sono poi entrati nelle carceri e liberato i detenuti che nei giorni scorsi avevano partecipato alle proteste di piazza.
“Si sono poi impadroniti dell’aeroporto – ha raccontato lo stringer di Africa ExPress -. E’ quindi priva di fondamento la notizia secondo cui il presidente sarebbe partito in tutta fretta da Dar Es Salaam, dove stava partecipando a un summit di capi di Stato africani proprio sulla crisi burundese, per precipitarsi in patria. Sembra che sia passato in Uganda, ma la notizia non è certa.
Dopo il Burkina Faso dove il presidente Blaise Campaoré è stato destituito da imponenti manifestazioni di piazza perché mirava a un terzo mandato, incostituzionale, ora è la volta de punire leader troppo arroganti e ambiziosi.
Massimo A. Alberizzi
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