Striscia di Gaza [photo credit Middle East Monitor]
Federica Iezzi
19 marzo 2025
Le forze di occupazione israeliane hanno ripreso senza pietà i bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Ed è ripresa senza pietà anche l’operazione via terra, nel nord dell’enclave, per occupare di nuovo parte del Corridoio Netzarim, che taglia in due il territorio palestinese.
Il tutto in un disperato quadro in cui i civili continuano a non avere accesso al cibo e in cui l’unico impianto di desalinizzazione, che forniva acqua a 500.000 palestinesi, è fermo a causa del duro taglio dell’elettricità da parte di Israele.
La strategia israeliana contro i civili ricorda quella che i nazisti applicavano nei territori occupati: rappresaglia contro i civili per punire i partigiani e i loro attentati. Una tecnica utilizzata per esempio alle Fosse Ardeatine dopo l’attentato contro un drappello di militari tedeschi in via Rasella a Roma.
La strategia di Israele comunque non è cambiata. Nulla di nuovo. Primi ordini di evacuazione a Beit Hanoun, nel nord di Gaza, e nei villaggi di Khuza’a e Abasan, nel sud. Segnalati attacchi nell’area umanitaria di Dayr al-Balah e ad est del campo profughi di Bureij.
Oltre 400 palestinesi sono stati uccisi e centinaia sono rimasti feriti negli attacchi aerei di Tel Aviv, che hanno infranto un cessate il fuoco e un accordo di scambio di prigionieri durato quasi due mesi.
L’Unione Europea ha timidamente esortato Israele a porre fine alle sue operazioni militari sulla Striscia di Gaza e a garantire il flusso di aiuti umanitari.
Il Ministero della Salute palestinese ha affermato che un membro dello staff internazionale delle Nazioni Unite è stato ucciso e altri cinque operatori sono rimasti feriti, in un attacco ai locali dell’UNOPS (Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi ed i progetti), quartier generale delle Nazioni Unite a Dayr al-Balah, nel centro-sud dell’enclave.
Israele ha smentito l’attacco ma Africa Express è in grado di documentare con questo audio in esclusiva (ii cui abbiamo camuffato la voce per evidenti motivi di sicurezza) la morte di un operatore delle Nazioni Unite in servizio in una base dell’organizzazione a Gaza.
“Questi locali sono ben noti alle Forze di Difesa Israeliane e sono stati deconflittualizzati – ha affermato da Jorge Moreira da Silva, direttore esecutivo dell’UNOPS, durante una conferenza stampa a Bruxelles -. Il sito si trova in una zona isolata. Non c’erano altri edifici nelle vicinanze, né alcun obiettivo militare. L’accaduto non può essere dunque classificato come un incidente”.
L’UNOPS è coinvolto nell’azione di bonifica dalle mine antiuomo e anticarro a Gaza. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha immediatamente chiesto un’indagine indipendente. In una politica generale dove di indipendente non c’è praticamente niente.
Numerosi legislatori negli Stati Uniti hanno condannato gli attacchi israeliani, come il senatore Bernie Sanders che ha chiesto l’interruzione degli aiuti militari statunitensi a Israele.
Il leader dell’opposizione israeliana ed ex primo ministro, Yair Lapid, ha invitato gli israeliani a manifestare contro il governo di Netanyahu. E la protesta non si è fatta attendere. Migliaia di israeliani hanno riempito le strade di Tel Aviv e di Gerusalemme per chiedere al governo di riprendere i negoziati per un accordo sui prigionieri.
L’ex ministro degli Esteri palestinese, Nasser al-Qudwa, e l’ex primo ministro israeliano, Ehud Olmert, hanno definito ormai “in rovina” l’accordo di cessate il fuoco, in seguito alla ripresa delle ostilità a Gaza.
Federica Iezzi
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