Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
4 dicembre 2019
Azali Assoumani, dittatore della Repubblica Federale islamica delle isole delle Comore, è arrivato a Parigi con una folta delegazione di ministri per sensibilizzare finanziatori pubblici e privati durante la “Conferenza partenariato per lo sviluppo delle Comore” che si è svolta il 2-3 dicembre nella capitale francese.
Importanti finanziatori internazionali e privati si sono impegnati a investire 3,9 miliardi di euro in progetti di sviluppo nelle Comore, uno dei Paese tra i più poveri del mondo. L’attuale economia si basa sull’esportazione di chiodi di garofano, vaniglia e qualche altra spezia profumata. Nell’arcipelago si sopravvive grazie alle rimesse di parenti e amici che lavorano in Francia o in Mozambico.
Lo Stato insulare che si trova nell’estremità settentrionale del Canale del Mozambico, nell’Oceano Indiano, è composto da tre isole che hanno ottenuto l’indipendenza dalla Francia nel 1975. La quarta isola, Mayotte, ha sempre rifiutato di far parte della Repubblica Federale Islamica ed è rimasta fedele alla Francia, cioè territorio d’oltremare, e quindi Unione Europea.
I partenariati bilaterali (Marocco e Emirati Arabi Uniti) e multilaterali (Banca mondiale, Banca africana per lo Sviluppo, Banca islamica per lo Sviluppo e altre) hanno promesso un sostegno di 1,44 miliardi di euro, mentre gli attori del settore privato si sono impegnati a investire oltre 2,44 miliardi di euro.
Alla conferenza di Parigi sono stati presentati ben 12 progetti chiave, tra questi diversi nel settore del turismo, sanità, energia e infrastrutture e grazie ai nuovo investimenti, il governo di Moroni auspica di portare il PIL dall’attuale 3 per ceno all’8 per cento entro il 2030.
La diaspora comoriana, Le Front pour la transition et la démocratie (FTD) (Fronte per la transizione e la democrazia) ha espresso il proprio disappunto contro la presenza del dittatore alla conferenza e il sostegno della Francia a questo regime, che violerebbe i più elementari diritti civili dei propri cittadini e reprimerebbe le libertà individuali e collettive. E Jimmy Adam, rappresentante di FTD di Parigi ha precisato: “La Francia non tiene conto delle aspirazioni del popolo comoriano. Dal 24 marzo (data delle elezioni n.d.r.) l’opposizione e la popolazione non riconoscono Azali come legittimo presidente”. E ha aggiunto: “La diaspora è il più grande finanziatore del Paese, perchè le rimesse dei dissidenti ne rappresentano ben il 20 per cento del PIL ”. FTD è un’organizzazione di lotta contro il dittatore e raggruppa diverse formazioni politiche dell’opposizione e della società civile.
La stabilità politica delle Comore è fragile. Dal giorno dell’indipendenza ad oggi ci sono stati una ventina di tentati colpi di Stato. Il più famoso quello del 1975, poche settimane dopo l’indipendenza. I golpisti, che rovesciarono il presidente Ahmed Abdallah, erano assistiti dai mercenari guidati dal colonnello francese Bob Denard. Dal 1997 al 2001 le isole Mohéli e Anjouan si erano separate dalla Grande Comore, dove si trova anche la capitale Moroni. Solo grazie all’intervento della comunità internazionale e alla promessa di una nuova costituzione che garantisse larga autonomia, le tre isole si sono ricongiunte in una confederazione.
L’attuale leader del Paese, Assoumani è diventato presidente nel 1999 dopo aver condotto un colpo di Stato ai danni dell’allora Presidente Tadjidine Ben Said Massounde, rimanendo al potere fino a gennaio 2002. A maggio dello stesso anno ha vinto le elezioni rimanendo alla guida dello Stato insulare fino al 2006. Dieci anni dopo è riuscito nuovamente a farsi rieleggere.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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