Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
24 gennaio 20120
Hip Hip hip urrà per l’Etiopia. Il sigillo di Salomone si è impresso ancora una volta sulla maratona di Dubai. Il tricolore verde giallo e rosso ha ammantato i primi 42km e 195 metri della stagione 2020 e ha offuscato le sfumature cromatiche del resto del mondo atletico africano e non solo. Un festival, uno show, un’alba dorata tutta etiopica.
La 21a edizione della Standard Chartered Dubai Marathon disputatasi alle 3 della notte di venerdì 24 gennaio, vede nell’ordine d’arrivo, dietro il vincitore, Olika Bikila Odugna, un ragazzo del ‘99, etiope, altri 18 suoi connazionali e un solo intruso, il keniano, Eric Kiprono Kiptanui, 29 anni, classificatosi secondo.
Questo per la gara maschile.
Se passiamo a quella femminile, il risultato non cambia: al primo posto Worknesh Debele Degefa, 29 anni, etiope fragilissima (all’apparenza) , seguita da una pattuglia di 8 compatriote. L’unica presenza “spuria” quella di Risper Biyaki Gesabwa, messicana giunta 10 minuti dopo per occupare il 10 posto. Che poi la 31enne Risper proprio messicana non è: infatti, è nata in Kenya e ha scelto di cambiare nazionalità dopo aver conquistato la maratona di Città del Messico nel 2017.
Degefa l’anno scorso aveva trionfato a Boston, 3 anni fa era già arrivata prima nel Paese degli Emirati. Quest’anno, però, scrive Pet Butcher il sito ufficiale delll’Atletica, “è stata la star dello show di Dubai per la tenacia, perché ha disputato metà della gara con seri problemi fisici e ha segnato il tempo di 2 ore 19 minuti e 38 secondi”. Appena 2 minuti in più del suo record nazionale (2h17’41”): non male per aver corso con il mal di schiena che la ha fatta cadere tra le braccia dei medici appena tagliato il traguardo. Più che meritati, quindi, i 100 mila dollari di premio.
Il suo successo, comunque, era stato messo in conto, così come lo strapotere degli etiopi. Eppure non tutto è andato secondo le previsioni nell’evento che ha segnato l’apertura della stagione mondiale della lunga distanza.
Diverse le sorprese che lasciano a bocca aperta.
Nella competizione maschile i primi 11 hanno sgambettato sotto le 2 ore e i 7 minuti. E avrebbero potuto far meglio se ci fossero stati meno caldo, meno umidità e meno vento.
Per capire come sono cambiati gli atleti: il tempo dell’11° classificato, Bershah Yerssie è stato di 2h06’39” e 20 anni fa sarebbe stato record del mondo. Oggi non gli ha consentito neppure di incassare un dollaro del milione di monte premi, distribuito fra i primi 10 (40 mila al secondo, 20 al terzo fino a 2500 al 10°)
La sorpresa maggiore è venuta proprio dal vincitore, Olika Adugna, all’esordio nella maratona, che ha intascato, pure lui, i 100 mila dollari di premio. Ha stupito sia per il tempo (2h06’15”) ma soprattutto per l’astuzia tattica degna di un veterano: ha battuto allo sprint tutti i grandi favoriti che ha lasciato illudere negli ultimi 500 metri. Come dire che è a Dubai è nata l’ennesima stella etiope. “Mi sono sentito molto bene e ho sempre creduto di poter vincere”, ha commentatoChe però, dovrà cominciare da subito – è il caso di dire – a guardarsi le spalle. Il secondo arrivato è, infatti, un altro esordiente di quasi 10 anni maggiore: quell’Eric Kiprono Kiptanui (allenato dall’italiano Renato Canova), che, a detta degli intenditori, potrebbe essere uno dei pochi in grado di porre fine allo strapotere etiopico nella maratona di Dubai. Un dominio incontrastato dal 2012!
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
Si scrive Dubai, si legge Etiopia e si corre la maratona più ricca del mondo