Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
30 gennaio 2025
BF (ex Bonifiche Ferraresi), Leonardo, Eni e Coldiretti hanno fatto il pieno e, del Piano Mattei, hanno preso tutto. Occupano il settore agroindustriale, quello energetico e l’innovazione tecnologica.
Le quattro realtà hanno seguito l’iter del Piano Mattei con la Meloni durante i suoi viaggi in Africa. Hanno messo a punto con il governo i primi progetti che ne fanno un nuovo modello di cooperazione internazionale. Un nuovo modello che dovrebbe essere, secondo la premier, “non predatorio”.
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I quattro del poker
BF, è diventata una holding leader nell’agroindustria. In Italia gestisce 11.000 ettari con tecnologie avanzate. La sua competenza, aggiunta alla tecnologia satellitare di Leonardo con cui si è alleata permette di aumentare le altissime tecnologie nella filiera alimentare.
Leonardo, si muove dalla difesa all’aerospazio. Nel Piano Mattei ha un ruolo fondamentale grazie alle tecnologie che permettono di trovare soluzioni tecnologiche nel settore agricolo, nella cyber sicurezza, nella digitalizzazione e nella sanità. La sinergia con BF contribuisce a migliorare l’applicazione delle sue sofisticate tecnologie nelle aree di intervento.
ENI, vuole rinnovare la propria immagine che la vede multinazionale del fossile. Intende diventare attore chiave nella transizione energetica del Piano Mattei nei Paesi emergenti attraverso la produzione di agroenergie.
Ha firmato un accordo con Coldiretti per promuovere produzioni agricole sostenibili e valorizzare gli scarti e i sottoprodotti. L’obiettivo è la fabbricazione di biocarburanti di seconda generazione ottenuti dall’idrogenazione di oli vegetali e grassi animali riciclati (HVO). Ma anche biometano per la filiera della chimica da fonti rinnovabili.
Coldiretti, ha aderito per prima al Piano Mattei, quando ancora non esisteva il programma. A novembre 2023, aveva annunciato il progetto “40mila ettari coltivati per la rinascita dell’Africa”. Un programma promosso con BF, Filiera Italia e Consorzi Agrari d’Italia. La proposta dell’organizzazione degli imprenditori agricoli intende garantire sovranità alimentare e rafforzare l’economia locale attraverso filiere corte e sostenibili.
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Cosa è il Piano Mattei
Il Piano Mattei per l’Africa, Giorgia Meloni, lo aveva annunciato già durante la campagna elettorale nel 2022. A Roma, il 28 e 29 gennaio 2024, al summit Italia-Africa il Piano ha avuto la sua presentazione ufficiale voluta dalla Meloni come Presidente del Consiglio. Presenti al Vertice capi di Stato, di Governo e ministri delle Nazioni africane, l’Unione Africana e i rappresentanti dell’Unione Europea.
Il Piano, ha spiegato la premier, dura quattro anni e ha a disposizione 5,5 miliardi di euro. Tre miliardi dal fondo italiano per il clima (stanziati dal governo Draghi) e 2,5 miliardi e mezzo dal fondo per la Cooperazione allo sviluppo.
La cabina di regia prevede la premier come presidente e vice-presidente il ministro degli Esteri. Ma anche il presidente della Conferenza Stato-Regioni e l’Agenzia italiana alla cooperazione e lo sviluppo. Ne fanno parte il gruppo assicurativo-finanziario Sace, direttamente controllato dal Ministero dell’Economia; Ice, Agenzia per la promozione all’estero; imprese partecipate; terzo settore e università.
La tirata d’orecchi africana
Moussa Faki, presidente della Commissione dell’Unione africana, al vertice Italia-Africa, ha voluto togliersi un sassolino troppo fastidioso dalla scarpa.
“Signora presidente, sul Piano Mattei che propone avremmo auspicato di essere consultati – ha sottolineato -. L’Africa è pronta a discutere contorni e modalità dell’attuazione. Insisto sulla necessità di passare dalle parole ai fatti, non ci possiamo più accontentare di promesse, spesso non mantenute”.
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I quattordici Paesi del Piano
Lo scorso ottobre, con un testo di 35 pagine, il governo ha presentato i primi 21 progetti. Riguardano nove Paesi: Algeria, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico, Repubblica del Congo (Congo-B) e Tunisia. Con il 2025 si sono aggiunti anche Ghana, Mauritania, Senegal e Tanzania.
Giorgia Meloni ha pronunciato spesso le sue parole d’ordine riguardo al Piano Mattei: “approccio non predatorio” e “cooperazione da pari a pari”. Ci auguriamo che vengano messe in pratica e non siano parole vuote solo per ottenete materie prime e fermare i migranti.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
X (ex Twitter): @sand_pin
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Intanto per iniziare il Marocco non è diviso in 2.
Se continuate a mostrare la mappa del Marocco divisa in 2 nessun progetto andrà avanti.
La situazione del Sahara occidentale non è ancora definita. Quindi ufficialmente non è territorio del Marocco.
Solo Donald Trump, nel 2020 durante il primo mandato come presidente USA e Israele con Benjamin Netanyahu, nel 2023 hanno riconosciuto il Sahara occidentale come parte del Marocco. Nel 2024 è stato riconosciuto anche dal presidente francese Emmanuel Macron come territorio marocchino.
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Buongiorno, sono Alessandro, un agricoltore di Padova, quello che mi preoccupa del piano Mattei, è il fatto che nessuno si occupi delle conseguenze per i produttori italiani . Si era detto che tutto ciò che era prodotto in Africa sarebbe stato per gli africani, poi si scopre che non è proprio così. Posso capire che Bonifiche Ferraresi internazionalizzi, è un privato, ma che Coldiretti che tanto si è battuta per il made in Italy e contro l’ogm,vada a produrre in Africa con regole africane e importi in Italia lo Trovo irritante. I prodotti africani approderanno a Ravenna e faranno concorrenza sleale ai produttori italiani e tutto questo grazie a fondi italiani europei con la collaborazione del maggior sindacato italiani e dei consorzi agrari italiani.
Il governo dovrebbe occuparsi un pochino anche della crisi che attanaglia il settore in Italia prima che aiutare i produttori che vanno all’estero . Oppure c’è lo dica facciamo la valigia andiamo in Africa e abbandoniamo il territorio a se stesso, così si rinaturalizza, ma temo che nel piano Mattei ci sia posto solo per colossi agriindustriali e non per agricoltori.
Distinti saluti
Un agricoltore disilluso e schifato
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Bravissimo! Noi Italiani vogliamo mangiare solo prodotti italiani. Che aiutino prima gli agricoltori Italiani senza imporre regole assurde dettate dalla Ue. Togliere immediatamente lo scempio dell’esproprio per istallare la tecnologia. Uno Stato senza agricoltura è già agonizzante.
In teoria gli investimenti del Piano Mattei dovrebbero servire ad incrementare la produzione alimentare degli Stati africani e produrre – in questo caso – più cibo per le popolazioni locali (aiutarli a casa loro).
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NESSUNO È PRONTO PER IL PIANO MATTEI, NON LO SIAMO NOI E NON LO SIETE VOI, SONO SOLO CONTATTI INUTILI.
PS SAPETE VERO CHE FINE HANNO FATTO FARE A MATTEI!
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Buona sera, sono un italiano che da 20 anni lavora e vive in Africa.
Ho letto l’articolo di Sandro Pintus, piano Mattei per Africa, asso pigliatutto per quattro privati ……
Ma quale piano per l’Africa, a questi dell’Africa non interessa nulla e nemmeno la conoscono.
Mi vien da ridere leggendo quello che è il contrario di cosa andrebbe fatto.
Ho una società mineraria in Africa e la sola cosa che sa fare l’Italia è di intralciarci in tutti i modi, ostruzione bancaria, continue richieste perché secondo questi dementi Incapaci criminali ci accusano di riciclaggio di denaro, nostro denaro guadagnato con sudore, seriamente ed eticamente nei confronti dei locali con cui lavoriamo.
Abbiamo oro, abbiamo coltan, abbiamo caffè , ma guai a parlarne con gli idioti del governo italiano perché questi non vogliono lavorare per l’Italia e per l’Africa, a questi interessa solo il potere politico asservito a Bruxelles e fare soldi sulle teste degli africani.
La Meloni poi con tutto il suo staff, ignoranti senza alcuna cultura e senza arte ne parte, degli emeriti politici in tutto il valore che la parola politico contiene.
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Penso spesso: “La creatività è figlia della follia”.
Molti megaprogetti sono occasioni per i miliardari per Rapinare la Povera Gente. Spesso se sono gestiti da Petrolieri, Venditori di Armi, Agroindustriali o Smaltitori di Rifiuti Tossici Rinnovabili, i Benefattori cantano… Vado al Massimo… è meglio 10 a 90 che fifty-fifty…
La morte di Enrico Mattei è stata opera dei sui Amici: Amici delle sette Amiche… il che è tutto dire…
Sono scettico circa la Filantropia del Ricco: spesso, prima di dare pochi spiccioli al Miserabile che chiede la Carità si informa se quello ha il POS.
Lui, il miliardario, purtroppo ha sempre le tasche vuote, tiene il contante nei Silos, come suo Zio Paperone… Donald… a Mir-a-Lago.
Ho visto la foto dell’articolo, la premier italiana Giorgia Meloni e il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki al Summit Italia-Africa.
Lui non sembra molto convinto…
Ho visto Giorgia, due mesi fa, fare accordi per importare Auto Elettriche e Torri Eoliche con Xi Jinping, a Pechino, nella Reggia dove 42 anni fa ho soggiornato anch’io.
Accordi per devastare ancor più la Nostra Economia.
(Questo messaggio ci è arrivato via email)
Mi ha fatto piacere ieri leggere il suo articolo sul Piano Mattei dal Titolo: “Asso Pigliatutto per quattro privati in agricoltura, enetgia e innovazione tecnologica”.
Io/noi condividiamo al 100% le sue giuste osservazioni… nessun altro dal coro della informazione nazionale si è permesso di esprimere tali pensieri/prospettive.
Proprio per essere assieme a Lei con i concetti e i ragionamenti (Super-Muscolari) che il piano della Meloni mette in campo con il partere di Nomi altisonanti coinvolti, lasciando poi fuori tutto il resto del nostro paese,… è già il preludio al fallimento complessivo dell’operazione, o meglio…sicuramente qualcuno è agevolato dall’operazione (ne trarrà dei vantaggi privati), ma che i 5,5 Miliardi di Euro possano dirsi di essere stati spesi al migliore modo possibile, investiti, crediamo di avere dei grossi dubbi in tal senso.
Per dimostrarLe la nostra netta condivisione con i suoi ragionamenti, Le allego una serie di documenti (che se avrà tempo e voglia di leggere con attenzione) potrà meglio ottenere un punto di osservazione del “fenomeno” visto da chi normalmente vede e osserva le varie questioni al di fuori dell’area di confort “mainstream”… di chi, ha voglia che le cose cambino sul serio per il bene del ns. futuro e in questo ci mettiamo tutte le popolazioni Africane,…perché volenti o nolenti è questo che in Italia deve succedere nella narrazione “mainstream”.