Processo allo spregiudicato Sarkozy che prima prende soldi da Gheddafi e poi lo bombarda

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Speciale per Africa ExPress
Elena Clara Savino
Parigi, 16 febbraio 2025

Da un mese circa Nicolas Sarkozy è davanti al tribunale che deve giudicare sui finanziamenti libici da lui ricevuti per la campagna presidenziale del 2007. Più precisamente Sarkozy è accusato di “finanziamento illegale della campagna elettorale”, “occultamento di appropriazione indebita di fondi pubblici”, “corruzione passiva” e “associazione a delinquere”.

Le indagini giudiziarie per arrivare alla apertura del processo, che investe anche alcuni dei suoi più stretti collaboratori, sono durate oltre un decennio, fatto che suggerisce la complessità del caso, definito sulla stampa francese uno dei più gravi scandali della Quinta Repubblica, e noi aggiungiamo il più incredibile e fantasioso.

Nicolas Sarkosy durante l’udienza in Tribunale a Parigi

Taccuino imbarazzante

Gli ultimi fatti del processo riguardano un taccuino imbarazzante dell’ex ministro del petrolio libico Choukri Ghanem, che conferma incontri segreti a Tripoli tra Claude Guéant e Brice Hortefuex, emissari di Sarkozy, e due personaggi libici impresentabili, dei quali uno è l’agente corrotto Ziad Takieddine.

Già nelle prime udienze i francesi erano stati incapaci di offrire una versione razionale di altri loro incontri segreti con Abdallah Senoussi, dignitario libico condannato ma non arrestato e ricercato dalla Francia per terrorismo.

Mondo sotterraneo

Il diario di Choukri Ghanem conferma l’esistenza di un mondo sotterraneo di fondi occulti, e di fatto inchioda Sarkozy e i suoi collaboratori a maneggi dove sono in gioco non solo milioni di euro, ma i rapporti equivoci intrattenuti dal Presidente francese con un dittatore Gheddafi inseguito da mandati di cattura internazionali.

Choukri Ghanem, ex ministro di Gheddafi

Il corpo senza vita di Choukri Ghanem è stato trovato galleggiante nel Danubio a Vienna il 29 aprile 2012. Un incidente, secondo la polizia austriaca, ma più realisticamente una morte “altamente sospetta”.

Rivelazioni di Mediapart

Il ministro è morto il giorno dopo che Mediapart aveva rivelato la vicenda libica: una correlazione, che tuttavia non significa causalità.

Il taccuino del ministro del petrolio libico indebolisce vieppiù la linea di difesa di Sarkozy, secondo la quale la vicenda del finanziamento di Gheddafi non è altro che un’invenzione revanscista del dittatore alla vigilia dell’offensiva militare voluta dalla Francia nel 2011.

In data 29 aprile 2007, cioè nel bel mezzo della campagna presidenziale francese, Ghanem registrava pagamenti fantasmagorici effettuati dal regime libico alla squadra di Sarkozy per un importo totale di 6,5 milioni di euro.

Audace acrobazia

In una delle ultime udienze Sarkozy ha tentato di confondere le prove con una “audace acrobazia”: “On ne sait pas si cela a été écrit à cette date ou si c’est sur un vieux carnet sur lequel il a écrit ça. Moi-même, il m’est arrivé d’écrire sur de vieux carnets.”

Rimane in ogni modo schiacciante per il presidente francese la descrizione dei flussi occulti registrati per iscritto e prodotti dalla accusa – che corrispondono a quelli effettivamente versati a una società offshore di Ziad Takieddine, denominata Rossfield Limited – sia riguardo agli importi, sia per i canali utilizzati.

Rimane scioccante la spregiudicatezza di Sarkozy, che dopo aver spillato centinaia di euro a Gheddafi, portati fisicamente in pesanti valige dalla Libia in Francia (come necessario in questi casi), prendeva la decisione di guidare la distruzione del regime libico con le conseguenze che conosciamo: circolazione di armi nel Sahel, guerra civile in Libia, crisi economica di tutta la regione, aumento esponenziale delle milizie jihadiste e delle incursioni mortifere nelle desolate e assolate terre del nord africa, fino al Mali, al Niger, al Burkina Faso, costituzione di enclave musulmane armate e violente).

Elena Clara Savino
©RIPRODUZIONE RISERVATA

https://www.africa-express.info/2025/01/27/guerra-in-congo-k-goma-in-mano-ai-ribelli-e-alle-truppe-ruandesi/

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