Sandro Pintus
26 dicembre 2024
Il candidato vincitore delle elezioni presidenziali 2024 del 9 ottobre è Daniel Chapo con il 65,17 per cento dei voti. Il suo partito, FRELIMO (Fronte di liberazione del Mozambico), al potere dal 1975, ha vinto anche in tutte le province.
È stata questa la decisione dei giudici mozambicani, letta dalla presidente del Consiglio Costituzionale (CC), Lúcia Ribeiro. L’analisi dei dati elettorali del CC ha trovato una differenza di sei punti percentuali sui risultati divulgati il 24 ottobre quando il FRELIMO aveva il 71 per cento delle preferenze.
Al Popolo Ottimista per lo Sviluppo del Mozambico (PODEMOS) il 24,19; alla Resistenza Nazionale Mozambicana (RENAMO) il 6,62 mentre il Movimento Democratico Mozambicano (MDM) ha il 4,02 per cento.
“Questo Paese appartiene a tutti i mozambicani, indipendentemente dalle loro origini etniche, razziali o religiose”, ha dichiarato il neo presidente.
All’Assemblea nazionale, il numero di seggi del FRELIMO è stato ridotto da 195 a 169, ma il partito ha mantenuto la maggioranza assoluta. PODEMOS rimane la seconda formazione con 43 seggi (il 24 ottobre erano 31); RENAMO ha 28 seggi (erano 20) e MDM passa da 4 a 8. A conti fatti l’opposizione, con 79 seggi sui 248, rimane marginale.
Continua dunque il copione ormai vecchio almeno dal 1999. Non c’è da stupirsi visto che la società civile ha smascherato i brogli con un dossier. E le elezioni del 2024, secondo il Centro per l’Integrità Pubblica (CIP), sono state quelle con le peggiori irregolarità documentate.
Il Consiglio Costituzionale e la Commissione Elettorale Nazionale (CNE), sono stati accusati di essere collusi con il partito al potere. Da diversi anni, nonostante le ripetute richieste, non hanno mai mostrato le prove delle vittorie elettorali del FRELIMO. E le dichiarazioni di Ribeiro sulla vittoria del FRELIMO, anche questa volta, sono state senza prove.
Venancio Mondlane, per PODEMOS, maggiore sfidante di Chapo, in una diretta Facebook poche ore prima della sentenza immaginava il finale. Sperava però che le lotte per riconoscere la “verità elettorale”, che vanno avanti da oltre un mese, avessero influito sulle decisioni del Consiglio Costituzionale.
“È un’opportunità unica. È il momento di agire in accordo con la difesa dei nostri diritti e delle nostre libertà”, aveva dichiarato Mondlane.
“Se dalla bocca della professoressa Lúcia usciranno gas lacrimogeni, bazooka e missili – ha continuato – capiremo se il Paese continuerà sulla strada della dittatura, dei furti, delle frodi, dei sequestri, della corruzione e degli omicidi, o se sceglierà di lottare per la democrazia e per la verità”.
Dopo l’annuncio della vittoria del FRELIMO e di Daniel Chapo, nuovo presidente della Repubblica, sono scoppiati i disordini a Maputo. Nonostante Mondlane, da due mesi abbia chiesto di manifestare pacificamente, la rabbia della popolazione è sempre più forte e l’annuncio della vittoria del partito al potere ha fatto da detonatore portando la capitale nel caos. I manifestanti hanno attaccato e dato alle fiamme le sedi del FRELIMO e i posti di polizia, ma anche i tribunali locali e le dogane.
Il materiale video è stato inviato alla redazione di Africa ExPress dal Mozambico
Dal 19 ottobre scorso si contano oltre 131 morti uccisi dalla polizia e dalle Unità di intervento rapido durante le manifestazioni post-elettorali. Secondo dati del Centro per lo sviluppo della democrazia (CDD) oltre duemila persone sono rimaste ferite e 3.636 arrestate. Inoltre, 385 persone sono state colpite da colpi di arma da fuoco e cinque sono ancora disperse.
Un giovane blogger, Albino José Sibia, alias Mano Shotas, era in diretta su Facebook il 12 dicembre a Ressano Garcia, al confine con il Sudafrica, quando, durante una manifestazione, è stato ucciso dalla polizia. Le sue ultime parole nella trasmissione dal vivo sono state “Non posso più filmare…mi hanno sparato ragazzi. Aiuto, aiuto…sto morendo ragazzi”.
Il video shock è stato inviato alla redazione di Africa ExPress dal Mozambico
Le proteste, iniziate il 21 ottobre, sono state indette da Venancio Mondlane per conoscere la “verità elettorale”. Con la parola d’ordine “Povo no poder” (Potere al popolo) le iniziative di protesta hanno avuto grande successo tra gente sempre più impoverita dalla classe politica al potere. Mondlane ha proclamato un ulteriore sciopero generale per paralizzare il Paese fino a venerdì 27 dicembre.
Il politico dell’opposizione vive nascosto, presumibilmente in Sudafrica. Mondlane ha denunciato che alcuni killer hanno tentato di assassinarlo e si è salvato scappando dalla casa nella quale si era nascosto con la famiglia, in Sudafrica.
Ora è braccato dagli squadroni della morte mozambicani che hanno massacrato Elvino Dias, avvocato di Podemos, e Paulo Guabe esponente del partito. Anche la famiglia di Dias è dovuta scappare in una residenza sconosciuta perché minacciata di morte. Intanto Maputo brucia e la polizia continua a sparare sui manifestanti.
Rivolta in carcere a Maputo e 1.500 detenuti sono riusciti ad evadere impossessandosi dei Kalashnikov dei secondini. È successo nel pomeriggio di Natale e probabilmente hanno approfittato della minore sorveglianza del giorno festivo che in Mozambico è la Festa della Famiglia.
Secondo le autorità, la rivolta ha provocato almeno 33 morti, tra i quali due poliziotti, e 15 feriti. Ora i morti sono saliti a 152.
Bernardino Rafael, comandante della polizia, ha dichiarato che 150 dei prigionieri evasi sono già stati catturati. E incolpa i giovani delle manifestazioni contro la truffa elettorale di aver incoraggiato la rivolta dei detenuti.
Differente la posizione del ministro della Giustizia, Helena Kida: “I disordini sono iniziati all’interno del carcere. Non hanno nulla a che fare con le proteste all’esterno” – ha dichiarato -.
Si muove anche l’Unione Africana (UA). L’annuncio della vittoria elettorale del FRELIMO ha portato un aggravamento della tensione e le manifestazioni popolari di protesta hanno messo la capitale, Maputo, nel caos. Il partito al potere non ha nemmeno tentato un compromesso. L’UA ha chiesto una “soluzione pacifica”, sperando di essere ascoltata.
Sandro Pintus
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