Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
28 febbraio 2025
Forse siamo vicini alla soluzione dell’inquinamento di plastica in Africa. Un team di quattro scienziati e scienziate kenioti del Centro Internazionale di Fisiologia ed Ecologia degli Insetti (ICIPE) di Nairobi, Kenya, ha scoperto un super-verme mangia plastica. La ricerca è stata pubblicata su Nature da Evalyne Ndotono, Chrysantus Tanga, Segenet Kelemu e Fathiya Khamis.
Supereroe africano
Il super-verme africano si chiama Alphitobius ed è la larva di un “riciclatore”. E se, grazie al suo importante lavoro, riusciremo a eliminare la plastica dal grande continente, sarà veramente un supereroe africano.
Video dei super-vermi Alphitobius mentre mangiano polistirolo (Courtesy ICIPE)
Sì, perché ha cittadinanza e vive nell’Africa sub-sahariana e avrà parecchio lavoro da smaltire visto l’enorme inquinamento da plastiche. Alphitobius viene chiamato anche verme della farina minore perché vive soprattutto negli allevamenti di pollame. È la forma larvale, che dura otto/dieci settimane, dello scarafaggio Alphitobius.
Negli allevamenti l’insetto trova calore, riparo e soprattutto grande e costante quantità di cibo, situazione ottimale che permette la sua crescita e la riproduzione.
Il lavoro degli scienziati
La scienziata senior del team, Fathiya Khamis dell’ICIPE, in un articolo pubblicato su The Conversation spiega l’esperimento.
“Abbiamo scoperto che i vermi della farina alimentati con polistirolo e crusca sono sopravvissuti in misura maggiore rispetto a quelli alimentati con il solo polistirolo – spiega -. Si aggiungono a un piccolo gruppo di insetti che sono in grado di scomporre la plastica inquinante. È la prima volta che una specie di insetto originaria dell’Africa è stata trovata in grado di farlo”.
Pasto a base di polistirolo
La sperimentazione è durata oltre un mese con tre campioni di larve. Un gruppo è stato alimentato con sola crusca, un altro con crusca e polistirolo e un terzo con solo polistirolo.
“Abbiamo scoperto che i vermi della farina nutriti con polistirolo e crusca sono sopravvissuti in misura maggiore rispetto a quelli alimentati con il solo polistirolo.
Il microbiota intestinale
Ma la scoperta più importante è il microbiota intestinale della larva come “Il nostro studio ha esaminato anche i batteri intestinali dell’insetto – spiega la scienziata -. Volevamo identificare le comunità batteriche che possono sostenere il processo di degradazione della plastica”.
Secondo lo studio “I batteri predominanti osservati nelle larve alimentate con dieta a base di polistirolo sono stati Kluyvera, Lactococcus, Klebsiella, Enterobacter ed Enterococcus. Ma lo Stenotrophomonas ha dominato la dieta di controllo”.
L’indagine ha confermato che il verme può sopravvivere con una dieta a base di polistirolo. Questo succede grazie a un consorzio batteri fortemente associati alla degradazione di questo tipo di plastica.
La plastica in Africa
Purtroppo in Africa, secondo i dati del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) solo il 4 per cento della plastica viene riciclato.
Eppure il 70-80 per cento dei rifiuti solidi urbani generati nel continente sarebbe riciclabile. Durante le piogge questi rifiuti riempiono i corsi d’acqua e le strade delle città diventano fiumi saturi di materie plastiche.

Tutti i Paesi africani hanno presente il problema dei rifiuti delle plastiche, dal polistitolo ai PET, comprese le buste. Alcuni di questi hanno preso provvedimenti per arginare l’inquinamento. In 16 hanno hanno messo al bando la plastica purtroppo senza introdurre regolamenti e farli rispettare.
Alphitobius anche cibo del futuro
I vermi dell’Alphitobius, come le cavallette che divorano i raccolti, in Africa sono cibo super-proteinico. In alcuni Paesi africani come l’Uganda vengono sgranocchiate come snack o come street-food.
Ma non tutti sanno che il verme della farina minore (Alphitobius diaperinus) dal gennaio 2023 può essere venduto anche anche nell’Unione Europea. Dopo la farina di grillo è il quarto tipo di insetti approvato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
X (ex Twitter): @sand_pin
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Non mi sono chiari alcuni passaggi dell’articolo. Sì parla solo di polistirolo, ma ci sono molti tipi vdi plastiche. Sarà efficace con tutte? Se è la larva di un verme che dopo settimane si trasforma in scarafaggio significa che poi ci saranno più scarafaggi? Ed ancora. Se fa parte dei vermi commestibili, nutrendosi di plastica non sarà pericoloso per l’organismo?
Grazie Rosanna Conti per la domanda. La sperimentazione con questo #superverme è stata fatta nutrendolo con crusca e #polistirolo ma stanno continuando anche con plastiche “morbide”. Ne scriverò ancora in seguito quando ci saranno nuovi risultati.
Come scritto nell’articolo, scienziate e scienziati africani dell’ ICIPE – International Centre of Insect Physiology and Ecology, stanno studiando il #microbiotaintestinale della larva #Alphitobius per capire meglio come continuare la sperimentazione con altri tipi di plastica.
Il verme Alphitobius che viene allevato per il consumo umano non ha niente a che fare con i “divoratori” di plastiche. Tranquilla, non fanno in tempo a diventare scarafaggi perché muoiono prima. La ricerca è stata pubblicata sull’autorevole rivista scientifica Nature
Grazie mille per l’esaustiva risposta