KENYA

Maratona di Boston: nuovo strepitoso trionfo dei runner kenyani

Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
23 aprile 2025

John Korir sedeva ancora sui banchi di scuola, quando suo fratello Wesley nel 2012 si affermava nella più antica maratona del mondo, quella di Boston (Massachusetts).

Sharon Lokedi, all’epoca di poco più grande, aveva appena cominciato a studiare infermieristica ed economia.

Sharon Lokedi e John Korir, vincitori della Maratona di Boston (USA)

Scarpe con “le ali”

Entrambi kenyani, John e Sharon, hanno volato (con scarpe avveniristiche) sulle strade di Boston e hanno conquistato la 129° edizione della maratona americana, cui hanno preso parte oltre 30 mila runners (fra cui 350 italiani).

Ormai sembra diventata un affare di Stato (kenyano) e un affare familiare (sempre kenyano) la prestigiosa gara dei 42,195 km disputatasi il 21 aprile scorso (funesto giorno del lunedì dell’Angelo per la Chiesa, Patriot’s Day per gli americani).

John Korir, 28 anni, arrivato quarto due anni fa, ha avuto la soddisfazione di esultare sul podio più alto dove 13 anni fa era salito il suo (più) grande fratello, Wesley, oggi quarantaduenne.

Bonus 50mila dollari

Sharon Lokedi, 31 anni, ha stabilito il nuovo record della corsa con il tempo di 2h17’22” (con bonus di 50 mila dollari) ha allungato la serie dei successi femminili kenyani, ininterrotta dal 2001, e ha bruciato le speranze della connazionale Hellen Obiri, 35 anni, di vincere per la terza volta consecutiva la competizione.

Due successi sonanti per John e Sharon (150 mila dollari a testa per il primo posto), che alle spalle hanno altrettanti trionfi nelle più importanti maratone mondiali. Korir, infatti, ha conquistato la gara di Chicago nell’ottobre scorso, la Lokedi quella di New York nel novembre di due anni fa.

“Troppe volte sono arrivata alle sue spalle – ha commentato la vittoriosa Lokedi alludendo alla Obiri – stavolta però mi ero ripromessa che non doveva succedere. Devo lottare fino alla fine e vedere come va”.

Ispirato dal fratello campione

“Mio fratello Wesley mi aveva avvertito che il percorso da Hopkinton a Boston’s Copley Square sarebbe stato veloce, ma duro e mi aveva invitato a credere in me stesso – ha dichiarato John all’arrivo dove è giunto in 2h4’45” (il secondo tempo più veloce nella storia di questa maratona, ndr)  –. Ho seguito il suo consiglio e ora siamo entrati nella storia”. All’arrivo è stato proprio Wesley a correre incontro al ‘fratellino’ e abbracciarlo, dopo aver fatto salti di gioia non appena si è reso conto che John sarebbe arrivato primo al traguardo storico di Boylston Street.

E pensare che la gara era cominciata male per il kenyano: alla partenza è inciampato e sembrava aver perso il pettorale. Lo ha tirato fuori dai pantaloncini mentre sprintava sul traguardo. “Qualcuno mi ha fatto cadere da dietro”, ha raccontato.

I fratelli John e Wesley Korir

I due fratelli, originari di Kitale, sono molto uniti e non solo nell’Atletica: Wesley Korir ha utilizzato parte del premio vinto a Boston nel 2012, per costruire un ospedale in Kenya. E John ha promesso di devolvere parte della sua vincita alla Transcend Talent Academy, una scuola senza scopo di lucro sponsorizzata dalla Kenyan Kids Foundation. L’istituto, che sorge a Cherangany, nella contea nordoccidentale di Trans-Nzoia, offre borse di studio ai bambini dotati, ma bisognosi.

Ex parlamentare

Wesley ha… corso anche per il Parlamento: è stato deputato dal 2013 al 2017. Laureatosi in Biologia negli Stati Uniti, si è impegnato sia nella scuola Transcend (nel 2014 è stato girato un omonimo documentario) sia per la sanificazione dell’acqua nel suo Paese, perché, è solito dire: “L’acqua è una medicina e se usiamo l’acqua pulita evitiamo l’80 per cento delle malattie”.

Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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