Pretoria si avvicina a Cina e Russia, condanna Israele e Washington espelle l’ambasciatore sudafricano

Simon’s Town è un porto strategico che fa comodo a Pechino. La cosa irrita gli Stati Uniti perché minaccia i suoi interessi

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Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
6 aprile 2025

I dazi del 30 per cento sono l’ultimo sgradito “regalo” annunciato il 2 aprile dal presidente americano, Donald Trump, al Sudafrica. Queste pesanti tasse seguono cronologicamente l’espulsione dell’ambasciatore sudafricano in USA, Ebrahim Rasool, del 14 marzo come “persona non gradita”.

Il caso Rasool

La “cacciata” dell’ambasciatore, molto rara in diplomazia, è avvenuta dopo le critiche di Rasool. Aveva dichiarato che Trump e il suo seguito sono un movimento “suprematista” che proietta il “vittimismo bianco”. I due episodi sottolineano l’atteggiamento ostile del gigante americano verso il Paese arcobaleno.

Ebrahim Rasool
L’ambasciatore Ebrahim Rasool al suo ritorno in Sudafrica dopo l’espulsione dagli USA

“Essere persona non grata è per me un distintivo di dignità – ha affermato l’ambasciatore appena arrivato in Sudafrica -. È il  sigillo dei nostri valori e ci conferma che abbiamo fatto la cosa giusta: ci siamo impegnati nella difesa dei diritti umani”

Il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, dopo il licenziamento del suo ambasciatore, via X, ha confermato la politica estera del Sudafrica. “Il nostro impegno per i diritti umani definisce la nostra politica internazionale o estera. E questo è ciò che siamo, come sudafricani”, ha sostenuto.

Un impegno che il Sudafrica ha espresso il 29 dicembre scorso, denunciando Israele di genocidio a Gaza alla Corte internazionale di giustizia (CIG). Cosa che gli USA, amici di Israele, non hanno gradito e ha fatto imbestialire Donald Trump insediatosi come 47° presidente il 20 gennaio scorso.

Resa dei conti

Il presidente americano e il suo uomo di fiducia, il miliardario sudafricano Elon Musk, stanno mettendo in atto la resa dei conti. La denuncia alla CIG contro Israele ha innescato una pesante reazione contro il Sudafrica. A febbraio scorso Trump ha firmato un ordine esecutivo che tagliava gli aiuti finanziari degli Stati Uniti a Pretoria.

“Il Sudafrica dovrebbe essere un alleato dell’Occidente democratico. Invece, si sta comportando in modo più allineato con la Cina, la Russia e l’Iran”. Sono  le parole di Joel Pollak, commentatore politico conservatore americano di origine sudafricana, che lavora per Breitbart News, giornale dell’estrema destra USA. Le dichiarazioni di Pollak sono state rilasciate a BusinessTech, quotidiano sudafricano online, per confermare la posizione dell’amministrazione Trump.

Gli afrikaner

Musk ha rincarato il conto verso il Sudafrica accusandolo di razzismo contro la minoranza bianca afrikaner, discendente dei coloni olandesi arrivati in Sudafrica nel 1600.

Trump ha offerto asilo negli Stati Uniti alla minoranza bianca indicandola come vittima dell’apartheid al contrario. Circa 67 mila afrikaner, hanno espresso interesse per l’offerta di diventare rifugiati degli Stati Uniti.

Ma ora gli eredi dei primi olandesi chiedono di più. I rappresentanti di Orania, paesino tutto afrikaner di 3.000 abitanti, sono andati negli USA. Chiedono che Donald Trump li aiuti a diventare uno Stato indipendente.

Sudafrica e i BRICS

Non dimentichiamo il Paese di Mandela, dal 2010 fa parte del gruppo  delle economie emergenti (BRICS) composte da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

Oggi il gruppo è diventato BRICS+ perché ne fanno parte anche Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Iran (2024), Indonesia (2025).E la presenza del Sudafrica con Russia, Cina e Iran non è molto gradita agli Stati Uniti.

mappa provincia del Capo-False Bay
Mappa della provincia del Capo e la posizione si Simon’s Town nella False Bay (Courtesy GoogleMaps)

Le manovre militari

A Washington non sono piaciute le manovre militari navali della marina sudafricana con Russia e Cina. La prima “Esercitazione Mosi” si è tenuta a Città del Capo nel novembre 2019. La seconda “Esercitazione Mosi II” si è svolta nel febbraio 2023 al largo del KwaZulu-Natal, tra Durban e Richards Bay. Questa non gradita nemmeno all’Unione Europea visto che eravamo in piena occupazione russa dell’Ucraina.

Ricordiamo che il Sudafrica e l’African National Congress (ANC) che governa il Paese dal 1994, hanno un debito di riconoscenza verso Mosca e Pechino. Sono i Paesi che hanno supportato il popolo sudafricano nero ad uscire dall’apartheid.

Il porto di Simon’s Town

Secondo Joel Pollak, la piccola Simon’s Town, nella False Bay, Capo occidentale, ha un porto strategico. È diventata un punto geopolitico chiave in una battaglia internazionale tra Stati Uniti e Cina.

Infatti, le navi militari cinesi e russe nelle manovre del 2019 si sono appoggiate a quella base militare navale, la più importante del Sudafrica.

La base militare sudafricana è situata sul punto di incontro tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano. Un porto che fa comodo alla Cina, Paese amico di Pretoria. E anche questo agli Stati Uniti non piace per niente.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

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