AFRICA

Ladri di peni e di seni e caccia alle streghe: una maledizione africana senza fine

Speciale per Africa ExPress
Costantino Muscau
19 novembre 2024

“Un diplomatico francese sta rubando i sessi con la magia!” Il grido d’allarme, tra il grottesco e il surreale, giunge dalla Repubblica Centrafricana. Ed è ancor più assurdo se si guarda la fonte: Wagner (oggi Africa Corps), il gruppo mercenario russo.

Terrore a Bangui per i peni “rubati”

Stregoneria arma da guerra

La stregoneria in Africa usata anche come…arma sessuale diplomatica, di guerra, o di vendetta, o di furto. Nella lunga e complessa storia di credenze superstiziose, di pratiche magiche, questa ci mancava.

“Nel disperato tentativo di distogliere l’attenzione dai propri abusi e saccheggi, i mercenari russi si sono improvvisati ‘detective dell’occulto’ – ha riferito il 13 novembre fa il giornale on line Corbeaunews – accusando un consigliere dell’ambasciata francese di essere all’origine di un’ondata di “furti sessuali” che sta scuotendo il Paese.

La macchina propagandistica di Wagner nella Repubblica Centrafricana ha raggiunto livelli di assurdità che farebbero sorridere se la situazione non fosse così grave”.

La voce sul ladro di sesso, infatti, si è diffusa a macchia d’olio e ha creato una psicosi collettiva – continua il giornale – che ha paralizzato diverse località, come nella capitale Bangui e in altre città.

Furto di sesso

Lo stesso fenomeno si era verificato a giugno (nella città di Beloko, alla frontiera col  Camerun), a luglio a Bambani (nella Prefettura di Ouaka) e poi i rumours erano sbarcati nella capitale.

Qui la popolazione l’aveva presa sul ridere, poi il dubbio ha cominciato a farsi strada. Fino a che, il 28 agosto, un diciottenne ha detto che il suo organo era divenuto un …organetto, “come un pezzettino di gesso di 2-3 centimetri”!

Il giorno dopo, la situazione è divenuta surreale: bambini di 7-8 anni hanno sfilato per le strade al grido: “Amiamo il nostro pisellino, non vogliamo perderlo”.

Poco dopo un ruandese dipendente della MINUSCA (Missione dell’ONU nella Repubblica Centraficana) e un’altra persona sono stati fermati dalla folla e portati dalla Polizia, perché sospettati di essere “ladri di peni e di seni”.

Si ignora che fine abbiano fatto i due poveretti.

Questo genere di furto però non è un’esclusiva della Repubblica Centroafricana.

Succede anche in Nigeria

Sempre in agosto, infatti, un nigeriano dello stato di Benue, Jude, 33 anni, dipendente di una banca, ha rischiato di essere bruciato da una folla di 15 persone inferocite: lo accusavano di aver fatto scomparire il membro di un ragazzo.

Lo ha raccontato alla BBC nei giorni scorsi, Leo Igwe, attivista nigeriano in prima linea nell’aiutare i colpevoli “colpevoli” di sorcery.

Nigeria: Leo Igwe combatte stregoneria

Secondo molti studiosi queste accuse sono legate alla cosiddetta Sindrome di Koro, o di retrazione genitale (GRS). il timore che il pene si restringa fino a scomparire.

Si tratta di una malattia psichica legata al contesto culturale in cui si sviluppa, ma, purtroppo, la colpa di “pene rubato” costa la vita a chi viene ritenuto responsabile di tale furto.

Incrementare odio

È vero che la dimensione del pene è un’ossessione di molti maschietti, ma che possa portare al terrore di vederlo restringersi o scomparire lascia esterrefatti.

Comunque, se le accuse suddette fanno sorridere, secondo il professore, Théophile Mada, dell’Università di Bangui, nella Repubblica Centroafricana mascherano una realtà più oscura: “La volontà di infiammare le tensioni tra la popolazione e la presenza francese. Si tratta di una tattica pericolosa che può avere conseguenze drammatiche”.

Caccia alle streghe

Il fenomeno più serio e grave, sostiene Leo Igwe, “E’ connesso alla persistente credenza nella stregoneria e la conseguente criminale caccia alle streghe, che ha assunto dimensioni crudeli.

Tanta gente in Ghana, Centrafrica, Sud Africa, Nigeria, Malawi, Kenya, Tanzania, crede che ci siano persone in contatto con il mondo degli spiriti e capaci di compiere pratiche magiche benefiche o malefiche.

Spesso si attribuiscono alla stregoneria la responsabilità dei problemi finanziari, di malattie o infertilità Gli accusati sono per lo più vulnerabili, poveri, giovani o molto anziani, a volte con disabilità”.

In Nigeria, nello Stato di Plateau sono stati dati alle fiamme due fratellini di 5 e 11 anni addirittura dal loro genitore, che li riteneva posseduti. I bambini sono stati soccorsi in tempo.

In Malawi, nei pressi del  villaggio Mulanje, una donna di 78 anni, Eliza Supuni, è stata picchiata a morte con sbarre di ferro, alla vigilia di Natale.

Arrestati e accusati del brutale omicidio, i suoi tre nipoti, che avevano aggredito anche altre due donne anziane. A spingerli, la convinzione che tutte praticassero la magia.

Accuse in aumento

Secondo un sondaggio dell’Afrobarometer del 2022, il 74 per cento dei malawiani associa la stregoneria alle sfortune subite nella vita, tra cui malattia, povertà e morte prematura.

I dati del ministero per il Genere, il Benessere sociale e lo Sviluppo mostrano che il numero di attacchi e omicidi legati alla stregoneria contro anziani è passato da 21 nel 2022 a 29 nel 2023.

Questa crescita è legata all’aumento del tasso di povertà: la nazione è tra le più disperate al mondo (il 72 per cento dei malawiani sopravvivere con 2 euro al giorno).

Donne anziane accusate di stregoneria

In Tanzania, afferma Anna Henga, direttrice del Legal and Human Rights Centre  “Gli anziani costituiscono la maggioranza delle vittime di omicidi per sospetti di stregoneria, in particolare quelle con gli occhi rossi”.

Il 12 luglio, in Sud Africa – ha pubblicato il “Sunday World” – 7  persone sono state condannate all’ergastolo per aver lapidato, cosparso di benzina e bruciato due sorelle streghe.

Anziani vittime

In Kenya, BBC Africa Eye ha indagato nel luglio scorso sulla sconvolgente ondata di anziani accusati di stregoneria e poi assassinati nella contea di Kilifi, sulla costa.

L’organizzazione keniota per i diritti umani Haki Yetu ha effettuato una ricerca e ha appurato che tra il 2020 e il maggio 2022 nella contea sono stati compiuti 138 omicidi collegati alla stregoneria.

Molti altri kenioti sono stati aggrediti e si è scoperto che spesso all’origine delle aggressioni, le accuse della stregoneria sono pretesti per impadronirsi delle terre delle vittime.

Una di queste è Tambala Jefwa, 74 anni, accoltellato due volte in casa. La prima volta ci ha rimesso un occhio, la seconda stava per rimetterci la vita. Il motivo, il solito: stregone malvagio.

Gli assalti erano il seguito di una lite con i membri della famiglia per la proprietà dei suoi 12 ettari dove coltiva mais e alleva polli.

Intendiamoci, niente di nuovo sotto il sole del Kenya. Da anni le cronache registrano una scia di sangue legata alla magia con decine di vittime.

Già negli anni ’30  – ricorda la Catherine Luongo, docente della Northeastern University di Boston, nel suo libro Witchcraft and colonial rule in Kenya, 1950-1955 – un villaggio nel distretto di Michagos a sud-est di Nairobi, 60 uomini, guidati da un certo Kumwaka, assassinarono a bastonate la loro vicina, Waiiki, perché credevano che avesse fatto un sortilegio alla moglie di Kumwaka per farla ammalare e renderla muta.

Davanti alla Corte Suprema del Kenya gli assassini si difesero dicendo di essersi attenuti a una vecchia forma di giustizia locale chiamata kinyore, che veniva praticata contro le streghe. I giudici britannici li condannarono a morte (pena poi modificata in appello).

Centro aiuto vittime

Ora per fronteggiare i sanguinosi assalti, nel distretto di Malindi è stato creato un centro di soccorso che ospita e protegge una trentina di anziani

Il più impegnato contro questa mortale attività è proprio il nigeriano Leo Igwe, fondatore dell’associazione per la difesa delle presunte streghe (Advocacy For Alleged Witches).

Dopo aver completato il dottorato in studi religiosi nel 2017, Leo Igwe, ha spiegato che non poteva restare inerte. “Si deve porre fine a questa caccia alle streghe. Non dovremmo romanticizzarla in alcun caso dicendo: Oh, fa parte della nostra cultura.  Non fa parte della nostra cultura uccidere i nostri genitori. Non fa parte della nostra cultura uccidere persone innocenti”.

Basta caccia alle streghe

Le leggi per contrastare il fenomeno ci sono, le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione che condanna le violazioni dei diritti umani associata alla stregoneria, ma non è cambiato molto.

Certo non sta a noi occidentali giudicare. Non possiamo dimenticare come tra il 1400 il 1700 il numero delle vittime della caccia alle streghe in Europa sia stato calcolato – secondo il Dizionario enciclopedico Utet – in più di un milione (altre stime recenti sono più basse).

Uno dei giudici dei processi, il teologo e giurista tedesco Benedict Karpzov (1595-1666) dichiarò di avere sottoposto a giudizio circa 20.000 persone. Nè si deve dimenticare che l’ultima megera massacrata in Italia risale al 1828

Spiriti malvagi

Dobbiamo lanciare una campagna contro la superstizione e la fede nella stregoneria. Deve essere detto che le streghe e gli spiriti sono entità immaginarie. Questa campagna dovrebbe essere portata in tutte le scuole, college, università. Dovrebbe essere pubblicizzato su radio, tv, giornali, nei mercati, nelle chiese e nelle moschee. In particolare, – accusa Leo Igwe – dobbiamo controllare le attività dei nostri cosiddetti pastori e di altri uomini e donne di Dio che usano la Bibbia o i libri sacri per perpetrare e giustificare atti atroci e abusi dei diritti umani. Questi ciarlatani religiosi continuano ad agire e predicare in modi che rafforzano la fede nelle streghe e provocano persecuzione e uccisione”.

Tremate, tremate le streghe son tornate… si diceva un tempo. In una parte dell’Africa non se ne sono mai andate.

Costantino Muscau
muskost@gmail.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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