AFRICA

La scienziata italiana dell’innovativo farmaco antimalarico ci racconta come funziona

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
19 gennaio 2025
(2 – fine)

La scoperta della scienziata Antonella Pantaleo di un farmaco antimalarico rivoluzionario potrebbe fermare la strage annuale di quasi 600 mila persone (dati OMS 2023). Uno sterminio che, per  il 94 per cento, colpisce il continente africano. I bambini sotto i 5 anni sono, per oltre il 76 per cento, vittime della malattia.

Diciannove anni di duro lavoro in Europa, USA, Africa e Asia. E sette brevetti. Tra queste invenzioni ce n’è una per le missioni extraterrestri con l’alga spirulina (Arthrospira platensis) per produrre ossigeno e cibo su Marte.
In questa intervista ci spiega come funziona il nuovo medicinale conto la malaria.

Come funziona il suo nuovo farmaco antimalarico? Stimola anche il sistema immunitario dell’ospite colpito per combattere l’infezione?

Il farmaco (Imatinib) ha effetto sull’ospite, ovvero sull’eritrocita, non sul Plasmodium. L’imatinib è un inibitore dell’enzima tirosin-chinasi presente nelle cellule e viene utilizzato principalmente nel trattamento di patologie come la leucemia mieloide cronica. Il suo meccanismo d’azione consiste nel bloccare specifiche tirosin-chinasi, inibendo così la proliferazione delle cellule tumorali.

Pertanto, l’Imatinib ha alcuni effetti antinfiammatori, ma non attiva il sistema immunitario. Pensiamo che agisca principalmente stabilizzando la membrana dei globuli rossi e sopprimendo l’attivazione delle cellule immunitarie e delle cellule endoteliali.

Antonella PantaleoAntonella Pantaleo
La prof.ssa Antonella Pantaleo dell’Università di Sassari

Quali sono stati i principali effetti collaterali osservati finora con questa nuova terapia?

Non abbiamo riscontrato effetti avversi gravi, ma alcuni pazienti hanno riportato sintomi lievi che non differivano dai sintomi osservati nel gruppo di controllo trattato con la terapia standard.

La terapia è efficace contro tutte le specie di Plasmodium che causano la malaria?

Il farmaco è stato testato  su Plasmodium falciparum, ma il meccanismo d’azione suggerisce che dovrebbe essere efficace anche su altre specie di Plasmodium, ma non è stato ancora testato.

Terapia a breve termine

È una terapia a lungo o a breve termine e ci sono rischi di resistenza al trattamento, come accade con altre terapie antimalariche?

E’ a breve termine, non ci sono rischi di resistenza, questo è il motivo del successo del farmaco in quanto non è diretto al parassita e quindi esso non può mutare per eludere il farmaco.

Struttura dell’Imatinib

Oltre che in compresse la terapia può essere somministrata in altri modi e quanto dura il trattamento?

Abbiamo testato l’Imatinib sotto forma di compresse ma esistono anche formulazioni in polvere per soluzione orale, utilizzate in pazienti che hanno difficoltà a deglutire le compresse. Al momento, non sono disponibili formulazioni per somministrazione endovenosa. I pazienti guarivano, rispetto alle terapie tradizionali, nella metà del tempo; già al terzo giorno la parassitemia era nulla

La terapia può essere utilizzata anche nei bambini, nelle donne in gravidanza o nei soggetti fragili?

Siamo in una fase di sperimentazione in cui il farmaco
viene testato solo su uomini adulti, mancano una ventina di pazienti da arruolare per passare a  donne e bambini. Siamo fiduciosi in quanto il farmaco come scritto sopra è già utilizzato per la cura della leucemia in donne in gravidanza e nei  bambini.

Utilizzabile con altri farmaci

Potrebbe essere utilizzato in combinazione con altri trattamenti antimalarici esistenti? Ci sono rischi di resistenza al trattamento, come accade con altre terapie antimalariche?

Si! Infatti lo abbiamo testato anche in combinazione con diidroartemisinina e piperaquina. Non ci sono rischi di resistenza

Il suo lavoro vede coinvolte oltre all’Università di Sassari anche l’Università di Torino e la Purdue University, Indiana, USA. Inoltre ha lavorato anche in Uganda, Vietnam e Laos, quanti pazienti sono stati trattati negli studi clinici finora?

I pazienti analizzati ed intervistati sono stati circa 250 ma una cinquantina adatti ad essere arruolati per il trial. Il Journal of Exprimental Medicine (JEM) ha pubblicato l’articolo sul trial con tutte le indicazioni sul numero dei pazienti e sulla terapia anche combinata con altri farmaci.

La terapia potrebbe essere adattata o utilizzata anche contro altre malattie trasmesse da parassiti o da insetti, come la dengue o zika?

Bisognerebbe dapprima testare il farmaco in vitro su altre specie parassitarie, poi ex vivo e poi ancora in vivo, come è stato fatto per testarlo sul plasmodium. Lo studio è iniziato nel 2006.

Mappa di crescita e decrescita della malaria (Courtesy OMS-WHO 2023)

Contro altre patologie

La terapia potrebbe essere adattata per combattere altre malattie?

Lo è! Imatinib è un farmaco antineoplastico appartenente alla classe degli inibitori delle tirosin-chinasi, è stato studiato e prodotto per il trattamento della leucemia mieloide cronica e successivamente usato anche per il trattamento della leucemia linfoblastica acuta PH+.

E’ utilizzato anche per la cura di alcuni tumori stromali (cioè tumori che spesso insorgono all’interno del tratto gastrointestinale) e di alcune neoplasie (cioè tumori) in cui sono coinvolte altri enzimi chinasi inibiti dal farmaco. Inoltre è stato dimostrato ultimamente da uno studio olandese che il farmaco riduce la mortalità nei casi gravi di COVID-19.

Secondo dati 2023 dell’OMS, il 94 per cento dei contagi e dei decessi causati dalla malaria sono in Africa. Se la terapia dovesse essere ampiamente utilizzata, quale impatto potrebbe avere sul numero di casi di malaria e sul controllo della malattia soprattutto nel continente africano ma anche a livello globale?

La risposta a questa domanda è complessa e dipende da molti fattori, come ad esempio quale sarà il farmaco standard di cura (SOC), ovvero quale sarà il trattamento di riferimento, una singola dose sarà sufficiente a curare tutti i pazienti? Quanto sarà il costo della terapia combinata? Dipende anche dalla rete di distribuzione del farmaco e da chi si farà carico dei costi.

Il  MIT di Boston ha utilizzato l’Intelligenza artificiale per l’identificazione di una nuova classe di antibiotici. Pensa  che l’IA possa essere utile per il vostro lavoro?

Il successo del MIT nel trovare una nuova classe di antibiotici dimostra chiaramente il potenziale rivoluzionario dell’IA, che potrebbe accelerare significativamente i progressi anche nel nostro campo di studio.

Potrebbe forse identificare rapidamente composti promettenti, prevederne l’efficacia e ottimizzare i protocolli di sperimentazione clinica. Ma soprattutto credo che potrebbe offrire nuove intuizioni sui meccanismi d’azione dei farmaci e supportare la pianificazione di interventi epidemiologici.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

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@sand_pin
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(2 – fine)

La prima puntata sul farmaco antimalarico la trovate qui

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Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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