Africa ExPress
3 agosto 2020
Sabato mattina alle 04.05 è partito il primo aereo dall’aeroporto internazionale Jomo Kenyatta, Nairobi Kenya, alla volta dell’Etiopia. Mentre il primo volo proveniente dall’estero, precisamente da Kigali, Ruanda, è atterrato alle 11.30 nella capitale keniota.
Giacchè i voli nazionali sono stati ripristinati a metà luglio, lo scalo aveva chiuso tutti collegamenti internazionali per i passeggeri alla fine di marzo, una delle molte misure adottate per contrastare l’espandersi di Covid-19.
Allan Kilavuka, amministratore delegato di Kenya Airways, ha fatto sapere che la compagnia inizierà a coprire 27 destinazioni, che ben presto diventeranno 30. Magari potremmo aumentare la frequenza di alcuni voli, ma ciò dipende dalla richiesta dei passeggeri”.
Kilavuka a precisato che il 2020 è comunque un anno da dimenticare. Infatti la pandemia ha toccato in modo particolare i bilanci di tutte le compagnie aree e i vettori africani hanno già messo in conto perdite che si aggirano sopra i sei miliardi di dollari.
Il mese scorso Kenya Airways ha licenziato 650 dipendenti tra piloti, personale di cabina, tecnici e staff assunto di recente. “Ci è davvero dispiaciuto dover prendere queste misure. Tutti erano ottimi collaboratori, hanno sempre svolto i loro compiti con professionalità, ma semplicemente non siamo più in grado di pagare i loro stipendi”, ha sostenuto l’amministratore delegato.
La compagnia aerea keniota navigava già in cattive acque ben prima della pandemia. Per il 2019 sono state registrate perdite per 120 milioni di dollari.
La borsa di Nairobi ha sospeso a luglio il trading dei titoli della compagnia di bandiera per tre mesi, in quanto il governo ha presentato in Parlamento un progetto di legge per la nazionalizzazione del vettore keniota.
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