Superstizioni africane, in Tanzania un albino fatto a pezzi e bollito vale 220 mila euro

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L'albino (zeruzeru in lingua swahili) Robinson Mkwama

Massimo Alberizzi FrancobolloDal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 22 agosto 2010

Ha tentato di vendere per 220 mila euro l’amico albino agli stregoni che l’avrebbero ammazzato, smembrato, fatto a pezzi come un pollo, bollito e trasformato in una pozione cotta per garantire, a chi l’avesse bevuta, ricchezze e buona salute. Così un keniota, arrestato in Tanzania, è stato condannato per direttissima a 17 anni di galera.

La storia allucinante comincia a Kitale, in Kenya, dove Nathan Mutei, 28 anni, convince l’amico albino, Robinson Mkwama, 20 anni, a seguirlo in Tanzania. Gli promette un lavoro da autista di autobus. Le superstizioni da quelle parti sono dure a morire. Gli albini, che in Africa sono parecchi, molti di pù che in Europa, sono considerati portatori di sventure e catastrofi. Così Robinson appena dopo la nascita viene abbandonato dal padre e dalla madre, che non vogliono problemi causati da quel bambino così bianco e diverso dagli altri fratelli e sorelle. Lui cresce in un orfanotrofio di Nairobi, la capitale del Kenya, finché, l?anno scorso, viene adottato da una donna di Kitale, nella Rift Valley, che lo fa lavorare come guardiano nel suo albergo, il Motherland Hotel.

L'albino (zeruzeru in lingua swahili) Robinson Mkwama salvato dalla polizia in Tanzania
L’albino (zeruzeru in lingua swahili) Robinson Mkwama salvato dalla polizia in Tanzania

Lì Robinson incontra Nathan e i due diventano amici. Ma Nathan già pensa al suo nuovo compagno come a una montagna di soldi e prende contatto con alcuni stregoni che abitano in Tanzania e si occupano di magia nera. Lui sa che gli albini valgono parecchio e che ne sono stati ammazzati tanti, anche ultimamente. Cosi convince l’amico “muzungu” (cioè bianco in swahili, termine che è normalmente usato per gli europei ma che è stato affibbiato come nomignolo a Robinson) a seguirlo.

Inventa di sana pianta di essere stato convocato a Mwanza, in Tanzania, perché c’è per entrambi un buon lavoro ben pagato: conducente di autobus. Robinson, che dalla nascita viene trattato come un paria e un reietto, crede alle promesse dell’amico, forse l?unico amico (almeno così crede) che ? a parte la madre adottiva – ha avuto nella sua vita. E entusiasta decide di seguirlo.

Quando arrivano a Mwanza, i membri di un’associazione di buoni samaritani le notano: “Che ci fa lì quel keniota con l’amico albino?”, si chiedono e avvisano la polizia. Gli agenti, li tengono d?occhio e si accorgono che Nathan prende contatto con alcuni stregoni. Si fingono così loro stessi acquirenti e si sentono chiedere l’equivalente di 220 mila euro in cambio di Robinson. Vivo. Avrebbero dovuto pensarci loro ad ammazzarlo, farlo a pezzi e ad utilizzare come avessero voluto le parti del suo corpo. Anzi, se avessero preferito, avrebbero potuto smembrarlo da vivo. Il rito macabro di magia nera avrebbe avuto più effetto. I poliziotti salvano l?albino da una fine orrenda e arrestano Nathan che viene processato per direttissima e condannato a 17 anni di prigione con due capi di imputazione: traffico di esseri umani e sequestro di persona al fine di omicidio. Ora Robinson vive protetto dalla polizia tanzaniana in un luogo segreto. Le autorità temono che possa subire vendette e ritorsioni.

Da secoli parti del corpo umano vengono utilizzate in Africa nelle pratiche di magia nera. Per procurarsi la materia prima i mercanti di morte ammazzano gli albini li tagliano in pezzi che rivendono agli stregoni. Una pratica normale (quasi tollerata) prima dell’indipendenza. Oggi che l’omicidio viene punito severamente, l’unico modo per procurarsi braccia gambe, occhi, testicoli e seni degli albini (attenzione: non si butta nulla dal corpo) è sul mercato nero: dagli assassini trafficanti di organi.

La scomparsa da casa degli albini in alcuni Paesi dell’Africa nera è quasi una routine. Si calcola che dal 2007 siano stati ammazzati 53 albini in Tanzania e 11 in Burundi.

Secondo il South African Police Service Research Centre, il centro di ricerca della polizia sudafricana, è radicata la convinzione che le parti del corpo prelevate da vittime vive abbiano un?azione più potente, grazie alle loro urla. Dunque prima di ammazzare un albino è bene farlo soffrire, meglio con tanto dolore. Omicidi rituali sono stati segnalati in Mozambico la cui polizia comunque indaga su traffici di organi anche per trapianti. Al mercato della superstizione secondo la polizia keniota è molto ricercata la pelle umana. Casi di persone scuoiate sono  state segnalati casi a Mbeya regione della Tanzania e Mwiki periferia di Nairobi. La pelle umana viene utilizzata però soprattutto in Malawi, Zambia, Mozambico e Sud Africa. Quella di un individuo adulto si può comprare per un prezzo che varia da 2 mila a 9 mila euro a seconda dell?età del corpo.

Nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica, il governo della Tanzania durante una fiera internazionale a Dar Es Salaam ha organizzto una mostra in cui sono stati esibiti al pubblico pelle e altre parti del corpo umano.

Il record degli massacri rituali tocca alla Nigeria, le storie di sacrifici rituali vengono, tra l’altro, narrate nei film girati dalla fiorente industria cinematografica dell’ex colonia britannica. Gli omicidi sono perpetrati da persone conosciute come “cacciatori di teste” che agiscono su ordine di stregoni conclamati.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter@malberizzi

Nella foto Robinson Mkwama, 20 anni, l’abino salvato dalla polizia in Tanzania

 

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