I tre cittadini americani durante il processo dello scorso settembre
Dietro richiesta del pubblico ministero, il capo di Stato della Repubblica Democratica del Congo, Felix Tshisekedi, ha concesso la grazia a tre cittadini statunitensi, Marcel Malanga, Tyler Christian Thomson e Benjamin Zalman. La sentenza di morte è stata commutata in ergastolo.
I tre americani erano stati condannati alla pena capitale insieme a 31 congolesi, un canadese, un inglese e un cittadino belga, lo scorso settembre, durante il processo per il fallito golpe del 19 maggio 2024. La sentenza era poi stata confermata in appello che si è tenuto a gennaio.
Tra i tre statunitensi (tutti nati negli USA) c’è anche Marcel, figlio di Christian Malanga, ideatore del fallito golpe e ucciso quando ha tentato di entrare nel Palais de la Nation a Kinshasa.
Tyler Christian Thomson, invece, è una vecchio amico di Marcel. La loro amicizia risale ai tempi del liceo. I due erano anche membri della stessa squadra di football di Salt Lake City in Utah. Mentre Benjamin Zalman era socio in affari dell’ideatore del golpe, Christian Malanga.
La pena capitale, abolita de facto nel 2003 in Congo-K, è stata ripristinata a marzo 2024. Grazie all’ordinanza presidenziale, Marcel Malanga, Tyler Christian Thomson e Benjamin Zalman ora potranno chiedere l’estradizione negli Stati Uniti e scontare lì le condanne.
Recentemente Kinshasa ha offerto agli Stati Uniti l’accesso esclusivo a minerali critici e progetti infrastrutturali in cambio di assistenza per la sicurezza, contro i ribelli del M23/AFC, che assieme alle truppe del vicino Ruanda hanno invaso le ricche regioni minerarie dell’est del Paese. Trattative in tal senso sono già in corso.
Ronny Jackson, l’emissario di Trump e membro del Congresso degli Stati Uniti, ha incontrato il presidente congolese a marzo, si è poi recato anche a Kigali, dove è stato ricevuto da Paul Kagame, leader del Ruanda. Il deputato americano ha fatto una breve tappa anche in Burundi e in Uganda.
Dopo il tour nella regione dei Grandi Laghi, durante un’audizione alla Commissione degli Esteri USA, ha criticato severamente la situazione in Congo-K. Secondo Jackson, la corruzione galoppante ha arricchito i membri del governo e le loro famiglie, mentre la popolazione muore di fame. Ma ha puntato il dito anche sui governi vicini, come Ruanda, Burundi e Uganda. “Sappiamo bene che tutti e tre importano minerali dalla ex colonia belga, tutti lo fanno e niente può fermarli”, a poi concluso il deputato di Washington.
Intanto due giorni fa il dipartimento di Stato USA ha nominato l’uomo d’affari di origine libanese, Massad Boulos, come principale consigliere per l’Africa. Boulos è già incaricato delle stesse mansioni per quanto riguarda Medio Oriente e le questioni arabe.
L’uomo d’affari americano è nato in Libano e proviene da una famiglia greco-ortodossa. Dopo gli studi in Business administration in Texas, ha lavorato in Nigeria, come direttore di SCOA, società che si occupa di vendita, manutenzione e locazione di autovetture.
Boulos è un personaggio talmente “discreto”, che a volte non rispecchia la realtà. Viene presentato come miliardario, ma, secondo quanto reso noto dal NYT, l’anno scorso la sua società ha prodotto solamente 66mila dollari di profitto. La ricca di casa sarebbe la moglie Sarah, erede di un impero familiare attivo per lo più in Africa centrale. Va sottolineato che il nuovo consigliere per l’Africa è padre di un genero di Trump. Il figlio Michael, infatti, è il marito di Tiffany Trump. Nei prossimi giorni il consuocero del presidente USA visiterà alcuni Paesi africani – Uganda, Congo-K, Ruanda e Kenya – e sarà accompagnato da Corina Sanders, diplomatico di carriera.
Durante il tour africano, Boulos e il suo team incontreranno capi di Stato e leader d’impresa per promuovere gli sforzi per una pace duratura nella parte orientale della RDC e per incentivare gli investimenti del settore privato statunitense nella regione.
Africa-ExPress
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