Africa ExPress
Cairo, 1° gennaio 2015
La Corte Suprema egiziana ha accettato il ricorso dei giornalisti di Al Jazeera, condannati per complicità con i Fratelli musulmani, in galera da oltre un anno: saranno nuovamente processati. La notizia è stata data stamattina dagli avvocati difensori dei reporter. Ma i tre, Peter Greste, Mohamed Fahmy e Baher Mohamed, non saranno rilasciati finché non compariranno di nuovo davanti ai giudici che decideranno se potranno tornare in libertà o no, ha spiegato uno dei legali, Mostafa Nagy. La Suprema Corte infatti ha negato la possibilità di libertà su cauzione.
“La Corte di Cassazione ha accettato il nostro reclamo – ha spiegato Amr al-Deeb l’avvocato di Peter Greste dopo un’udienza di una mezzoretta – e ordinato un nuovo processo”. “Baher, Peter and Mohammed – ha aggiunto un portavoce di Al Jazeera – sono stati condannati ingiustamente, non hanno mai collaborato con i Fratelli Musulmani. Le autorità del Cairo devono liberarli subito e non tirarla per le lunghe. Quest’ingiustizia sta creando gradi problemi di immagine all’Egitto.
Gli avvocati sono ottimisti e sperano in un finale rapido e positivo, ma i fratelli di Peter Greste, Mike e Andrew, sono insoddisfatti: “Temiamo che i tempi per la loro liberazione si allunghino. Abbiamo molta strada da percorrere ancora”.
I tre giornalisti sono in prigione da 369 giorni accusati di essere complici con i Fratelli Musulmani, il gruppo antigovernativo di ispirazione islamica. Peter Greste e Mohamed Fahmy sono stati condannati a sette anni e Baher Mohamed a dieci, perché nella sua stanza la polizia ha trovato un proiettile esploso che il reporter aveva raccolto per terra durante le dimostrazioni di piazza.
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