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Operazione Red Card: sette Paesi africani con Interpol contro la cybercriminalità: oltre 300 arresti

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
28 marzo 2025

Benin, Costa d’Avorio, Nigeria, Ruanda, Sudafrica, Togo e Zambia sono i Paesi che hanno partecipato all’Operazione Red Card di Interpol. Si tratta di un intervento internazionale coordinato contro la cyber criminalità, operativo dal novembre 2024 al febbraio 2025.

Criminalità transfrontaliera

L’obiettivo era diretto a smantellare le reti criminali transfrontaliere responsabili di frodi informatiche su larga scala e truffe online. Oltre 5.000 le vittime colpite da truffe bancarie su cellulare, schemi di investimento fraudolenti e frodi con app di messaggistica.

Il maggior numero di arresti, 130, in Nigeria. I truffatori sono accusati di frodi informatiche quali truffe di casinò online e investimenti. Per evitare di essere individuati avrebbero convertito i proventi illeciti in beni digitali.

African Joint Operation against Cybercrime, agenti al lavoro (Courtesy AFJOC)

Traffico di esseri umani

Gli investigatori hanno scoperto che le truffe erano portate avanti da persone, vittime del traffico di esseri umani, costrette dai loro carnefici ad effettuare attività fraudolente. L’indagine, in Nigeria, ha portato al sequestro di 26 veicoli, 16 case, 39 terreni e 685 dispositivi elettronici.

Truffe telefoniche e via social

Secondo Paese per numero di arresti è il Ruanda: 45 persone. I delinquenti sono accusati di aver frodato le loro vittime attraverso i social per un totale di oltre 300 mila dollari (280 mila euro) nel 2024.

Gli arrestati si fingevano familiari feriti e chiedevano denaro per le spese ospedaliere. Oppure, telefonavano dicendo all’interlocutore che aveva vinto alla lotteria facendosi dare i suoi dati sensibili. Le autorità hanno recuperato 100 mila dollari (93 mila euro) e sequestrato 292 dispositivi elettronici.

Frode delle SIM

In Sudafrica è stata smantellata una gang specializzata nella frode delle SIM box. Gli agenti hanno arrestato 40 persone. Utilizzavano un sofisticato sistema che dirottava le chiamate internazionali facendole apparire come chiamate locali.

I truffatori si servivano di questa tattica per condurre attacchi di phishing via SMS su larga scala. La polizia ha confiscato più di mille schede SIM e 53 computer.

I malware in Zambia

Quattordici i cyber criminali arrestati in Zambia tutti membri di un’organizzazione che hackerava i cellulari. Attraverso un messaggio con un link prendevano il controllo del dispositivo nel quale veniva installato il malware.

Una volta acquisita la gestione del telefono avevano anche l’uso delle applicazioni bancarie e quelle di messaggistica delle vittime. Attraverso le chat di gruppo diffondevano i malware aumentando il numero di apparati “catturati”.

Fondi dal Regno Unito

L’operazione, è costata 3,2 milioni di sterline (3,8 milioni di euro), finanziata dal Foreign, Commonwealth & Development Office del Regno Unito. È stata condotta nell’ambito dell’African Joint Operation against Cybercrime-AFJOC (Operazione congiunta africana contro la criminalità informatica).

Queste frodi e truffe sono ben conosciute ormai da tempo nel nostro Paese. In Africa il fenomeno si sta ampliando e, data l’ingenuità della popolazione e la minore conoscenza della tecnologia, riescono ad andare a segno più facilmente.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

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Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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