Il Lesotho in testa alla classifica per numero di omicidi: la faida delle fisarmoniche al centro di molti assassini

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Africa ExPress
5 maggio 2022

La rivalità tra le stelle di uno stile musicale unico, basato principalmente sulla fisarmonica, si è trasformato in una vera e propria guerra, che da anni affligge il Lesotho. Il piccolo regno, un enclave del Sudafrica, è diventato la capitale degli omicidi nel continente e ha raggiunto la sesta posizione a livello mondiale.

Gruppo musicale di FAMO, Lesotho

Il genere musicale Famo ha origini antiche, nato come poesia orale, con il tempo sono apparsi anche i primi strumenti per accompagnare la narrazione. Si pensa che il nome derivi da “wafamola”, una parola della lingua sotho, che significa “sventolare” o “alzare la gonna”, riferendosi al modo esuberante in cui le donne ballavano su queste note.

Le canzoni, composte per lo più da pastori e/o viandanti per passare le lunghe ore controllando il bestiame o attraversando a piedi le montagne e le vallate del piccolo regno, sono poi state accompagnate prima dalla concertina e solo in seguito dalla fisarmonica e a seguire anche dal tamburo e dal basso.

La faida delle star del Famo è scoppiata nel lontano 2004 in seguito all’uccisione di un noto musicista, ammazzato presumibilmente da un collega. Da allora si è innescato un ciclo di vendette inarrestabile. Decine e decine di artisti e centinaia di altri personaggi collegati al genere musicale, come DJ, produttori, fan, familiari delle star, sono stati brutalmente assassinati nell’ultimo ventennio.

Diversi villaggi si sono addirittura svuotati, le famiglie sono fuggite per paura di essere ammazzate. Secondo molti, gli omicidi sono dovuti alla gelosia sfrenata. Cantare è una competizione, tutti vogliono vincere, tantoché gli artisti e i loro fan si sono divisi in veri e propri gruppi di guerrieri, che si distinguono grazie al colore delle  tradizionali coperte che indossano. Il giallo, per esempio, è il colore dei Terene, una delle band più popolari.

In molti si sono rifugiati in Sudafrica, alcuni, con il passare degli anni sono tornati a casa, ma si tengono lontani dalla musica e non si esibiscono più. Un ragazzo di 17 anni, figlio di uno dei cantanti ammazzati anni fa, dice di aver salvato i canti del padre nel cellulare. “Io non ho preso la sua strada. Preferisco fare il pastore, guardare le bestie. Non ascolto nemmeno più il famo di oggi. Le parole sono troppo provocanti, piene di odio, questa musica ha ucciso mio padre”.

Da qualche anno la guerra si è estesa. I gruppi rivali del famo sono ora anche in lotta per il controllo delle lucrative miniere d’oro illegali in Sudafrica, dove lavorano molti seguaci di varie band. Chi torna a casa per far visita ai parenti rischia di essere ammazzato.

Anche le forze dell’ordine hanno legami con i gruppi. Qualche mese fa da un commissariato di polizia sono scomparsi una settantina di fucili. Pare che gli agenti stessi li abbiano venduti a membri di alcune band.  Tanki Mothae, un alto funzionario della sicurezza ha confermato che un indagine è tutt’ora in corso.

Il governo sostiene che la tolleranza nei confronti di poliziotti e funzionari implicati in attività criminali è pari a zero, ma i rapporti tra i politici e il Famo è un segreto di pulcinella. Uno degli esponenti di una gang della fisarmonica, assassinato solo un mese fa, ha lavorato fino alla sua morte come autista presso il ministero degli Interni.

Il vice-ministro del dicastero, Maimane Maphathe, ha raccontato ai reporter della BBC di aver assunto il “musicista” con la speranza di migliorare la situazione, per far capire che è meglio lavorare, avere un impiego stabile, anziché far parte di bande criminali.

Lo scorso anno anche il Guardian si è occupato dell’alto numero di omicidi in Lesotho, il cui sistema giudiziario è al collasso anche perché i finanziamenti che il governo mette a disposizione alla magistratura sono assolutamente insufficienti, spesso non coprono nemmeno le spese della bolletta dell’energia elettrica. I fascicoli si accumulano negli uffici, si fa fatica portare i casi nelle aule giudiziarie.  Intanto gli omicidi e altri crimini stanno aumentando perché gli autori non vengono colpiti da punizioni esemplari.

E intanto la gente continua a morire, gli omicidi non si arrestano e i concerti live della musica tradizionale sono diventati eventi rari, perché è considerato troppo pericoloso esibirsi.

La ex regina del Famo, la 73enne, Puseletso Seema, è sconcertata: “Hanno distrutto tutto con queste lotte intestine”. Oggi l’anziana donna non canta più. Si occupa dei nipotini e di altri orfani del suo villaggio e fa davvero fatica a mettere due pasti in tavola, non ha più le entrate di un tempo, quando ancora cantava. “Sono una celebrità del Famo, ma questa musica mi ha spezzato il cuore.

Il regno del Lesotho (che in bantu significa: il popolo che parla la lingua sothu), è una monarchia parlamentare.  I rapporti tra il re Letsie III, i partiti e l’esercito sono fragili, ma stabili. Il Paese conta poco più di due milioni di abitanti e il 40 per cento della popolazione vive con meno di 1,25 dollari al giorno. La maggior parte è cristiana, il 15 per cento animista, mentre solo il 5 per cento è musulmana. Economicamente è uno dei Paesi meno sviluppati al mondo; la sua economia dipende quasi esclusivamente dal Sudafrica.

Il tasso di propagazione del virus HIV è uno tra i più alti del mondo: un abitante su tre (compresi donne e bambini) ne è affetto.

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