Massimo A. Alberizzi
9 aprile 2025
Il 4 aprile scorso, ultimo giorno della 58a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, l’Agenzia ONU con sede a Ginevra ha votato il rinnovo del mandato di Francesca Albanese come relatrice speciale sui Territori palestinesi occupati.
L’incarico durerà altri tre anni, scadrà quindi nel 2028 ed è stato rinnovato nonostante l’opposizione di diversi gruppi pro-Israele, tra cui gli Stati Uniti.
Francesca Albanese ha subito una campagna denigratoria orchestrata dai gruppi di pressione sionisti legati a Israele che si opponevano al rinnovo del suo mandato. Il Paese ebraico ha mobilitato le organizzazioni amiche che mal sopportavano le critiche esplicite e pesanti contro Israele e la sua politica genocidaria sulla battaglia di Gaza.
Per questo motivo diversi Paesi si erano espressi contro il rinnovo dei suo mandato, hanno confidato ad Africa ExPress diverse fonti autorevoli ai quartieri generali delle Nazioni Unite di New York, Ginevra a Nairobi. “Francesca Albanese gode della fiducia incondizionate del segretario generale Antonio Guterres, ma alcuni governi non ne volevano sapere proprio per le critiche che la coraggiosa diplomatica aveva espresso alla politica di Israele”.
Francesca Albanese ha rilasciato diverse interviste (una anche ad Africa Express) ed è stata sempre molto dura con lo Stato ebraico. Ha parlato senza peli sulla lingua di pulizia etnica contro i palestinesi e genocidio sia a Gaza, sia in Cisgiordania.
Non è stata da meno nei sui rapporti ufficiali e nelle sue apparizioni pubbliche. La signora Albanese, visibilmente scioccata dalle immagini e dalle notizie che arrivano dalla Palestina, non ha lesinato rimproveri alla comunità internazionale, rea di inerzia e insipienza.
Il suo attivismo umanitario ha scatenato la reazione dei gruppi filo israeliani, a cominciare dal deputato laburista britannico David Taylor, che in un’intervista a The Jewish Chronicle, giornale di impronta sionista, l’ha accusata di aver giustificato l’ignobile attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e di dipingere Israele come un Paese che “aiuta i coloni a invadere le terre palestinesi”.
La campagna di denigrazione ha raggiunto il suo apice sul sito UN Watch dove Francesca Albanese viene definita un’antisemita apologeta di Hamas e attaccata in tutti i modi.
UN Watch (un sito di propaganda israeliana che trabocca di insulti) ha pubblicato un rapporto di 60 pagine, intitolato “Un lupo vestito d’agnello”, in cui accusa Albanese di promuovere l’antisemitismo e il “terrorismo” un ruolo, se fosse vero, non consono a qualsiasi rappresentante delle Nazioni Unite. L’organizzazione ha anche lanciato una petizione per sollecitare l’UNHRC a respingere la sua riconferma.
Naturalmente tutte accuse false e non dimostrate. Sono invece semplici critiche suffragate da fatti. E dispiace che si continui a riproporre l’equazione secondo cui ogni critica a Israele diventa un’apologia dell’antisemitismo.
Quest’equazione danneggia innanzitutto gli ebrei perché porta l’opinione pubblica a pensare che la politica genocidaria di Israele sia decisa e voluta dagli ebrei. Invece è decisa e voluta dai circoli sionisti e c’è una grande differenza tra semitismo e sionismo e quindi tra antisemitismo e antisionismo. Una differenza che il sionismo vuole cancellare.
In occasione di una recente sessione dell’UNHRC (Alto Commissariato per i Rifugiati) a Ginevra, il direttore di UN Watch, Hillel Neuer, ha chiesto l’immediata cessazione del mandato di Albanese.
Ma no solo: anche altri gruppi, tra cui il Congresso ebraico mondiale e l’organizzazione giovanile sionista e di estrema destra Betar, hanno preso di mira Albanese. Secondo quanto pubblicato da alcuni media inglesi, Betar avrebbe minacciato di attaccarla durante una recente visita a Londra, facendo riferimento ai micidiali attacchi aerei di Israele in Libano dello scorso anno.
Naturalmente non potevano mancare gli insulti dei quotidiani di destra italiani, Libero e il Giornale si sono sperticati in false accuse. Il marito di Francesca Albanese (non si sa neppure se esiste) sarebbe pagato dai palestinesi da qui le posizioni anti israeliane della moglie. Parole in libertà.
Massimo Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
X #sbavaglio
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA
Vuoi contattare Africa ExPress? Manda un messaggio WhatsApp con il tuo nome e la tua regione (o Paese) di residenza al numero +39 377 0905 761 e ti richiameremo.
Africa Express viene diffuso in tempo reale
sulla piattaforma Telegram al canale https://t.me/africaexpress
e sul canale Whatsapp https://whatsapp.com/channel/0029VagSMO8Id7nLfglkas1R
ai quali ci si può abbonare gratuitamente.
Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 25 aprile 2025 Da dieci giorni il Sudan…
Africa ExPress pubblica opinioni provenienti da una vasta gamma di prospettive al fine di promuovere…
Dal Nostro Corrispondente Sportivo Costantino Muscau 23 aprile 2025 John Korir sedeva ancora sui banchi…
Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 22 aprile 2025 L’Africa piange Papa Francesco. E…
Dalla Nostra Vaticanista Emanuela Provera 21 aprile 2025 The English version is here Nato nel…
From Our Vatican Correspondent Emanuela Provera April 21, 2025 La versione in italiano si trova…