Congo-K: i ribelli M23 entrano senza trovare resistenza nel capoluogo del Sud-Kivu

Governativi senza paga in fuga saccheggiano case e uffici. Dignitari del regime corrotto e loro parenti già in Europa. Devastazioni anche a Kinshasa. Aumento degli abusi sessuali anche su minori, da parte di tutti

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Africa ExPress
Kinshasa, 15 febbraio 2025

Nell’Est della Repubblica Democratica del Congo l’avanzata dei ribelli M23 (per lo più tutsi), supportati dalle truppe ruandesi, non si arresta. Dopo la presa di Goma, capoluogo del Nord-Kivu, ieri miliziani sono entrati a Bukavu, città principale della provincia del Sud-Kivu e fra pochi giorni potrebbero conquistare anche a Uvira, il secondo centro abitato più grande dell’area.

Bukavu in mano agli M23

La caduta di Bukavu, città che è già stata sotto assedio da soldati dissidenti dell’esercito congolese nel lontano 2004, dà così ai ribelli M23 e alle truppe ruandesi il controllo totale del lago Kivu, che si estende lungo il confine con il Ruanda. Attualmente l’esercito congolese è sostenuto da truppe sudafricane e burundesi.

Entrata dell’M23 a Bukavu

E intanto dal suo account X (ex Twitter), Muhoozi Kainerugaba, capo delle Forza di Difesa Popolare dell’Uganda (UPDF, cioè l’esercito) e figlio del presidente Yoweri Museveni, ha minacciato di invadere la provincia di Ituri (nella parte orientale del Congo-K), se tutte le forze presenti non dovessero consegnare le armi entro 24  ore.

Muhoozi Kainerugaba, figlio del presidente Yoweri Museveni e capo delle forze di difesa dell’Uganda

No comment di Kampala

Il leader di UPDF è conosciuto per i suoi post provocatori su X. Il primo ministro congolese, Judith Suminwa, a margine del summit dell’Unione Africana a Addis Abeba, ha riferito a Reuters che il suo governo non intende rilasciare commenti sulle affermazioni di Kainerugaba.

Ma nella ex colonia belga non ci si sorprende più di nulla, tutto può succedere. Il Paese è vampirizzato, le sanguisughe sono ovunque, pur di ritagliarsi una fetta delle infinite risorse minerarie. Quella regione del mondo è ricchissima di materie prime, titanio, niobio, litio, cobalto, rodio, petrolio, oro, platino, diamanti, solo per citarne alcune, che attraggono appetiti inconfessabili di compagnie multinazionali, spalleggiate dai rispettivi governi.

Questi soldati governativi in fuga raccontano di
come i loro capi siano scappati con la cassa e li
abbiano abbandonati

Parte della popolazione di Bukavu ha accolto i miliziani M23 festosamente. La gente è stanca, spossata, distrutta da anni di guerra e spera che con l’arrivo dell’invasore, in gran parte responsabile delle aggressioni degli ultimi tre anni, si possa iniziare a sognare di pace.

Bukavu città vuota

Il nostro stringer del capoluogo del Sud-Kivu ci ha fatto sapere ieri che al momento attuale si vedono pochi uomini in uniforme nelle vie della città: “Qui sono tutti spariti. Tranne alcuni soldati governativi che non sono ancora scappati. Stanno saccheggiando la città. Poi ci sono alcuni giovinastri che si sono impossessati delle armi abbandonate. Anche loro vagano per il centro abitato cercando di acciuffare quanto più possibile. Ora siamo in attesa delle prossime mosse dei ribelli”.

Situazione ancora confusa

La confusione regna sovrana nella parte orientale del Congo-K. Nel Nord-Kivu i ribelli e l’Alleanza del fiume Congo (della quale fa parte anche M23) hanno instaurato un governo parallelo a quello ufficiale.

L’Alleanza del fiume Congo (in francese Alliance Fleuve Congo) è una coalizione politico-militare di gruppi ribelli e partiti politici. Il leader dell’unione è Corneille Nangaa, ex presidente della Commissione elettorale nazionale indipendente, che cerca di rovesciare il governo della Repubblica Democratica del Congo. Su Nangaa pende un mandato arresto internazionale, emesso dalla Corte militare di Kinshasa e Goma per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, nonché per insurrezione.

Arrestato vice-governatore

Secondo alcune fonti, Romuald Ekuka Lipopo, vice-governatore del Nord-Kivu sarebbe stato arrestato. E’ accusato di aver abbandonato le proprie truppe durante l’attacco degli M23 a Goma, la notte del 27 gennaio. Tale incriminazione pende anche su altri ufficiali dell’esercito congolese.

Generale Ekuka Romualdo Lipopo

Va ricordato che le truppe governative congolesi (FARDC) sono mal equipaggiate e poco addestrate, mentre i ribelli hanno addirittura in dotazione autovetture americane di ultima generazione.

Saccheggi a Kinshasa

Ma anche nella capitale Kinshasa i problemi non mancano. Tanto che Daniel Bumba, governatore della provincia, ha promesso che chiunque minacci di turbare l’ordine pubblico e/o di attaccare le chiese cattoliche e protestanti nella capitale congolese domenica 16 febbraio, sarà perseguito.

Nella capitale sono iniziati pure i saccheggi nelle case dei dignitari e parenti del regime. Molte famiglie vicine al presidente Felix Tshisekedi sono state evacuate in Europa. Soldati e poliziotti di guardia stanno vendendo oggetti di valore e altri beni, sapendo che difficilmente i proprietari torneranno. Ma anche altri rapinatori armati sono già “al lavoro” e l’insicurezza colpisce anche coloro che abitano nelle vicinanze dei dignitari in fuga.

Ritorno del presidente

Il presidente congolese, che si trovava in Germania negli ultimi giorni, è rientrato a Kinshasa ieri. Seconda una breve nota della presidenza, il capo dello Stato non partecipa al vertice dell’Unione Africana a Addis Abeba come previsto inizialmente.

Un bambino soldato arruolato frettolosamente
dai governativi 

Escalation conflitto

Antonio Guterres è sempre più preoccupato della situazione in Congo-K. All’apertura del vertice dell’UA, il segretario generale dell’ONU ha sottolineato che bisogna assolutamente evitare una escalation regionale del conflitto.

Abusi sessuali

Minerali, potere, conquiste. A pagarne le conseguenze è la popolazione civile. Migliaia di morti, per non parlare di violenze e abusi contro gli abitanti.

Entrata a Bukavu dell’M23. Si notino i
grandi veicoli militari, probabilmente
dagli americani che li hanno in dotazione

Secondo UNICEF, nelle province del Sud- e Nord-Kivu del Congo-K molti minori sono stati vittime di violenze sessuali da parte di uomini armati coinvolti nel conflitto. I partner dell’Agenzia ONU hanno segnalato che in 42 strutture sanitarie i casi di stupro trattati nella settimana tra il 27 gennaio e il 2 febbraio si sono quintuplicati. Nel 30 per cento dei casi si è trattato di abusi sessuali su bambini. Tra le vittime ci sono anche maschietti. E come spesso accade, tali aggressioni vengono utilizzate come arma da guerra.

Il direttore esecutivo di UNICEF, Catherine Russell, ha lanciato un appello urgente affinché tali violenze cessino immediatamente.

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