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Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 26 agosto 2014
Il ministro dell’agricoltura del Niger, Abdou Labo, è stato arrestato sabato, 23 agosto 2014 per traffico di bambini. Una delle sue mogli, accusata dello stesso reato, si trova in prigione dalla fine di giugno, insieme ad altre 17 persone, tra cui altre mogli di politici di spicco del Niger (Smantellato traffico di neonati tra Niger, Nigeria e Benin su Africa ExPress).
Labo, ovviamente, nega qualsiasi coinvolgimento. Un giudice ha riferito ai reporter della BBC: “Abdou Labo è stato arrestato sabato scorso nell’ambito dell’inchiesta “traffico di neonati”. Ora si trova nella prigione di Say, che dista 60 chilometri da Niamey (capitale del Niger).
Il ministro dell’agricoltura Labo è stato è stato ministro degli interni dal 2011 al 2013, ora è anche vice-presidente della “Convention démocratique et sociale” (CDS), un partito all’opposizione, diretto dall’ex-capo dello Stato (dal 1993 al 1996).
Dopo l’arresto di una delle sue mogli, Hama Amadou, la società civile del Niger aveva chiesto che tutte le persone coinvolte nel traffico venissero convocate per giustificare e spiegare la provenienza dei loro piccoli.
Il ministro ha prontamente risposto ai reporter di RFT: “Non ci penso nemmeno a dimettermi, cari signori giornalisti. Dopo tutto quello che è stato detto e scritto su di me, sono ancora qui, e come vedete sono veramente in gran forma. E grazie a Dio dormo sogni tranquilli”.
Il traffico di esseri umani e il commercio di bambini non è nuovo nell’Africa occidentale. Una piaga endemica, che non si riesce a sradicare.
L’anno scorso la polizia nigeriana ha compiuto diversi raid nelle cosiddette “baby-factories” (fabbriche di bambini) liberando decine e decine di giovani donne gravide tenute in stato di schiavitù, per vendere i loro bambini. Naturalmente nel traffico sono coinvolti molti medici e paramedici.
Ora la polizia Niger vuole vederci chiaro. C’è il forte sospetto che le persone arrestate abbiano comprato i bambini in una delle tante “baby-factories” in Nigeria. I giudici del Niger hanno trasmesso un dossier alla Procura della Nigeria.
Cornelia I. Toelgyes
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