Congo-K e Ruanda, prove di dialogo in Qatar ma la pace è ancora lontana

Kagame e Tshisekedi auspicano un cessate il fuoco, i ribelli conquistano un'altra importante città nel Nord-Kivu. Procede la trattativa tra Washington e Kinshasa per l'accesso ai minerali critici

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Africa ExPress
Nairobi, 21 marzo 2025

In guerra le sorprese non finiscono mai. Se da un lato il gruppo ribelle M23/AFC, sostenuto dal governo di Kigali, ha boicottato i negoziati di pace a Luanda in agenda per il 18 marzo 2025, dall’altro, i presidenti del Ruanda, Paul Kagame e della Repubblica Democratica del Congo, Felix Tshisekedi, si sono incontrati martedì a Doha, capitale del Qatar.

Vertice preparato in gran segreto

La riunione tra di due capi di Stato è stata tenuta segreta fino all’ultimo e è stata mediata dall’emiro qatariota, Tamim Ben Hamad Al Thani. Nella serata di martedì, il ministero degli Esteri di Doha ha pubblicato un comunicato congiunto: “I due presidenti hanno riaffermato l’impegno di tutte le parti per un cessate il fuoco immediato e incondizionato. Inoltre hanno concordato sul fatto che è indispensabile continuare le discussioni iniziate in Qatar per stabilire solide basi per una pace duratura”.

Al centro, l’emiro del Qatar,Tamim Ben Hamad Al Thani, a sinistra Paul Kagame, presidente del Ruanda, Felix Tshisekedi, capo di Stato del Congo-K

Nuova avanzata dei ribelli

Per ora nessuna precisazione per quanto concerne M23/AFC. Tuttavia sembra che le dichiarazioni dei due leader non abbiano fatto breccia sui ribelli che controllano Goma e Bukavu, rispettivamente capoluoghi del Nord- e Sud-Kivu e altri territori nell’est del Congo-K.  Infatti, proprio ieri il gruppo armato sostenuto dal Ruanda ha conquistato la città di Walikale (Nord-Kivu) dopo intensi combattimenti. Il centro abitato si trova solo una cinquantina di chilometri dalla miniera di stagno di Bisie, la terza più grande al mondo per produzione.

Già dal 14 marzo la società mineraria Alphamine, che ha sede alle Mauritius, ha sospeso le operazioni di estrazione per l’avanzata del gruppo armato.

Miniera di stagno a Bisie (RDC) dell’Alphamine

Finora dunque nessun cessate il fuoco in vista, come auspicato da Kagame e Tshisekedi durante i colloqui a Doha.

Una volta terminato il vertice, Tina Salama, portavoce di Tshisekedi, ha poi precisato sul suo account X (ex Twitter): “E’ stato appena deciso un cessate il fuoco tra Ruanda e RDC. I dettagli dell’attuazione di quanto concordato saranno specificati nei prossimi giorni”.

La presidenza del Ruanda ha confermato che i due leader hanno discusso dell’urgente necessità di un dialogo politico diretto per affrontare le “cause profonde del conflitto. Il presidente Kagame è convinto che se tutte le parti lavorano insieme, le cose possono andare avanti più rapidamente”.

M23/AFC boicottano vertice in Angola

Niente di fatto, invece, nella capitale angolana. Il ministero degli Esteri della ex colonia portoghese ha annunciato martedì che per circostanze particolari e per cause di forza maggiore, i tanto attesi colloqui diretti tra M23/AFC e il governo di Kinshasa sono stati annullati all’ultimo minuto.

In un breve comunicato i ribelli avevano fatto sapere che le sanzioni europee imposte ai propri leader, “hanno compromesso seriamente il dialogo diretto, impedendo così qualsiasi progresso”.

Va sottolineato che il leader angolano, João Lourenço, che è anche l’attuale presidente di turno dell’Unione Africana, era stato nominato mediatore dall’Istituzione con sede a Addis Abeba, già nel 2022. E, la delegazione congolese, presente a Luanda già da lunedì scorso, è ritornata a Kinshasa a mani vuote.

Finora tutti tentativi diplomatici per porre fine al conflitto nella parte orientale della ex colonia belga sono falliti. A dicembre i due presidenti avrebbero dovuto incontrarsi a Luanda, ma all’ultimo momento il vertice è stato annullato.

Rottura tra Ruanda e Belgio

Da lunedì scorso il Ruanda ha interrotto i rapporti diplomatici con il Belgio. Olivier Nduhungirehe, ministro degli Esteri di Kigali, ha chiesto all’attaché d’affaire di Bruxelles di lasciare il Paese entro 48 ore.

La drastica decisione delle autorità di Kigali è scaturita dal fatto che il Belgio si sarebbe apertamente schierato con l’ex Congo belga in questo conflitto regionale e continuerebbe a mobilitarsi contro il Ruanda in vari forum, discreditando il Paese.

Anche il Belgio ha ovviamente preso provvedimenti simili nei confronti dei diplomatici ruandesi accreditati a Bruxelles. Tuttavia, il ministro degli Esteri Maxime Prévot, ritiene le misure adottate dal suo omologo ruandese sproporzionate, sottolineando che in caso di disaccordo, Kigali evita il dialogo.

Sanzioni UE

Proprio a causa del conflitto in corso nell’est del Congo-K, l’Unione Europea ha adottato sanzioni – anche dietro pressioni del Belgio – contro quattro personalità ruandesi (e anche nei confronti di alcuni congolesi).

Dopo aver proposto agli USA l’accesso esclusivo a minerali critici e progetti infrastrutturali in cambio di assistenza per la sicurezza contro i ribelli del M23/AFC, che assieme alle truppe del vicino Ruanda hanno invaso le ricche regioni minerarie dell’est del Paese, Donald Trump non ha perso tempo.

Emissario USA a Kinshasa

Domenica scorsa il presidente congolese ha ricevuto la visita di Ronny Jackson, inviato speciale di Trump e membro del Congresso degli Stati Uniti.

Jackson ha promesso la collaborazione degli USA affinché ritorni la pace nella ex colonia belga. Ha poi sottolineato: “Stiamo lavorando perché le aziende americane possano venire a investire nel Paese. Ma per questo dobbiamo assicurarci che ci sia un ambiente pacifico”.

Ronny Jackson, inviato speciale di Donald Trump e il presidente del Congo-K, Felix Tshisekedi

Oggi Tshisekedi è ritornato sulla questione RDC/USA, precisando che aveva già avviato i dialoghi con Washington sulle miniere congolesi nel 2019, durante il primo mandato di Trump. Poi, a causa del covid si era bloccato tutto. Il dossier era poi stato consegnato anche all’amministrazione di Joe Biden. “Ma ora con il ritorno di Trump, il progetto è di nuovo in pista”, ha aggiunto il presidente congolese.

In una intervista a Fox News, il leader dell’RDC ha poi chiarito: “Nella Silikon Valley sanno bene di cosa parlo. I nostri minerali sono importanti per gli USA, in particolare coltan, cobalto e litio”.

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