Il presidente congolese chiede aiuto all’Angola e lancia un appello alla mobilitazione

La situazione a Goma è calma ma confusa. Ribelli in marcia verso Bukavu nel Sud-Kivu. Ruanda critica aspramente impiego dei mercenari. L'invasione nella ex colonia belga definita "azione difensiva"

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Africa ExPress
Kinshasa, 30 gennaio 2025

Dopo i violenti combattimenti dei giorni scorsi tra i ribelli M23, i soldati ruandesi e le truppe congolesi insieme ai suoi alleati, ora a Goma regna una relativa calma.

Ora nel capoluogo del Nord-Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, si sentono solo sporadici colpi di arma da fuoco, ma solo in alcuni quartieri. Comunque la situazione generale resta ancora assai confusa. Nella città manca tutto. Energia elettrica, internet e acqua non sono ancora stati ripristinati. E mancano i viveri.

Duranti i combattimenti per la conquista di Goma sono state uccise oltre 100 persone, e i feriti sono stati moltissimi. Gli ospedali fanno fatica a far fronte all’emergenza, perché mancano medicinali.

Truppe ruandesi entrano a Goma

Chi può, si sposta nel vicino Ruanda per acquistare beni di prima necessità. A Goma negozi, mercati, molti edifici pubblici e privati sono stati saccheggiati e distrutti.

I miliziani di M23, sostenuti dal  Ruanda, mercoledì hanno cominciato la marcia di avvicinamento a Bukavu, all’altra estremità del lago Kivu e capoluogo della vicina provincia del Sud-Kivu.

Discorso alla nazione

Ieri, Felix Tshisekedi, presidente del Congo-K, isolato diplomaticamente in sede internazionale, è volato a sorpresa in Angola. A Luanda ha incontrato il suo omologo João Manuel Gonçalves Lourenço. Ufficialmente non si sa nulla sul contenuto dei colloqui ma, come ha scritto l’autorevole newsletter Africa Intelligence, Kinshasa è alla disperata ricerca di un sostegno che nella regione può dargli solamente l’ex colonia portoghese.

In serata Tshisekedi è rientrato in Congo dove ha tenuto un discorso molto atteso alla nazione, invitando alla mobilitazione. Ha anche assicurato che una risposta è “in corso” e denunciato “l’inazione” della comunità internazionale. La sua “passività rasenta la complicità”, ha detto.

Ha poi accusato il Ruanda per la presenza di migliaia di suoi soldati sul territorio congolese e ha descritto i ribelli M23 come “marionette”. Non ha neppure risparmiato il Palazzo di Vetro, che, secondo lui, avrebbe commesso una flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite.

Felix Tshisekedi, presidente del Congo-K

Il presidente non ha escluso le vie diplomatiche per risolvere la crisi in atto, anzi, ha sottolineato “Privilegiamo la via del dialogo”.

Tshisekedi ha annunciato di aver dato istruzioni al governo di ridurre le spese delle istituzioni e ha fatto un appello al settore privato per sostenere le spese belliche.

Infine ha invitato i giovani ad arruolarsi nell’esercito, e ha concluso il suo intervento con queste parole: “Il Congo non si arrenderà. Non vi abbandonerò mai”.

Fuggiti i capi dell’esercito

Appena i miliziani dell’M23 sono entrati alla periferia di Goma, generali, colonnelli e alti ufficiali dell’esercito congolese (FARDC) si sono dati alla fuga. Sono saltati su un battello e si sono diretti a Bukavu, dalla parte opposta del lago Kivu.

A quel punto il resto degli effettivi dell’esercito, sottufficiali e truppa, si sono consegnati agli uomini dell’M23 e ai militari ruandesi.

Le forze armate di Kinshasa sono mal pagate, poco addestrate e il loro equipaggiamento non è stato ammodernato. I soldati, dopo essere stati abbandonati degli alti ufficiali, parlando con i giornalisti hanno denunciato i loro comandanti per essersi venduti gli armamenti, mitra, proiettili e perfino armi pesanti e di aver intascato i finanziamenti stanziati per comprare arsenali nuovi. Li hanno accusati di corruzione, una malattia endemica nell’ex colonia belga.

Mercenari in partenza  

Intanto 288 mercenari rumeni catturati dai miliziani e dall’esercito ruandese sono stati trasferiti in Ruanda attraverso il valico di confine “Grande Barrière”, che si trova a Goma. In abiti civili, sono stati perquisiti e controllati dagli agenti dell’immigrazione. In seguito il gruppo è salito a bordo di autobus con cui hanno raggiunto l’aeroporto di Kigali.

I soldati di ventura (rumeni, bulgari, bielorussi e georgiani) sono stati reclutati dalla Amani Sarl, filiale congolese della società bulgara Agemira, una compagnia controllata dai servizi segreti francesi.

Olivier Jean Patrick Nduhungirehe, ministro degli Esteri ruandese ha commentato in modo sarcastico l’impiego dei paramilitari da parte di Kinshasa.

Sul suo account X (ex twitter) ha postato: “Siamo stati l’unico Paese al mondo a denunciare l’impiego di mercenari al soldo del Congo-K, utilizzati per combattere accanto a FARDC e i suoi alleati wazalendo (patrioti in swahili, ndr). Questo fatto è in totale violazione di varie convenzioni dell’Unione Africana e dell’ONU. Sia il Consiglio di Sicurezza del Palazzo di Vetro, sia l’UE e tanto meno i Paesi di origine dei mercenari non hanno mai detto una parola sull’esternalizzazione della guerra da parte di Kinshasa (…)”.

Colloqui 

Il capo della diplomazia di Kigali ha poi affermato che il suo Paese è favorevole al cessate il fuoco in tutta la regione e al dialogo. Il suo governo chiede da tempo colloqui tra Kinshasa e M23.

Nduhungirehe ritiene che la perdita di Goma abbia indebolito Felix Tshisekedi e ora la sua unica opzione è quella di negoziare con i ribelli. Opzione che il presidente congolese ha già rifiutato quando il dialogo è stato tentato dal capo di Stato angolano João Manuel Gonçalves Lourenço.

Ora verso Sud-Kivu 

Intanto a Bukavu, dove si sono diretti i ruandesi e i miliziani M23 sono terrorizzati. I medici, infermieri e pazienti della Fondazione Panzi hanno lanciato un accorato appello: “Aiutateci, temiamo una mattanza”. Panzi è stata creata da Denis Mukwege, medico congolese, insignito del Premio Nobel per la Pace 2018, e poi candidato alla presidenza del Congo nella scorsa tornata elettorale.

Il ginecologo e ostetrico Denis Mukwege nel suo ospedale in Congo
Il ginecologo e ostetrico Denis Mukwege nel suo ospedale in Congo

Crispin Kashale, portavoce dell’ospedale di Bukavu (Sud-Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo), si è sfogato con i reporter di Eurobserver: “Siamo disperati, abbiamo già ricevuto diversi messaggi con minacce. Cosa dobbiamo fare con i nostri pazienti?

Kashale ha ricordato la carneficina dell’ottobre 1996 all’ospedale di Lemera, nel territorio di Uvira (città nel Sud Kivu). Allora, durante un attacco di miliziani di ADFL (Alleanza Democratica per la Liberazione del Congo, guidata dal capo ribelle e poi presidente Laurent Kabila) furono uccisi i pazienti e tutto lo staff medico e paramedico.

Gruppo armato M23

Gli M23 prendono il nome da una data, 23 marzo 2009, giorno nel quale fu siglato un accordo di pace tra il governo del Congo-K e da un’ex milizia filo-tutsi .

Il gruppo tutsi aveva accusato il governo congolese di emarginare la minoranza etnica tutsi presente nel Paese e di appoggiare l’FDLR (Forces démocratiques pour la libération du Rwanda) una milizia a maggioranza hutu.

Con la firma di un altro accordo di pace siglato nel 2013 a Nairobi, l’M23 aveva accettato lo scioglimento come gruppo armato e rinunciato alla violenza. In cambio Kinshasa aveva promesso ai ribelli l’integrazione nell’esercito regolare. Entrambe le parti non hanno mai tenuto fede agli impegni presi.

Azione difensiva

Nei mesi scorsi l’ONU aveva accusato il Ruanda di sostenere l’M23. Kigali aveva sempre negato e ora sostiene che le proprie truppe hanno sconfinato nell’ex colonia belga come azione puramente difensiva.

Anche nella capitale Kinshasa dove la popolazione era scesa in piazza – attaccate diverse ambasciate e saccheggiati alcuni negozi – ora è tornata la calma.

Angola: ritiro truppe ruandesi

Mercoledì, a fine mattinata, (come abbiamo scritto sopra) il presidente congolese è volato a Luanda per un colloquio riservato con il suo omonimo angolano Lourenço, che, incaricato dall’Unione Africana, aveva tentato di negoziare i colloqui tra Kinshasa e Kigali. Dialoghi falliti a metà dicembre dello scorso anno per il rifiuto di Tshisekedi di incontrare i ribelli M23.

Dal canto suo l’Angola già l’altro giorno ha chiesto il ritiro immediato dei miliziani da Goma e delle truppe ruandesi presenti sul territorio congolese. Lourenço auspica inoltre una ripresa urgente dei colloqui sulla questione degli M23 e degli altri gruppi armati attivi in Congo-K.

Situazione umanitaria

La situazione umanitaria è estremamente preoccupante. La distribuzione di aiuti alimentari è stata sospesa. A Goma (un milione di abitanti e altrettanti sfollati) e la sua regione vive una crisi umanitaria cronica da molti anni. E, secondo quanto riferito martedì dal ministro degli Esteri di Kinshasa, a causa dei combattimenti dall’inizio di gennaio hanno lasciato le loro case  altre 500.000 persone.

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