Ucciso in Congo-K il comandante militare che ha sconfitto l’M23

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Massimo A. Alberizzi
4 gennaio 2013
Il comandante militare della regione orientale della Repubblica Democratica del Congo, Mamadou Ndala, l’uomo che ha sconfitto i ribelli dell’M23 alla fine dell’anno scorso, è stato ucciso in un’imboscata assieme a tre soldati. La notizia è stata data da uno dei portavoce del governo, Lambert Mende.

Secondo Mende, il colonello Mamadou, l’artefice della vittoria dell’esercito sui ribelli del’M23 nel novembre scorso, è morto per le ferrite riportate quando l’auto su chi viaggiava è stata colpita da un razzo nei pressi di Masisi, un villaggio nella provinica del Nord Kivu.

Sempre secondo il portavoce, ad uccidere il colonnello sarebbe stato ucciso da un commando del ADF-NALU (Allied Democratic Forces/National Army for the Liberation of Uganda (ADF/NALU) un gruppo che combatte contro il regime di Yoweri Museveni che governa a Kampala.Mamadou Ndala

ADF-NALU è accusato di aver attaccato villagi indiferi e di aver rapito gli abutanti nei dintorni della città di Beni, in Congo-K nel nord Kivu. In dicembre i suoi miliziani hanno ucciso almeno 60 civili.

ADF è stato fondato agli inizi degli anni ’90 dal leader ribelle Jamil Mukulu, già cattolico e convertito all’islam e passato più volte dai fedeli di Gesù a quelli di Maometto e viceversa. Il suo gruppo era piccolo, Jamil quindi imbarcò con sé gli uomini delle vecchie milizie del dittatore Idi Amin e si unì a un altro piccola fazione ribelle, il NALU. In quegli anni i ribelli avevano stabilito le loro basi in Congo-K giusto poco oltre i confini con l’Uganda.

Da allora, e fino a pochi mesi fa quando ha ripreso i suoi attacchi, è stato considerato un gruppo “in sonno”. Si pensa che conti più o meno 1300 uomini. Qualcuno ha anche lanciato l’ipotesi che ora sia finanziato e sostenuto dagli shebab, gli integralisti somali affiliati ad Al Qaeda.

Conoscendo il contesto congolese non si può escludere che il colonnello Mamadou Ndala sia stato ucciso durante qualche regolamento di conti o vendetta all’interno dell’apparato governativo o militare.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

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