Dal Nostro Corrispondente
Franco Nofori
Mombasa, 9 agosto 2017
Il dopo elezioni, in Kenya, si annuncia tutt’altro che rassicurante. Un uomo è morto ieri mattina a Mugurango, nella contea di Kisii, dove un agente di polizia di guardia al seggio elettorale, secondo quanto sostiene il Nation Newspaper, ha sparato alla schiena di una persona in attesa di votare. Il capo delle polizia locale ha dichiarato che si sta indagando sul fatto, ma secondo le testimonianze dei presenti, la vittima sarebbe intervenuta per sedare la lite tra due giovani ed in quella circostanza uno dei due sarebbe stato colpito dall’agente.
Nel pomeriggio di oggi, altre cinque vittime. Un gruppo di dimostranti, nello slum di Mathare, a Nairobi pare avesse tentato di aggredire dei poliziotti con i machete. Gli agenti si sono difesi uccidendo due degli aggressori. Ed infine intorno alle 18.30, l’ultimo eccidio non si sa se politico o comune: un gruppo di persone ha preso d’assalto un seggio elettorale nella contea del Tana River, in cui era ancora in corso lo spoglio delle schede. Hanno accoltellato a morte un addetto, poi sono immediatamente scappati all’arrivo della polizia che, comunque è riuscita ad uccidere due assalitori.
Sempre nella giornata di oggi, a Kisumu, il più importante feudo del NASA, un centinaio di dimostranti è sciamato per le vie cittadine urlando slogan contro l’avversario Uhuru e inalberando cartelli in cui si leggeva: “In Kenya no Raila no peace” (non ci sarà pace in Kenya senza Raila). La polizia, intervenuta in forze, ha dovuto far uso dei lacrimogeni per disperdere i dimostranti.
Gli episodi di oggi sono avvenuti dopo le sempre più gravi e sensazionali dichiarazioni di Raila Odinga, rilasciate in una conferenza stampa di questa mattina presso la sede NASA. “Respingiamo i risultati divulgati ed aggiornati dai media – ha detto il leader dell’opposizione – perché sono il frutto di una ben congegnata frode. I nostri avversari, infiltrandosi nei processi dell’IEBC (la commissione elettorale del Kenya) hanno utilizzato il codice d’ingresso al sistema di Chris Msando, prelevato dopo la sua uccisione (http://www.africa-express.info/2017/07/31/l8-agosto-il-kenya-vota-seviziato-e-assassinato-il-vicecapo-della-commissione-elettorale/) ed hanno inserito un algaritmo che altera i risultati in arrivo, di un 11% ai nostri danni.”
Accuse pesantissime di cui Odinga asserisce di avere le prove e che non mancheranno di creare forti tensioni tra gli elettori. Dal Canto suo, il presidente della Commissione elettorale, in una conferenza stampa di poche ore dopo, ha tenuto un atteggiamento equilibrato senza polemizzare con le accuse, ma dicendo di averne preso debita nota ed assicurando che ogni dubbio verrà chiarito. Ha anche aggiunto che quando lo spoglio sarà completato e la sua commissione dovrà dichiarare i vincitori, entro i sette giorni prescritti, la cosa sarà fatta in assoluta trasparenza. Intanto, ha invitato tutti alla calma ed alla pazienza.
Un primo avvallo alla regolarità del voto, è arrivato dal rappresentante degli osservatori dell’African Union, l’ex presidente sudafricano Thabo Mbeki, secondo il quale, le operazioni elettorali monitorate dai suoi collaboratori in vari seggi del paese, non hanno fatto emergere irregolarità di sorta. Peraltro, stando a quanto asserito da Odinga, le alterazioni non avrebbero avuto luogo nei seggi, ma nel centro informatico dell’IBEC che li elabora. Gli osservatori dell’Unione Europea anno annunciato una conferenza stampa per domani mattina.
Subito dopo le dichiarazioni di Odinga, nella conferenza stampa di questa mattina, ha preso la parola il suo vice, Kalonzo Musyoka. Anche lui ha sostenuto le accuse del leader ed ha invitato alla pace. “State tranquilli – ha detto – e riprendete le vostre usuali occupazioni con serenità. Se ci saranno azioni da intraprendere, lo saprete a tempo debito”. Insomma, non proprio la migliore esortazione per ispirare la calma.
Comunque, nel corso della giornata, l’IBEC ha sospeso i conteggi del voto, decisione che, in qualche modo, darebbe una qualche fondatezza ai rilievi di Odinga e, a confermare la gravità della situazione, è arrivato ieri a Nairobi l’ex segretario di stato John Kerry che guida una delegazione di osservatori della fondazione Carter. Anche a lui, tra gli altri, toccherà di mediare una situazione che si sta facendo sempre più esplosiva ora dopo ora.
Franco Nofori
franco.kronos1@gmail.com
@Franco.Kronos1