Continua l’ondata di xenofobia in Sudafrica e la Nigeria rimpatria 600 concittadini

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Non si arresta la febbre di xenofobia in Sudafrica

Africa ExPress
Pretoria / Abuja 10 settembre 2019

Non cessa l’ondata xenofoba in Sudafrica. Le autorità di Abuja hanno annunciato il rimpatrio di almeno 600 nigeriani a partire dall’11 settembre.

Durante l’ultimo fine settimana sono morte altre due persona mentre Allen Onyema, direttore generale di Air Peace, si è offerto di riportare a casa gratuitamente tutti i nigeriani che ne faranno richiesta. Finora solamente 600 dei 100.000  presenti sul suolo sudafricano, hanno aderito all’iniziativa e l’11 settembre i primi 320 torneranno a casa grazie al ponte aereo tra i due Paesi organizzato dalla compagnia. Un secondo volo per i restanti è in fase di programmazione.

Aereo della compagnia nigeriana Air Peace

Da anni molte comunità di cittadini di altri Paesi africani sono vittime di attacchi mirati in Sudafrica, dove quasi un terzo della popolazione è disoccupata. Durante le violenze scoppiate nelle ultime settimane sono stati distrutti molti esercizi commerciali gestiti da nigeriani espatriati in cerca di fortuna in Sudafrica.

Domenica scorsa centinaia di manifestanti si sono riversati nuovamente sulle strade di alcuni quartieri della periferia di Johannesburg e hanno saccheggiato e distrutto negozi di stranieri. Secondo la stampa locale la richiesta della folla inferocita è sempre la stessa: rimandare a casa i migranti.

Non si arresta la febbre di xenofobia in Sudafrica

E in Nigeria non si sono fatte attendere le rappresaglie. Sono state attaccate diverse attività commerciali sudafricane, tra queste anche gli uffici del gigante delle telecomunicazioni MTN. La scorsa settimana per motivi si sicurezza Pretoria ha chiuso temporaneamente le proprie rappresentanze diplomatiche a Abuja e Lagos e la polizia ha preso posizione, per proteggerli, attorno a molti esercizi gestiti da sudafricani.

Il governo centrale e anche quello del Lagos State hanno condannato gli attacchi nel Paese, perchè contrari allo spirito di ospitalità dei nigeriani.

Per rinforzare le relazioni tra i due Paesi (nella scorsa settimana si erano allentate a causa delle violenze consumate a Johannesburg e in altre città) il presidente nigeriano, Muhammadu Buhari ha già inviato una delegazione a Pretoria e ha promesso che il mese prossimo si recherà personalmente in Sudafrica dove incontrerà il presidente Cyril Ramaphosa.

Sembra che la polizia sudafricana sia impotente di fronte alla crescente febbre di xenofobia. Gli agenti di sicurezza, in particolare quelli dei servizi, non sarebbero stati in grado di fornire informazioni volti a contrastare tempestivamente le violenze. E finora dai vertici dai vari corpi della forza pubblica non è arrivata nessuna proposta concreta.

La scorsa settimana diversi leader africani avevano boicottato l’edizione africana di World Economic Forum che si è svolto a Città del Capo. Persino squadre sportive del Madagascar e dello Zambia si sono rifiutate di partecipare a incontri calcistici con i team sudafricani proprio a causa degli incessanti attacchi agli stranieri e la cantante nigeriana Tiwa Sawage ha annullato il suo concerto nel Paese dell’Africa australe.

Africa ExPress
@africexp

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2 COMMENTS

  1. Chi attribuisce, come la gentile Sig.ra Cornelia Toelgyes, che le aggressioni contro gli immigrati in sudafrica siano causati dalla xenofobia e’ completamente fuori strada. Ovviamente non c’e’ malafede ma, secondo me, l’incapacita’ di analizzare causata da una presa di posizione ideologica, tipica della sinistra europea, quasi tutta, in merito a questo preciso argomento: l’immigrazione.
    Non e’ assolutamente una coincidenza che le aggressioni verso gli immigrati avvengono in un periodo storico dove, come dice l’articolo, la terza parte della forza lavoro autoctona e’ disoccupata. Gli immigrati sono aggrediti perche si mettono, loro malgrado, obtorto collo, in concorrenza con gli autoctoni e ne hanno sempre la meglio perche sono disposti, in quanto bevano o affogano, ad accettare paghe di molto ridotte e a rinunciare ai diritti di cui godono gli autoctoni (sempre che questi ultimi li abbiano). Per questo motivo i lavoratori sbagliano ad aggredirli, in quanto gli immigrati non hanno nessuna colpa (fermo restando che se ad essere aggrediti sono gli spacciatori e i delinquenti in generale allora si che fanno bene, intendiamoci!). I nemici di entrambi sono la casta dei politici quasi sempre corrotti (nella migliore delle ipotesi) e dei potentati economici e finanziari (i corruttori e gli sfruttatori), che hanno implementato sempre di piu una politica neoliberista, ultraliberista, ordoliberista, turbocapitalista.
    Mi viene da ridere per non piangere, leggere che il presidente nigeriano visitera’ quello sudafricano: per dire cosa? Che la nigeria e’ un paese fra i piu ricchi ma anche fra i piu corrotti dell’africa ed e’ per questo motivo che la loro gente scappa (a parte i delinquenti) e che dovrebbe, la politica nigeriana, ridurre in misura drastica il numero delle nascite come ha fatto la cina, in quanto, anche se ci fosse un equa redistribuzione della ricchezza, comunque non ci sarebbero le risorse per tutti e non si potrebbe continuare a consumare suolo per costruire abitazioni, anche perche non si puo e non si deve distruggere l’ambiente e la fauna. Le aggressioni sono un gesto grave e sbagliato verso coloro che non hanno colpe (a parte, ripeto, i delinquenti e qualora chi gli e’ complice), ma non e’ giusto definirli xenofobi, in quanto agiscono accecati dall’esasperazione. Insomma, tra loro ed il ku klux klan non puo esistere nessun paragone.

  2. Dimenticavo: ma come si fa a focalizzare sugli effetti (le aggressioni) e non la causa (la corruzione)?! Fra l’altro il modello economico neoliberista favorisce la corruzione. Tutti gli africani che siano gente per bene dovrebbero unirsi e fare si o si la rivoluzione. So che sarebbe un atto che mieterebbe tantissime vittime e probabilmente e’ impossibile che si possano organizzare tutti insieme, ma tanto la stragrande maggioranza non ha che la miseria da perdere, quindi tanto vale provarci. Diciamolo francamente: almeno in quei paesi la democrazia ha fallito, quindi, a mali estremi, estremi rimedi. Se ne sono capaci.

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