Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 15 novembre 2017
Lady Mugabe, l’ex Prima dama dello Zimbabwe, tutti la conoscono come Gucci Grace ma il suo nome è Grace Ntombizodwa Marufu. Cinquantadue anni, è nata in Sudafrica ed era la segretaria di Robert Mugabe diventandone la sua amante.
Chiacchiere malevole dicono che il presidente-dittatore, come cattolico non potesse divorziare dalla prima moglie, Sally Hayfron, e l’unica soluzione fosse il suo decesso. Cosa che avvenne, ufficialmente, per insufficienza renale nel 1992. La relazione con la segretaria divenne ufficiale e Mugabe la sposò nel 1996.
Con un dottorato in sociologia preso dopo due mesi di iscrizione all’Università dello Zimbabwe, il soprannome Gucci Grace è dovuto alle spese pazze degne di una regina, e da sovrana si è sempre comportata, come se il Paese fosse suo.
Negli anni intorno al 2000 ha usato la Banca centrale dello Zimbabwe come il suo bancomat ritirando circa 5,5 milioni di dollari. Nel 2003 sono state documentate spese per oltre 120 mila dollari durante un breve shopping a Parigi. L’ex Prima dama non ha mai badato a spese quando il marito andava a curarsi a Singapore mentre in Zimbabwe la sanità è ormai inesistente da anni.
Questo accade in un Paese allo stremo dove tutto il Matabeleland, la regione a ovest, popolata dagli ‘Ndebele etnia antagonista di Mugabe, è letteralmente alla fame da oltre un decennio e il resto della nazione africana non se la passa meglio.
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All’ex First lady, se non per incontri internazionali, è vietato l’ingresso in tutta l’Unione Europea e negli Stati Uniti per il suo ruolo nella dittatura dello Zimbabwe. È odiata dalla gente per il suo comportamento arrogante e viziato e per i noti maltrattamenti a tutti coloro che le sono intorno.
Per un momento aveva creduto di ereditare la dittatura che il marito 93enne aveva pianificato di cederle ma non aveva fatto i conti con Emmerson Mnangagwa, vicepresidente silurato da Mugabe lo scorso 6 novembre e con le forze armate che hanno deciso di interrompere la farsa con un’azione militare.
Sandro Pintus
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