Mali: imminente liberazione di alcuni ostaggi dopo scarcerazione di centinaia di terroristi

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Jihadisti liberati in Mali

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
7 ottobre 2020

Ieri è giunto a Bamako, capitale del Mali, Sébastien Chadaud-Pétronin, figlio di Sophie Pétronin, ostaggio francese rapita la vigilia di Natale del 2016 a Goa, nel nord del Paese. Si mormora, infatti, da alcuni giorni che la sua liberazione e quella di altri sia ormai vicina.

Durante lo scorso fine settimana le autorità della ex colonia francese avevano deciso di liberare un gran numero di terroristi o presunti tali – si parla di oltre 200 – arrestati durante diverse operazioni militari. Un’altra trentina sarebbero stati scarcerati tra lunedì e martedì, per favorire la liberazione delle persone in mano ai jihadisti.

Jihadisti liberati in Mali

I terroristi sarebbero stati messi in libertà nel centro e nel nord del Paese; diverse persone informate dei fatti hanno fatto sapere che sarebbero stati portati a Tessalit nella regione di Kidal, al confine con l’Algeria. E’ probabile che tra gli scarcerati dal governo maliano – e molto probabilmente anche da un altro Paese confinante -, ci siano elementi che abbiano partecipato a attentati in varie zone. Non tutti jihadisti liberati sarebbero di nazionalità maliana.

Fonti riservate hanno precisato che l’anziana francese e Soumaïla Cissé, leader del maggiore partito all’opposizione dell’ex governo di Ibrahim Boubacar Keïta, rapito nel mese di marzo vicino a Timbuktu, grazie all’azione delle autorità di Bamako, dovrebbero essere rilasciati nelle prossime ore.

Ma, come ha specificato Serge Daniel, giornalista di Radio France Internationale (RFI),  al telefono con Africa ExPress, il condizionale è d’obbligo. Le trattative tra rapitori e mediatori sono assai delicate e il minimo sospetto può rallentare le operazioni per la loro liberazione.

Sophie Pétronin, francese rapita nel 2016 in Mali

Tra le persone ancora in mano a organizzazioni terroriste ci sono anche due italiani: Padre Pierluigi Maccalli della Società delle Missioni Africane (Sma), rapito in Niger al confine con il Burkina Faso la sera del 17 settembre 2018, e Nicola Chiacchio, un altro nostro connazionale, un ciclista, sequestrato dai jihadisti nel Sahel. Gli ostaggi vengono spostati in continuazione e dunque non è dato sapere dove siano attualmente. Basti pensare a Luca Tacchetto e alla compagna canadese Edith Blais, rapiti in Burkina Faso, che sono stati trasferiti diverse volte, prima di essere rilasciati nella regione di Kidal in Mali.

Nel frattempo la giunta militare, responsabile del golpe del 18 agosto, ha presentato il nuovo governo lunedì 5 ottobre. Moctar Ouane è stato nominato primo ministro dal presidente di transizione il 29 settembre scorso. Ouane è stato ministro degli Esteri dell’ex presidente Amadou Toumani Touré (2004-2011). Tra i nuovi ministri, 25 in tutto, figurano anche 4 donne, mentre i dicasteri strategici come Difesa, Sicurezza, Riconciliazione nazionale e Amministrazione territoriale, sono stati affidati a 4 militari.

Ieri, subito dopo aver appreso la notizia della formazione del nuovo esecutivo maliano, la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO) ha revocato le sanzioni in vigore dopo il golpe di Stato dello scorso agosto.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

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