Il nostro augurio ai media per il 2025: abbandonare il sistema del doppio standard

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Africa ExPress e Senza Bavaglio
1° gennaio 2025

Lo scriveranno tutti che il 2024 è stato caratterizzato dalle guerre e conflitti. Ma a parte gli scontri che stanno devastando l’Africa – e di cui si parla pochissimo – una delle cose di cui noi operatori dei media dovremmo occuparci, e portare alla ribalta, è il doppio standard con cui viene fornita ai lettori, ai radio ascoltatori e ai telespettatori l’informazione.

Ahmed Hussein al-Sharaa, da ex capo jihadista a leader della Siria

La frase di geopolitica forse più azzeccata del 2024 è stata pronunciata da Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes, quando ha detto più o meno così: “Quella di terrorista è una qualifica politica che viene data per ragioni politiche e come tale può essere tolta. Un giorno sei terrorista, un altro sei premio Nobel per la Pace, poi magari torni terrorista”.

Capo islamista

Il riferimento era al capo jihadista siriano Ahmed Hussein al-Sharaa, meglio conosciuto con il nome di combattimento Abu Mohammad al-Julani, sulla cui testa gli americani avevano messo una taglia di 10 milioni di dollari.

L’ex capo jihadista siriano, allora conosciuto con il nome di combattimento Abu Mohammad al-Julani

La promessa di una ricompensa è stata cancellata in dicembre dopo che i miliziani islamisti, con l’aiuto delle armi e della logistica USA hanno cacciato da Damasco il tiranno Bashar Al Assad.

Valore assoluto

Caracciolo ha centrato il segno evidenziando come le qualifiche e le definizioni non abbiano un valore assoluto ma relativo a si possono modificare a seconda delle convenienze del momento.

Purtroppo, il giornalismo italiano applica il criterio del doppio standard in continuazione. Ciò è dovuto principalmente al fatto che la maggior parte dei mass media ha abdicato al ruolo di mezzi di informazione e abbracciato invece la funzione di strumento di lotta politica.

Agone della politica

E quando si scende nell’agone della politica è il fine che giustifica i mezzi per raggiungerlo.

In altri termini passa il principio moralmente discutibile secondo cui se si valuta essenziale raggiungere un obiettivo, allora scompaiono tutti i limiti a ciò che si può fare per raggiungerlo.

Anche cambiare le qualifiche degli altri interpreti sul palcoscenico della politica.

Nemico giurato

Un nemico giurato può facilmente diventare un alleato fedele. Ovviamente abiurando a giudizi e politiche tenuti in precedenza.

Come giustificare tutto questo davanti all’opinione pubblica è del tutto irrilevante per i professionisti del voltagabbana.

Il doppio standard prevede che il nostro amico politico può fare tutto quello che al nostro nemico viene rimproverato o rinfacciato.

Altro esempio di questi tempi è stato l’atteggiamento tenuto dai media nei casi del mandato di cattura spiccato dalla Corte Penale Internazionale contro Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu.

Stesso reato

I due leader sono accusati dello stesso reato: crimini di guerra. Ma mentre contro Putin il mainstream ha assunto toni accusatori giudicando favorevolmente la decisione della Corte, nel caso di Netanyahu ha parlato di decisione incomprensibile e razzista.

Occorre ricordare che un reato, indipendentemente da chi lo commette resta un reato.

Se il doppio standard vale per la politica (ma secondo noi anche ciò è discutibile) non può sicuramente valere per il giornalismo.

Il giornalismo non è un crimine

“Il giornalismo non è un crimine”, ripetono oggi (giustamente) i difensori di Cecilia Sala tenuta in carcere a Teheran. Peccato che molti di questi claqueur a comando sul caso di Julian Assange abbiano tenuto un comportamento equivoco o addirittura giustizialista (c’è chi addirittura l’ha definito “losco figuro”).

Julian Assange

Sperando che chi si dichiara giornalista – e quindi debba interpretare questo mestiere con onestà intellettuale – si renda conto che il principio del doppio standard implica la negazione della democrazia e dell’informazione, le redazioni di Africa ExPress e di Senza Bavaglio augurano ai propri lettori e sostenitori un felice e prospero 2025.

Africa ExPress
Senza Bavaglio

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