Esplosione delle donne keniote alla maratona della Grande Mela

Nell’ordine sono salite sul podio: Sheila Chepkirui, 33 anni, mamma e soldatessa dell'esercito, Hellen Hobiri, 34 anni, sergente maggiore dell’Aeronautica, Vivian Cheruiyot, 41, poliziotta dell’Anticrimine

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Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
4 Novembre 2024

New York, New York… Per le atlete keniote la città icona degli Usa si è rivelata il giardino dell’Eden.

Maratona di New York 2024

Se Eva nel Paradiso terrestre mangiando la mela ha causato un sacco di guai, tre maratonete venute da Nairobi, domenica pomeriggio 3 novembre, divorando la Grande Mela, hanno ottenuto tanta gloria e 200 mila dollari. Prima, seconda e terza: anche se non più giovanissime, hanno dominato la 53° edizione della Maratona di New York.

Mamma e soldatessa

Nell’ordine: Sheila Chepkirui, 33 anni, mamma e soldatessa del Kenya Defence Forces, Hellen Hobiri, 34 anni, sergente maggiore dell’Aeronautica, Vivian Cheruiyot, 41, poliziotta dell’Anticrimine.

Sheila Chepkirui, Kenya, vincitrice della Maratona femminile a New York

Per Sheila è il primo successo – col tempo di 2 ore, 24 minuti e 35 secondi – nelle World Marathon Majors, le 6 gare riconosciute come le principali al mondo (Boston, Berlino, Chicago, Londra, Tokio e ovviamente NY city).

Dalla Rift Valley

La Chepkirui, originaria di Kipchimchim, alla periferia di Kericho (città e contea nella Rift Valley, Kenya), alla sua quarta maratona, non era data come favorita, (aveva ottenuto un secondo posto a Berlino e un quarto in aprile a Londra), eppure ha messo in fila due fortissime sue connazionali.

Grandi festeggiamenti nel paese natale, per Sheila, la cui gara è stata seguita su uno schermo gigante anche da altri atleti e allenatori della zona. Orgoglioso – riferisce The Nation – il governatore Erik Mutai, che ha commentato: “La sua vittoria è una vittoria per il Kenya e per la nostra contea.

Migliorare le strutture

È la conferma che una nuova creatura è nata nel blocco dell’atletica mondiale. Questo ci spingerà a migliorare le strutture nella contea per favorire la preparazione degli atleti”.

Dopo un avvincente duello negli ultimi due chilometri, Sheila ha percorso l’ultimo mezzo miglio mozzafiato e ha costretto alla resa la fortissima Hellen Obiri, prima lo scorso anno sia al Central Park sia a Boston, dove ha concesso il bis quest’anno.

Stile goffo

La Obiri, dallo stile goffo (sembra che stia sempre per cadere in avanti!), ma efficace, sperava nella doppietta americana. Invece si è dovuta accontentare della piazza d’onore e di 60 mila dollari di premio; la prima, invece, ha incassato 100 mila dollari e la terza, Vivian Cheruiyot, 40 mila.

A 41 anni il bronzo

Anche questa è stata un osso duro, nonostante l’età e il fisico minuto (40 kili per 1,54): nel 2018 ha trionfato nella capitale britannica ed è stata argento a New York City.

Nata nel distretto rurale di Keiyo nella Rift Valley, gareggia da quando aveva 15 anni! All’età di 31 anni, ha rinunciato a difendere i titoli mondiali sui 5000 e 10.000 metri a Mosca per dare alla luce un figlio, Allan Kiprono, nell’ottobre 2013.

Nel giugno 2014 ha ripreso ad allenarsi e a vincere, guidata dal marito Moses Kiplagat. A 41 anni è ancora in strada e domenica era lì, a far parte del mix esplosivo tutto femminile, tutto kenyota nella Grande Mela, che ha visto alla partenza 54 mila runners di tutto il mondo.

Partecipazione italiana

Fra essi 2443 italiani (seconda nazione più rappresentata dopo gli Usa). I nostri connazionali che hanno portato a termine la Major, l’ultima della stagione, sotto il muro delle 3 ore, sono stati 66. Il più veloce di tutti è stato il bolzanino Markus Ploner, con un tempo di tutto rispetto: 2h26’19”.

Atleta somalo olandese

Ma sul podio più alto maschile, avrebbe potuto, a buon diritto, mettersi a cantare a squarciagola “New York New York” di Frank Sinatra, il dominatore Abdi Nageeye in 2 ore 7 minuti 39 secondi. “I want to be a part of it, New York New York,…I wanna wake up in that city and find I’m top of the list (voglio farne parte, voglio svegliarmi e scoprire che sono in cima…).

Abdi Nageey, Olanda, trionfa alla maratona di New York

Abdi Nageey “è l’incarnazione dello spirito olimpico: un crogiolo di nazioni, che tira fuori il meglio dagli atleti”: così lo ha definito il sito World Athletics.

Nato a Mogadiscio nel 1989, è fuggito a 6 anni nei Paesi Bassi, ha vissuto brevemente in Etiopia, in Siria e poi di nuovo in Olanda, di cui è diventato cittadino. Si è poi stabilito, con la famiglia, in Kenya, a Eldoret dove si allena.

“Penso che tutti questi Paesi in cui sono andato, questa vita nomade, mi abbia plasmato e reso quello che sono – ha dichiarato tempo fa -. Ora sono in Kenya, vedo così tante nazionalità diverse. Non importa se vieni da Italia, Kenya, Sud Africa o Brasile – ci stiamo tutti preparando per questo grande gioco che è la maratona, una corsa non facile, dura. Ne comprendiamo tutti la lotta e poi dimentichiamo la nazionalità e ci concentriamo maggiormente su questo bellissimo evento.”

New York, New York

A New York, Abdi aveva collezionato un terzo (nel 2022) e un quarto (2023) posto. E alle olimpiadi di Tokio, l’argento dietro a Eliud Kipchoge. Ora Nageeye è diventato il primo corridore olandese a conquistare la gara maschile (e a riportare il titolo in Europa dopo 29 anni), staccando con uno scatto esplosivo il keniano Evans Chebet, 35 anni, vincitore nel 2022.

“Al traguardo ho pensato, sto sognando? Ho vinto a New York” – ha commentato dopo essersi stropicciati gli occhi al traguardo -. Conoscevo il percorso e  mi sono detto: sopravvivi al 36° chilometro e vincerai. Nessuno scommetteva su di me, ma io sapevo che ero in grado di farcela”. Abdi si è svegliato ed era in cima. New York, New York…

Costantino Muscau
muskost@gmail.com
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA

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Maratona NEW YORK 2023

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