I “mostri” africani giganteggiano ai campionati mondiali di atletica in Qatar

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Halimah Nakaayi

Dal Nostro Corrispondente sportivo
Costantino Muscau
30 settembre 2019

Una “nana” ugandese giganteggia negli 800 metri. Una mostruosa keniota primeggia nei 3 mila metri siepi. Tre corridori etiopi dominano i 5 mila metri: primo, secondo e quarto.

E al quarto giorno l’Africa è esplosa nel 17° campionato mondiale di Atletica leggera in corso a Doha (Qatar) dal 27 settembre scorso (fino al 6 ottobre).

Halimah Nakaayi

Cose incredibili si vedono nella più mostruosa delle edizioni di questa manifestazione ospitata per la prima volta in un Paese arabo, nello stadio Khalifa. Campioni che gareggiano in un clima insopportabile, e svengono, o vomitano in corsa; un atleta di Aruba, Jonathan Busby, attardato, viene colto da malore negli ultimi 200 metri  con il collega della Guinea Bissau, Braima Suncar Dabo, che sacrifica la sua gara per sorreggere il boccheggiante Busby; competizioni organizzate a notte fonda per consentire la “sopravvivenza” dei corridori; tribune refrigerate ma semivuote…

In questo allucinante scenario il meglio dell’atletica si sta sfidando. E ad eccellere è ancora l’Africa. Oggi, quarto giorno, la minuscola (così la ha definita un sito di atletica ugandese) Halimah Nakaayi, 25 anni il prossimo 14 ottobre, nata a Mukono, ha fatto mangiar polvere negli 800 metri piani, alle super favorite americane Raevyn Rogers, 23 anni e Ajee Wilson, 25.

“Una vittoria storica”, la ha chiamata lei stessa in un’intervista alla Rai, durante la quale ha espresso tutta la simpatia e affetto per il nostro Paese.

In effetti l’Uganda mai aveva avuto una finalista negli 800 metri. E ieri sera invece alla partenza erano in due. L’altra, Winnie Naniondo, 23 anni, pure lei piccolina, è giunta quarta e dopo pochi minuti si è unita ad Halimah in un ballo di pazza gioia. “Finora avevo conquistato una medaglia di bronzo in agosto ai Giochi africani, ma stavolta sentivo che qualcosa di grande stava per accadere e cosi ho spinto, spinto fino a che ce l’ho fatta”, ha dichiarato Halimah dopo quella che lo stesso sito della IAAF (Associazione internazionale delle federazioni di atletica) ha definito “la più grande sorpresa di questi mondiali” (almeno fino a questo momento).

L’altra vittoria femminile è stata sorprendente solo per il modo in cui è avvenuta: Beatrice Chepkoech Sitonik, 28 anni, keniota di Kabarnet (Baringo), sui 3 mila siepi non ha avuto rivali. Ha preso e se ne è andata come e quando ha voluto, facendo corsa praticamente da sola. Lei era però già detentrice del record mondiale e la prima donna ad essere scesa sotto gli 8 minuti e 45 secondi. (Ieri sera ha stravinto senza patemi d’animo in 8’57”84).

Altro sonante trionfo è stato quello degli etiopi su 5 mila metri: il primo è stato Muktar Edris, 25 anni, il secondo Selemon Barega, appena 19 anni. La doppietta è stata completata dal quarto posto di Telhaun Haile Bekele, un ventenne figlio di contadini. Il successo però si è concretizzato solo nella parte finale, quando stava per accadere l’incredibile: gli etiopi stavano per essere battuti da uno dei tre fratelli norvegesi, gli Ingebrigtsen, in competizione.

Braima Suncar Dabo, Guinea Bissau sostiene il collega Jonathan Busby, atleta di Aruba, colto da malore

E pensare che Edris era giunto ai mondiale solo perché ripescato. “Sono proprio felice – ha commentato a fine corsa con Jon Mulkeen della Iaaf – Negli anni scorsi ho dovuto affrontare molte avversità: una ferita a una caviglia, problemi addominali; prima di venire qui mi è passato tutto e così mi son detto che avrei potuto lottare per la vittoria”. A tal punto che Edris è il terzo campione a essere sceso sotto i 13 minuti nei 5 km.

Questi assurdi mondiali – come sono stati definiti – in realtà per l’Africa non erano cominciati male: il 27 settembre la palma della maratona femminile è andata a Ruth Chepngetich, 25 anni, della Rift Valley, della squadra allenata dell’italiano Federico Rosa.

Il giorno dopo sui 10 mila metri era sfrecciata prima sul traguardo Sifan Hassan, 26 anni, ufficialmente olandese, ma nata a Adama, in Etiopia. La prima sorpresa di questi mondiali: aveva corso la distanza solo un’altra volta nella sua giovane carriera!

Costantino Muscau
muskost@gmail.com

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