Continua in Sudafrica la strage di pinguini uccisi dall’influenza aviaria

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Africa ExPress
4 ottobre 2022

Non c’è pace per i pinguini in Sudafrica. Da fine agosto a oggi sono morti quasi 30 pinguini a causa dell’influenza aviaria a Boulders Beach, situata a Simon’s Town sulla splendida costa panoramica del Sudafrica, a circa 20 chilometri da Città del Capo. Quel tratto di costa ospita circa 3.000 pinguini africani, una specie presente esclusivamente nelle acque dell’Africa meridionale.

Sudafrica, Boulders Beach, colonia di pinguini

La ONG Southern African Foundation for the Conservation of Coastal Birds è molto preoccupata, in quanto in 14 esemplari morti i test hanno confermato la presenza dell’influenza aviaria; mentre altri 14 sono stati trovati senza vita, ma non sono stati sottoposti a analisi.

Il virus dell’influenza aviaria, che solitamente si diffonde tra gli uccelli attraverso le feci, è stato individuato nel Paese nel maggio dello scorso anno e ha colpito una serie di volatili marini, tra questi i cormorani del Capo e le sterne comuni. Il ceppo di quest’anno è simile a quello identificato lo scorso anno.

Pinguino affetto da influenza aviaria

I pinguini africani sono tra le specie inserite nella lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, il che significa che sono ad alto rischio di estinzione, dunque vige particolare apprensione per questi uccelli marini per l’attuale epidemia in atto in Sudafrica.

Giacché i pinguini sono sottoposti a molti altri stress (mancanza di cibo, distruzione del loro habitat e dell’ecosistema oceanico) sono particolarmente fragili e più esposti al virus. Per gli altri animali selvatici un’epidemia, come l’influenza aviaria, solitamente non è così preoccupante.

Gli scienziati stanno monitorando la situazione con estrema attenzione, in quanto non è ancora chiaro come si evolverà l’epidemia.

“Poiché il virus si trasmette tra gli uccelli, stiamo cercando di ridurre la carica virale e il tasso di trasmissione tra i pinguini” ha dichiarato Alison Kock, biologa marina di South African National Parks.

I ranger sono continuamente sul campo per identificare gli uccelli malati e rimuoverli dalla colonia, mentre gli scienziati continuano ad eseguire test per diagnosticare la patologia.

Roberts ha poi aggiunto che gli esemplari malati vengono soppressi previa eutanasia; tutti pinguini morti vengono poi cremati per ridurre la diffusione della patologia.

“Non c’è alcun rischio che il virus si trasmetta all’uomo – ha sottolineato la Kock e ha aggiunto – Ma chiediamo alle persone che visitano la colonia, di disinfettarsi bene le scarpe, perché il virus si trasmette anche a altri uccelli marini, nonché gli allevamenti di pollame”.

Africa ExPress
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