AFRICA

“Avete legami con i comunisti?”: la Casa Bianca invia questionario a agenzie umanitarie dell’ONU

BBC
Imogen Foulkes
Ginevra, 14 marzo 2025

Gli Stati Uniti hanno inviato alle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite un questionario in cui si chiede di dichiarare se hanno convinzioni o affiliazioni “antiamericane”.

Tra le 36 domande del modulo, inviato dall’Ufficio Statunitense per la Gestione e il Bilancio (OMB), che è parte dell’ufficio del presidente Donald Trump, visionato dalla BBC, ce n’è una che chiede se le organizzazioni hanno legami con il comunismo.

Le agenzie delle Nazioni Unite temono che la mossa sia un segno che gli Stati Uniti stanno pianificando di abbandonare il sostegno agli aiuti umanitari

Tra le maggiori organizzazioni umanitarie del mondo che hanno ricevuto il questionario, ci sono anche l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)i e il Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC).

L’amministrazione Trump ha lanciato un’azione di riduzione dei costi in tutto il governo statunitense, guidata dal miliardario Elon Musk, e ha ridotto ai minimi termini gli aiuti destinati all’estero..

I gruppi dell’ONU temono che la mossa dell’OMB sia un segno che gli Stati Uniti stanno pianificando di abbandonare completamente gli aiuti umanitari, o forse addirittura le stesse Nazioni Unite.

Gli Stati Uniti si sono ritirati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il primo giorno del secondo mandato del Presidente Donald Trump.

Una delle domanda del questionario è la seguente: “Potete confermare che la vostra organizzazione non lavora con entità associate a partiti comunisti, socialisti o totalitari, o a qualsiasi partito che sposa convinzioni antiamericane?”.

Un’altra, invece, chiede alle agenzie di confermare che non ricevono finanziamenti da Cina, Russia, Cuba o Iran – questi Paesi non saranno i migliori amici di Washington ma, come tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite, finanziano le grandi agenzie umanitarie.

Altre domande chiedono alle agenzie umanitarie di assicurarsi che nessun progetto includa elementi di DEI (diversità, equità e inclusione) o qualcosa legato al cambiamento climatico.

Questo potrebbe essere imbarazzante per agenzie come l’Unicef, che sostiene la parità di accesso all’istruzione per le ragazze, o il Programma alimentare mondiale, che cerca di prevenire le carestie sostenendo le comunità colpite dalla siccità a passare a colture più resistenti al clima.

Il professor Karl Blanchet, del Centro di studi umanitari dell’Università di Ginevra, ritiene che le agenzie di aiuto siano destinate a fallire: “La decisione è già stata presa. È molto probabile che gli Stati Uniti interrompano il loro coinvolgimento in qualsiasi sistema delle Nazioni Unite. È il multilateralismo contro l’America first: sono due estremi di uno stesso spettro”.

Le agenzie che lavorano a complesse operazioni umanitarie sono più schiette. È come sentirsi chiedere: “Hai smesso di picchiare tuo figlio, sì o no?”, ha detto un operatore umanitario frustrato.

Le agenzie umanitarie dell’ONU ritengono che il questionario fraintenda i loro principi fondamentali di neutralità e imparzialità: le persone che soffrono a causa di guerre o catastrofi naturali dovrebbero essere aiutate a prescindere dalle loro convinzioni politiche e gli aiuti non dovrebbero essere usati come strumento per rafforzare una particolare nazione.

Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU (OHCHR) ha già scelto di non compilare il modulo. “Dato che si tratta per lo più di domande chiuse, da rispondere con un “sì o un no, con uno spazio di elaborazione molto limitato, e, visto che alcuni punti non erano applicabili alle Nazioni Unite, non eravamo in grado di rispondere direttamente ai questionari online”, ha spiegato un portavoce alla BBC.

“Abbiamo, invece, fornito risposte via e-mail con spiegazioni alle domande per le quali potevamo dare un responso”.

Alcune delle domande riflettono anche gli interessi economici dell’amministrazione del Presidente Trump.

Un punto del questionario riguarda i progetti che potrebbero influenzare “i tentativi per rafforzare le catene di approvvigionamento degli Stati Uniti o per garantire i minerali di terre rare”.

Questa settimana, il segretario di Stato, Marco Rubio, ha annunciato la chiusura della maggior parte dei programmi dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID).

I sondaggi indicano che gran parte degli americani ritiene che il Paese spenda troppo in aiuti esteri.

Gli Stati Uniti spendono una percentuale di aiuti inferiore al PIL rispetto ai Paesi europei ma, grazie alla loro enorme economia, forniscono comunque il 40 per cento dei finanziamenti umanitari globali.

Molte delle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite cui è stato inviato il modulo ricevono finanziamenti non solo da USAID, ma direttamente dal governo statunitense.

La BBC ha chiesto un commento all’OMB e alle missioni statunitensi presso le Nazioni Unite a New York e Ginevra.

Imogen Foulkes

L’articolo originale in lingua inglese della BBC lo trovate qui:

https://www.bbc.com/news/articles/c70enzddxywo

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Redazione Africa ExPress

La redazione di Africa Express è formata da giornalisti che hanno visitato in lungo e in largo il continente africano e il Medio Oriente

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