ISRAELE

Lo storico israeliano Ilan Pappe racconta la pulizia etnica della Palestina

Speciale per Africa Express
Filippo Senatore
Gennaio 2025

Per comprendere le ragioni della Nakba (catastrofe) del 1948, intesa come cacciata dalle loro terre e deportazione di 800 mila palestinesi occorre analizzare le origini del sionismo nato in Europa alla fine del 19mo secolo.

Tale ideologia si ricollega al colonialismo inglese di stampo razzista, praticato in epoca vittoriana dal primo ministro inglese Benjamin Disraeli, modello per i belgi e e altre nazioni europee, compresa l’Italia.

La teoria del colonialismo di sostituzione etnica si afferma nel 1891 con il barone tedesco Maurice de Hirsch, fondatore a Londra dell’Associazione per la Colonizzazione ebraica (JCA) al fine di aiutare i coloni sionisti in Palestina.

Sionismo socialista

Nel 1897 un pamphlet del fondatore del sionismo socialista, Nahman Syrkin, sostiene che la Palestina “deve essere evacuata per gli ebrei”. Nel 1905 Israel Zangwill afferma che gli ebrei devono cacciare gli arabi altrimenti dovranno avere a che fare con il problema di una grande popolazione aliena.

Nel 1939 il leader sionista Vladimir Jabotinski scrive: “Gli arabi devono lasciare spazio agli ebrei di Eretz Israel. Se è stato possibile trasferire i popoli baltici è anche possibile spostare gli arabi palestinesi”.

In Italia durante la guerra italo-turca si alimenta la propaganda razzista e anti islamista. Giovanni Pascoli nel discorso del 6 novembre 1911, noto come La grande proletarie si è mossa, esalta la conquista delle province libiche e l’occupazione delle terre sottratte ai nativi e destinate ai coloni italiani. Un vademecum per i futuri colonizzatori israeliani.

Sentimenti antichi di islamofobia risorgono, alimentati in quell’epoca dallo stato “liberale”, come soluzione alla spinta demografica dei territori italiani depressi. L’idea è elementare. Penetrare nel territorio di Cirenaica e Tripolitania fino ad arrivare alla guerra di invasione.

Prima con l’esercito e poi con i coloni italiani cui assegnare le terre sottratte ai nativi libici.

Deserto libico

Venti anni dopo il generale Adolfo Graziani nel deserto libico crea un enorme campo di sterminio ove periscono dai 50 ai 70 mila civili, in gran parte donne vecchi e bambini.

I fondatori di Israele provenienti dall’Europa hanno bene in mente come procedere e prima di arrivare alla conquista militare promuovono in Palestina l’immigrazione massiccia. Che diventa significativa dopo la dichiarazione di Balfour nel 1917.

Il volume dell’autorevole storico israeliano Ilan Pappe, La pulizia Etnica in Palestina (Fazi Editore), non è molto diffuso in Israele e viene trascurato anche in Occidente, compresa l’Italia. Il motivo si comprende leggendo le prime righe del volume.

Archivi blindati

Lo storico di Haifa, costretto ad emigrare nel Regno Unito, descrive fatti nascosti per anni dalla censura israeliana sottoposti al segreto di Stato. Solo a pochi storici hanno permesso di accedere agli archivi israeliani e britannici.

A partire dal 1986 vengono scandagliati i documenti riservati riguardo agli anni Quaranta da parte di Pappe appunto, Benny Morris, Avi Shlaim e Tom Segev. Ne è nata una storiografia di revisione che si oppone alla vulgata israeliana del 1948 celebrato solo come anno dell’indipendenza.

Crimini di guerra

Pappe svela i crimini di guerra in terra di Palestina dal 1947 al 1949. Lo storico di Haifa ricostrusce la pulizia etnica cui sono state vittime i nativi palestinesi.

Secondo Pappe l’egemonia ebrea si attua grazie alla complicità del protettorato inglese che nel 1937 elimina le teste pensanti del nazionalismo palestinese.

Terrore sionista

Nel 1931 viene costituito il gruppo paramilitare Irgun per assicurare una maggiore combattività contro gli arabi. Insieme ad altri gruppi paramilitari ebrei come l’Haganà e la banda Stern a partire dalla fine del 1947 semina il terrore nel Paese, ancora sotto protettorato inglese con i militari che non hanno difeso le vittime girandosi dall’altra parte.

Per David Ben Gurion e per i suoi vertici della gerarchia sionista “uno Stato ebreo solido significa uno Stato che che si estenda sulla maggior parte della Palestina e che comporti pochissimi palestinesi se proprio debbono esserci”.

Dichiarazione dello Stato d’Israele 1948

Quando viene dichiarata la nascita dello Stato di Israele nel maggio 1948 già 250 mila palestinesi sono stati cacciati dalle loro case e dalle loro terre. Circa 200 villaggi rurali sono stati completamente evacuati.

Guerra fallita

Ma la pulizia etnica non si arresta ai centri urbani più grandi nemmeno di fronte alla guerra della Lega Araba che fallisce in pochi giorni grazie al numero esiguo dei combattenti stranieri, mal armato e mal equipaggiato.

Vi è l’inerzia di alcuni Paesi come l’Arabia Saudita, l’impotenza di altri ancora in lotta contro il colonialismo come la Siria e il Libano e soprattutto il doppio gioco della Giordania che si accorda con il neonato Israele per avere in cambio i territori della Cisgiordania, destinati alla Palestina dalla risoluzione Onu del 1947.

Pappe descrive una “finta guerra” servita in seguito alla propaganda sionista. Provvidenziale in quel frangente l’aiuto militare della Russia con armi destinate a rendere prima potenza mediorientale il nascente Israele.

Documenti riservati

Pappe descrive, in base a documenti riservati e diari di statisti dal calibro di Ben Gurion, la cronaca degli eccidi dei civili e della pulizia etnica capillare nelle zone a maggioranza araba.

La prassi è un copione pianificato. Occupazione militare. Terrore e fuga forzata dei sopravvissuti. In molti casi vengono divisi i maschi dai 10 ai 50 anni dal resto della popolazione. I primi destinati alla prigionia e all’eliminazione fisica. Vengono registrati stupri di gruppo anche nei confronti di bambine di 12 anni. Ma sui numeri vige ancora il silenzio. La furia non si arresta fino ai primi mesi del 1949.

Giovanissimi cittadini

Pappe nelle conclusioni del suo volume critica i colleghi dell’Università di Tel Aviv allineati con la propaganda governativa incapaci di una revisione storiografica seria.

Oggi uno sparuto gruppo di giovanissimi cittadini israeliani, obiettori di coscienza come Sofia e David, è la voce critica di un Paese bloccato dalle menzogne del passato.

Secondo i ragazzi, i sionisti si sentono giudicati per quello che sono e non per quello (il male) che fanno. Eppure lo stesso Pappe e Noam Chomsky pensano che la pianificazione del genocidio dei palestinesi è iniziata nel 2006. E intensificata in maniera massiccia dopo il 7 ottobre 2023. Ma non è ancora finita.

Federico Senatore
fsenatore57@gmail.com

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Redazione Africa ExPress

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