Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
18 febbraio 2025
In poco più di un mese il Benin ha subito tre attacchi dei jihadisti del Sahel. L’ultima aggressione risale a sabato scorso, nel parco W, già teatro in passato di sanguinosi assalti dei terroristi. Qualche anno fa in questa riserva naturale sono stati sequestrati anche turisti stranieri.
Nuovo attacco nel Parco “W”
Durante l’ultimo assalto nel parco transfrontaliero “W”, nel nord del Paese, sono stati ammazzati 6 militari dell’esercito della ex colonia francese e 17 aggressori, secondo quanto riferito lunedì a AFP da un ufficiale beninese, che ha voluto mantenere l’anonimato. Finora l’attacco non è stato rivendicato da nessuna formazione terrorista.

Gran parte della riserva fa parte del Niger ed è situata sui meandri a forma di “W” dell’omonimo fiume. Alcune aree, invece si trovano in territorio burkinabé e beninese. Nel 1996 il parco è stato proclamato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Forza Mirador
A gennaio, invece, sono morti 28 militari (forse anche di più) nel nord del Paese, nella zona di confine tra Benin, Niger e Burkina Faso. L’attacco è stato poi rivendicato da JNIM (Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani), legato a al Qaeda.
Un’altra offensiva dei terroristi del 21 gennaio scorso è stata resa nota solo pochi giorni fa e tale aggressione è costata la vita a altri 5 soldati a Talamoussie. E solo due giorni fa un quarto attacco è stato respinto dalle truppe beninensi.
I militari uccisi facevano tutti parte di Forza Mirador, contingente antiterrorismo di 3mila uomini, creato nel febbraio 2022, volto a contrastare gli attacchi dei miliziani di JNIM e EIGS (Etat Islamique du Grand Sahara).
Dopo il rapimento di due cittadini francesi in Benin e l’omicidio della loro guida beninese nel 2019, il governo ha innalzato il livello di allarme per la sicurezza nei dipartimenti settentrionali. Da allora il Paese ha dovuto affrontare ripetuti attacchi dei terroristi del Sahel che cercano di estendere le loro attività ai Paesi del Golfo di Guinea.
Terroristi in libertà
Tempo fa, Patrice Tallon, presidente del Benin, aveva dichiarato che i terroristi proseguono le incursioni e danno filo da torcere nelle zone di frontiera, malgrado tutti gli sforzi messi in campo dal suo Paese. E il presidente aveva poi sottolineato che nei Paesi confinanti i jihadisti continuano a girare liberamente.
Le relazioni con Tallon e i suoi omologhi del Burkina Faso (Ibrahim Traoré) e Niger (Abdourahamane Tchiani) sono piuttosto tesi dopo i colpi di Stato. Pertanto risulta difficile una collaborazione costruttiva per trovare una strategia comune per combattere i continui attacchi dei jihadisti del Sahel.
Migliorare offensiva
Attualmente in Benin sono al lavoro esperti militari stranieri, la cui nazionalità non è stata resa nota al momento attuale. Le autorità ritengono infatti, che i terroristi attivi nel nord del Paese abbiano ormai cambiato strategia. Pertanto l’esercito ha deciso di rivedere la propria linea offensiva e, secondo quanto riportato da RFI, i professionisti arrivati dall’estero, dovranno verificare il sistema Mirador.
Una volta definito il parere degli esperti, il generale di Divisione, Fructueux Gbaguidi, dovrà apportare le modifiche suggerite nel rapporto per migliorare le operazioni del contingente attivo nel nord del Benin. A quel punto, volente o nolente, sarà comunque indispensabile rivedere le relazioni con i governi di Burkina Faso e Niger e elaborare una strategia militare comune per rispondere efficacemente ai continui assalti dei terroristi nella regione.
Istruttori UE

Intanto a fine gennaio sono arrivati a Porto-Novo 5 istruttori spagnoli della brigata “Canaris” per un corso di addestramento sul contrasto agli ordigni esplosivi improvvisati. Il training si è svolto nell’ambito dell’iniziativa di sicurezza e difesa dell’Unione Europea a sostegno dei Paesi dell’Africa occidentale del Golfo di Guinea. A questo ciclo di lezioni hanno partecipato 15 agenti della polizia repubblicana per migliorare le loro conoscenze nella lotta contro i terroristi nel nord del Paese.
Aiuti militari anche da USA
Va ricordato che alla fine di aprile, Bruxelles ha annunciato lo stanziamento di 47 milioni di euro per sostenere il Benin nella lotta al terrorismo, in particolare attraverso l’acquisto di attrezzature.
E a fine novembre dello scorso anno l’ambasciata statunitense in Benin ha donato all’esercito 12 veicoli blindati per il personale, 280 piastre balistiche e 35 radio tattiche. Il valore di queste attrezzature è stimato in 6,6 milioni di dollari.
Anche i vicini del Benin, Ghana e Togo, hanno subito attacchi jihadisti negli ultimi anni.
Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
X: @cotoelgyes
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