Indice del Divario Globale di Genere 2024 della Namibia (Courtesy World Economic Forum)
Sandro Pintus
15 marzo 2025
La Namibia, nel Global Gender Gap Index 2024 (GGGI), l’Indice del Divario Globale di Genere, è al top della classifica tra le 146 economie esaminate.
L’indagine annuale, pubblicata dal World Economic Forum (WEF), pone la Namibia in ottava posizione. Il suo punteggio totale è 805 su 1.000. Ha quindi colmato il divario di genere dell’80,5 per cento.
Sono quattro gli indicatori studiati, uguali per tutti i Paesi: partecipazione e opportunità economiche; risultati scolastici; salute e sopravvivenza e empowerment politico. I numeri che hanno portato il Paese dell’Africa meridionale tra i primi dieci sono: 100 per cento sull’educazione; 98 sulla salute; sull’economia 78,3 e sulla politica il 45,6 per cento.
Il Forum sottolinea che la Namibia ha una forte rappresentanza femminile nei ruoli ministeriali e parlamentari (46,2 e 79,2 per cento).
Non è un caso che il 3 dicembre 2024, dopo il terzo mandato come vice-presidente, la parlamentare Netumbo Nandi-Ndaitwah ha vinto le elezioni presidenziali. È la prima donna che assume la posizione di capo dello Stato della Namibia ma anche in Africa australe. Il prossimo 23 marzo ci sarà la cerimonia di insediamento della neo-presidente.
Nei primi dieci, otto sono Paesi europei, uno è dell’Oceania e uno dell’America Latina. In prima posizione della classifica globale c’è l’Islanda con un punteggio di 935 (93,5 per cento), l’ex colonia tedesca è l’unica economia africana del “Top ten”.
Seguono Finlandia (2°, 87,5 per cento), Norvegia (3°, 87), Nuova Zelanda (4°, 83,5); Svezia (5°, 81,6), Nicaragua (6°, 81,1%); Germania (7°, 81). Dopo la Namibia troviamo Irlanda (9°, 80,2) e Spagna (10°, 79,7).
Dieci posizioni dopo la Namibia c’è il Sudafrica, al 18° posto, con il 78,5 per cento; al 27° il Mozambico (77,6); 39° il Ruanda, (75,7); 47° Eswatini, (74,4); 52° Zimbabwe, (74); 54° Tanzania, (73,4) e 57° Botswana, con il 73 per cento. Le altre economie africane sono in ordine sparso.
Nelle ultime dieci posizioni, in coda dalla 137a alla 146a, sono otto le nazioni africane con punteggio tra 0.628 (62.8 per cento) e 0.568 (56,8). In ordine di merito: Marocco, Niger, Algeria, Congo-K, Mali e Guinea.
Termina la classifica, il disastrato Sudan. È vittima di una infinita guerra civile tra governativi di Abdelrahman al-Burhan e i paramilitari della Rapid Support Forces di Mohamed Hamdan Dagalo “Hemetti”.
Il Belpaese si trova – dopo Timor-Est e prima del Ghana – 87a con il punteggio totale di 703 (70,3 per cento). L’Indice del Divario Globale di Genere penalizza l’Italia che scende di 8 posizioni rispetto al 2023.
Nell’educazione l’Italia arriva al 99,6 per cento, alta anche nella copertura sanitaria e l’aspettativa di vita con il 96,7; nell’economia siamo al 60,8. Purtroppo è molto bassa la percentuale nella politica dove il divario di genere è al 24,3 per cento.
Poi c’è la desolante posizione delle donne nel mondo del lavoro che colloca l’Italia agli ultimi posti nell’UE dove la media è il 70 per cento. L’impiego femminile è al 52,5 per cento circa 18 punti percentuali rispetto all’impiego maschile che è al 70,4. Invece il tasso di disoccupazione femminile è all’8,4 per cento, doppio rispetto alla mancanza di lavoro maschile al 4,9.
Forse bisognerebbe guardare l’Africa con occhi diversi. A cominciare dalla Namibia.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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Crediti immagini:
– Jill Bidel e Nandi-Ndaitwah
ByThe White House – F20230222ES-0628, Public Domain, Link
– Mappa della Namibia
Di Marcos Elias de Oliveira Júnior – Opera propria, Pubblico dominio, Collegamento
– Namibia posizione in Africa
Di Marcos Elias de Oliveira
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