Sul potere dei maratoneti africani non tramonta mai il sole: dall’Arabia alla Europa alla Cina

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Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
17 dicembre 2024

Un festival panafricano. In Arabia, Europa, Asia, imperversano i maratoneti, non proprio tutti di prima fascia, ma pur sempre di buon livello.

Abu Dhabi – Africa

La sesta edizione della Adnoc Abu Dhabi Marathon, sabato 14 dicembre, si è vestita tutta di…nero. Nella gara maschile dei 42,195 km al vincitore etiope Chala Ketema Regasa, 27 anni, col tempo di 2h06’33”, sono seguiti 4 keniani, un eritreo, un sudafricano e altri due etiopi. L’unico estraneo fra i primi 10 è stato il secondo classificato, Ibrahim Hassan, 27 anni, di Gibuti. Terzo è giunto Wilfred Kirwa Kigen (2h06:47).

Nella competizione femminile, alla spalle della kenyana Catherine Reline Amanang’Ole , 22 anni, si sono piazzate – per limitarci alle prime 8 – l’eritrea Dolshi Tesfu Teklegergish, 25 anni, la keniota Aurelia Jerotich KIPTUI, 28 anni, e ben sei altre etiopi.

Record di presenze

L’evento sportivo della capitale degli Emirati Arabi Uniti (e dell’ omonimo emirato) è “giovane” ma in continua crescita: quest’anno ha attirato 33 mila iscritti, record di presenze in 6 anni.

È pur vero che i top runners l’hanno disertato, ma sul piano tecnico, nell’ insieme, non ha deluso: i primi tre sono scesi sotto le 2 ore e 7 minuti e il monte premi è pur sempre stato sostanzioso, 300 mila dollari, di cui 50 mila ai vincitori.

“Sono molto orgoglioso e onorato di essere il primo etiope a vincere questa maratona – ha dichiarato Regasa – Ora tiro un po’ il fiato e poi riprendo gli allenamenti per portare gloria al mio Paese”.

Bronzo mondiale

Fra le donne, c’era un’osservata speciale – ha scritto la Fidal nel suo sito –  la giovanissima keniana Catherine Reline Amanang’ole, bronzo mondiale sulla mezza maratona (1h05:39), quest’anno a Copenhagen.

All’ombra degli iconici grattacieli di Abu Dhabi, Catherine ha fatto il suo esordio vero sui 42 km con successo, fermando il cronometro su un tempo buono ( 2h20’ 34”) e distaccando di 3 e 6 minuti le immediate inseguitrici.

Fino a sabato aveva percorso la distanza altre due volte, a Londra, ma facendo la pacemaker, ovvero da apripista per atlete più titolate. “Sono eccitata e incredula per questo successo – ha commentato Catherine sul traguardo – le condizioni climatiche e il percorso piatto mi hanno favorito, ma non pensavo davvero di vincere!”.

Europa 

Dalla penisola araba corriamo in Europa, alla penisola iberica: altro festival, altre triplette. A Malaga, in Spagna, domenica 15 dicembre, alla 14a edizione della General Malaga Marathon, (16 mila iscritti, col 60 per cento di stranieri!), primo è stato il keniota ventiquattrenne Vincent Kipkorir Kigen (2h08:05), che ha staccato il compatriota Micah Kipkosgei Chemweno (2h09:21) e l’ugandese Andrew Rotich Kwemoi (2h10:20), 24 anni, campione nazionale sui 10 mila metri.

Al femminile, un altro terzetto sul podio, ma tutte delle ragazze etiopi: sul gradino più alto, Aynalem Desta Gebre (2h25:10), con a fianco Adanech Mesfen Mekonen (2h26:01) e la 19enne Gojjam Tsegaye Enyew (2h26:13), all’esordio in maratona e nota per il quinto posto alla Stramilano del marzo scorso. Una stella emergente, viene definita.

Giornata gloriosa

Dalla Spagna alla Turchia, il 15 dicembre è stata un’altra giornata gloriosa per i runners africani. A Mersin (sud della Turchia), la favorita ugandese Juliet Chekwel, 34 anni, ha rispettato il pronostico con un successo in 2h29:18 sulle keniane Deborah Sang (2h30:29) e (altra trentaquattrenne) Truphena Chepchirchir (2h31:06).

E nella corsa maschile, chi riporta il titolo? Un keniano, al suo primo trionfo in carriera. Bethwell Kipkemboi, 31 anni, in 2h08:13 la spunta sul connazionale Boaz Kipkemei (2h08:24).

Terzo il turco ex-keniano Ilham Tanui Özbilen, 34 anni, con il personale portato a 2h08:36, migliorando il 2h08:59 del sesto posto nella maratona di Milano 2024. Ma veramente pare che sul dominio dei runners africani non tramonti mai il sole. Voliamo a Taipei, nell’Asia più lontana.

Pure a Taiwan

Qui ha tagliato solitario il traguardo, il keniano Brimin Kipkorir Misoi in 2h11:41, che ha superato  l’etiope Gadisa Birhanu, 32 anni, e il trentottenne eritreo Okubay Tsegay.

Maratoneta contadino

Brimin, 35 anni, non è un maratoneta qualunque. Originario di Kapkitony, si considera un contadino, perché quando non gareggia aiuta la famiglia a coltivare i campi per far crescere piselli e mais e curare il bestiame.

Tra le difficoltà a  trovare un manager che lo assistesse e tanti guai fisici, aveva pensato di ritirarsi dalle corse. Poi ha resistito e negli m ultimi anni ha trionfato per due volte di seguito a Francoforte, poi a Sydney e a Nairobi. E ora in Cina, nella capitale di Taiwan.

Costantino Muscau
muskost@gmail.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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