Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
14 dicembre 2024
L’esercito francese ha iniziato il ritiro dal Ciad con due Mirage 2000. Gli aerei da combattimento hanno lasciato la base di Adji Kossei a N’Djamena già martedì scorso e sono volati in direzione Francia, accompagnati da un aero da rifornimento MRTT.
Partenza immediata
Parigi non ha perso tempo a preparare i bagagli dopo l’annuncio a sorpresa del 28 novembre 2024 del governo ciadiano di voler interrompere quanto prima gli accordi di cooperazione di difesa e sicurezza con la Francia.
Inizialmente il ministro degli Esteri di N’Djamena, Abderaman Koulamallah, aveva fissato un termine di 6 mesi per il ritiro delle truppe di Parigi. Ma due giorni più tardi il primo ministro, Allamaye Halina, ha chiesto di accelerare la partenza. E così la Francia “sta obbedendo” agli ordini imposti dal governo ciadiano.
Commissione speciale
Mercoledì 4 dicembre, il Ciad ha istituito una commissione speciale per supervisionare la cessazione dell’accordo militare tra Parigi e N’Djamena, per un “ritiro ordinato degli impegni bilaterali”.
La commissione, presieduta dal ministro degli Esteri, ha il compito di “notificare ufficialmente alle autorità francesi la fine dell’accordo di cooperazione militare attraverso i canali diplomatici”, secondo un decreto firmato dal Primo Ministro.
Richiesta inaspettata
La decisione di voler mandare a casa i francesi, era stata annunciata poche ore dopo una visita del capo della diplomazia di Parigi, Jean-Noël Barrot. Tale comunicato ha sbalordito il governo francese, in quanto fino a pochi giorni prima non ci sono state contestazioni o critiche contro il contingente d’oltralpe.
Il Ciad, uno tra i Paesi più poveri al mondo, è ancora in fase di transizione politica, dopo la presa del potere di Mahamat Déby Itno nel 2020, alla morte del padre Idriss. Le contestate presidenziali del maggio scorso intendevano legittimarlo come capo dello Stato.
Profughi, sfollati, terroristi
Attualmente il Paese è ancora sotto attacco da parte del gruppo jihadista Boko Haram nel nord-ovest del suo territorio. Inoltre è invaso da un afflusso enorme di rifugiati dal vicino Sudan, in guerra da quasi 18 mesi. Per di più, i danni causati da una stagione delle piogge senza precedenti, ha provocato un’ondata di sfollati, più di 2 milioni.
Nei giorni scorsi nella capitale ciadiana si è tenuta una manifestazione a sostegno dell’interruzione della cooperazione militare con la Francia.
Come Mali, Burkina Faso e Niger – i tre Paesi del Sahel, governati da una giunta militare di transizione dopo i colpi di Stato – ora anche il Ciad ha messo alla porta i francesi.
Anche il presidente del Senegal, Bassirou Diomaye Faye, vuole chiudere la basi francesi nel Paese, dove attualmente sono presenti 300 militari d’Oltralpe.
No ai russi
Ma, al contrario dei suoi vicino golpisti (Burkina Faso, Mali e Niger) il ministro degli Esteri ciadiano ha affermato che dopo la partenza dei francesi non arriveranno altri militari stranieri nel Paese, compresi i russi.
Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
X: @cotoelgyes
©RIPRODUZIONE RISERVATA
https://www.africa-express.info/2024/06/06/alleati-e-affari-lavrov-a-caccia-grossa-in-africa/
Vuoi contattare Africa ExPress? Manda un messaggio WhatsApp con il tuo nome e la tua regione (o Paese) di residenza al numero
+39 345 211 73 43 e ti richiameremo.
Africa Express viene diffuso in tempo reale sulla piattaforma Telegram al canale https://t.me/africaexpress
e sul canale Whatsapp https://whatsapp.com/channel/0029VagSMO8Id7nLfglkas1R
ai quali ci si può abbonare gratuitamente.