“Che ci importa di Regeni”: missili italo-francesi, altri affari d’oro con L’Egitto

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ENS Port Said, classe Gowind 2500

Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
gennaio 2020

Ancora un oltraggio alla memoria del ricercatore Giulio Regeni, massacrato cinque anni fa dal regime di Abdel Fattah al-Sisi. Dopo l’arrivo in Egitto – il 30 dicembre 2020 – della prima delle due fregate FREMM vendute da Fincantieri S.p.A., il 6 gennaio 2021 è stata consegnata alla Marina da guerra egiziana una corvetta multi-missione con a bordo missili, cannoni e siluri prodotti da aziende controllate da Leonardo-Finmeccanica, altra holding del complesso militare-industriale di proprietà in parte dallo Stato italiano.

La corvetta della classe “Gowind 2500” e denominata ENS Port Said è stata realizzata ad Alessandria d’Egitto dai cantieri navali dell’Alexandria Shipyard Company, società controllata dal Ministero della difesa egiziano, in cooperazione con il gruppo industriale francese Naval Group. A presenziare alla cerimonia di consegna dell’unità il giorno dell’Epifania, il comandante in capo della Marina militare, viceammiraglio Ahmed Khaled Hassan.

ENS Port Said, classe Gowind 2500

Sono stati invece progettati e prodotti in Francia e in Italia i sistemi d’arma installati a bordo della corvetta: oltre a due cannoni navali da 20 mm della francese “Nexter Narwhal”, spiccano in particolare un cannone “Oto Melara 76/62” realizzato nello stabilimento di La Spezia di Leonardo-Finmeccanica, 16 missili superficie-aria “VL MICA SAM” e 8 missili superficie-superficie “Exocet MM40” Block-3 del consorzio industriale europeo MBDA, controllato da Airbus Group e BAE Systems (75%) e dall’italiana Leonardo (25%). Completano l’arsenale di morte due lanciatori tripli per siluri di cui non sono state fornite ulteriori informazioni, anche se è possibile che si tratti del sistema antisommergibile “MU-90” del consorzio EuroTorp, controllato per il 50% dalla WASS di Livorno, anch’essa di proprietà del gruppo Leonardo.

“Siamo onorati di consegnare la corvetta Port Said della classe Gowind che così da oggi potrà entrare in servizio con la flotta navale egiziana per svolgere le sue missioni di combattimento”, hanno dichiarato i manager di Alexandria Shipyard Company. “I lavori per la Port Said hanno preso il via nel settembre del 2018 ed essa è la prima nave da guerra costruita interamente con professionalità egiziane grazie alla fruttuosa cooperazione e al trasferimento di tecnologia con la Francia, rappresentata in questo caso dalla società cantieristica Naval Group. La corvetta è stata equipaggiata per imbarcare elicotteri, droni e 65 uomini d’equipaggio e svolgerà missioni di sorveglianza, guerra di superficie e sottomarina, protezione e scorta navale, di polizia contro i traffici illegali e la pirateria. Le sue caratteristiche tecniche e i suoi moderni armamenti le consentono inoltre di condurre tutte le possibili missioni di combattimento in mare e di supporto e protezione delle forze terrestri schierate nelle aree costiere, potenziando le capacità delle forze navali e la difesa della sicurezza nazionale dell’Egitto”.

Le corvette della classe “Gowind 2500” (o “El Fateh” come sono state denominate dalla Marina egiziana) sono lunghe 102 metri e larghe 16, hanno un dislocamento di 2.600 tonnellate, una velocità massima di 25 nodi e un raggio operativo di 3.700 miglia nautiche.

Il contratto sottoscritto nel giugno 2014 dalle forze armate egiziane e dalla società francese Naval Group ha previsto la consegna di quattro unità, con una spesa di un miliardo di euro circa, a cui si sommano i costi per i sistemi d’arma imbarcati, stimati in 700 milioni di euro. La prima corvetta “Gowind” ENS El Fateh è stata interamente costruita nei cantieri di Lorient, nella regione francese della Bretagna ed è stata consegnata all’Egitto nell’ottobre 2017. Dopo la ENS Port Said, entro la fine del 2021 è prevista la consegna della terza unità (ENS Al-Moez) da parte dell’Alexandria Shipyard Company, mentre la produzione della quarta corvetta (ENS Luxor) è stata avviata a metà maggio 2020.

Qualche mese fa la stampa egiziana ha reso noto che i sistemi missilistici prodotti dal consorzio MBDA armeranno anche le nuove quattro fregate “Meko A200” destinate al regime del dittatore Al-Sisi: in particolare ancora una volta quelli a lancio verticale anti-aereo e a medio raggio VL-MICA. MBDA sta pure negoziando con la Marina egiziana la vendita delle versione navale del missile guidato di quinta generazione MMP a corto raggio, mentre ha già fornito all’Aeronautica militare i missili MICA multi-bersaglio aria-aria per armare i cacciabombardieri Rafale e Mirage 2000-5. In dirittura di arrivo ci sarebbe infine una maxi-commessa per la fornitura di sofisticati sistemi di difesa aerea e costiera.

Affari multi-milionari per MBDA e Oto Melara / Leonardo sono stati raggiunti anche grazie alla commessa delle due fregate della classe FREMM che Fincantieri si è assicurata con l’Egitto in barba alle richieste di embargo delle ONG e delle associazioni in difesa dei diritti umani, dopo il barbaro eccidio di Giulio Regeni. L’accordo per l’export delle FREMM prevede infatti la configurazione delle unità per imbarcare un cannone leggero Leonardo da 127/64, un cannone multiruolo Otobreda (ancora Leonardo) da 76/62 mm “Super Rapido” e il sistema di “difesa missilistica” superficie-aria “SAAM-ESD” di MBDA in grado di lanciare i missili della famiglia “Aster”, anch’essi di produzione MBDA.

Secondo il sito sudafricano specializzato in questioni militari Defenceweb, la seconda fregata FREMM dovrebbe essere consegnata da Fincantieri entro la fine di quest’anno. Per il comparto militare-industriale italiano ci sarebbero all’orizzonte altre commesse miliardarie con il regime egiziano: nuove fregate multi-missione, una quarantina tra cacciabombardieri “Eurofighter Typhoon” e caccia-addestratori M346 e finanche un satellite per la sorveglianza terrestre, che si aggiungerebbero all’ordine per un valore di 871 milioni di euro che Leonardo ha ricevuto per la fornitura al Cairo di ventiquattro elicotteri AW149 e otto AW189, alcuni dei quali saranno imbarcati nelle nuove navi da guerra egiziane.

Antonio Mazzeo
amazzeo61@gmail.com

Al diavolo Regeni e i diritti umani: l’Eni fa nuovi affari milionari con l’Egitto

Trasferimento alla dittatura egiziana di missili di co-produzione italiana

 

 

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