Dal Nostro Corrispondente
Arturo Rufus
Nairobi, 2 aprile 2015
All’alba di questa mattina cinque terroristi mascherati hanno assalito il campus dell’università di Garissa, città keniota a 400 chilometri a est di Nairobi e a una quarantina di chilometri dal confine con la Somalia. Ora sono barricati all’interno di uno degli edifici e – secondo quanto dichiarato ad Africa ExPress dal vice capo della polizia Joseph Boinnet – stanno tenendo sequestrati parecchi ostaggi, studenti e professori.
Il commando si è presentato davanti ai cancelli del campus alle 5:30, mentre tutti dormivano, sparando all’impazzata. Hanno ucciso sul colpo due delle guardie e ingaggiato uno scontro a fuoco con le altre. Mentre arrivavano i rinforzi gli attaccanti si sono ritirati in uno degli edifici portando con loro gli ostaggi.
Mentre scrivo sono da poco passate le 11 in Kenya, e lo stringer di Africa ExPress che ho sentito poco fa racconta che si sentono sporadici colpi di arma da fuoco, mentre l’edificio con asserragliati i terroristi è circondato dalle forze dell’ordine. Un professore – che per motivi di sicurezza ha chiesto di non rivelare il suo nome – ha raccontato che nelle scorse settimane l’università aveva ricevuto diverse minacce. “Abbiamo avvisato la polizia – si è lamentato – che non ha preso le misure di sicurezza necessarie, come invece è stato fatto a Nairobi”.
Anche se ancora nessuno ha rivendicato l’attacco, tutto lascia pensare che gli autori siano shebab somali. Garissa è stata spesso teatro di attentati: è’ nella zona somala del Kenya e i terroristi si infiltrano facilmente nella popolazione locale.
All’università sono iscritti più o meno 700 studenti, molti dei quali vivono nel campus perché provenienti da tutto il Kenya.
Aggiornamento delle 0re 15,15: per ora i morti sono almeno quindici, e i feriti sessantacinque. Un numero imprecisato di studenti rimangono in mano ai shebab: per ora ne mancano 536 all’appello, su un totale di 815 iscritti all’università di Garissa.
Ali Mohamud Rage, portavoce dei ribelli, ha dichiarato telefonicamente ai reporter della France Presse: “abbiamo suddiviso gli studenti in musulmani e non-musulmani. E’ una rivendicazione per la presenza delle truppe keniote in Somalia. Gli ostaggi sono tutti cristiani”.
Arturo Rufus
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