Cornelia I. Toelgyes
18 novembre 2024
Un tribunale di Pretoria ha messo fine all’assedio della polizia nella miniera d’oro dismessa a Stilfontein in Sudafrica. La Corte ha ordinato agli agenti di porre fine immediatamente al blocco per permettere l’approvvigionamento di viveri. Si tenta così di costringere i minatori illegali, ormai allo stremo, a uscire dal sito.
Il giacimento, che si trova nella provincia del Nord-Ovest, è stato circondato per diversi giorni dalla forze dell’ordine. Dopo le pesanti critiche di alcuni media sudafricani sulla gestione del caso, negli ultimi giorni, la polizia ha permesso ai volontari di andare a trovare i minatori, con cibo e acqua.
Giovedì i soccorritori hanno portato in superficie anche un operaio morto e poi altri tre, ormai stanchissimi e senza più forze. Secondo quanto riportato, pur di sopravvivere, i poveracci sarebbero costretti a mangiare dentifricio e bere aceto. Uno dei sopravvissuti ha raccontato che non è rimasto proprio nulla che possa essere consumato da un essere umano.
La misura drastica del governo è stata presa nell’ambito dell’operazione Vala Umgodi (“Tappare i buchi” in lingua zulù). Tale iniziativa è stata lanciata da Pretoria nel dicembre 2023 per bloccare lo sfruttamento illegale delle quasi 6mila miniere dismesse nel Paese.
L’estrazione fuori dalla norma è comune nelle vecchie aree minerarie aurifere del Sudafrica. I minatori si addentrano nei pozzi chiusi alla ricerca di eventuali residui.
Il tribunale di Pretoria ha ora ordinato che la miniera non può essere bloccata da nessuna persona o istituzione, sia essa governativa o privata. Ha inoltre stabilito che lavoratori devono uscire, precisando però che nessuno, eccetto il personale di emergenza, può entrare nei pozzi.
La polizia ha preso atto dell’ordine dei giudici, ma ha dichiarato che ciò non impedirà loro di arrestare chiunque metta fuori piede dalla miniera.
Yasmin Omar, un avvocato che ha contribuito a portare avanti la causa, ha dichiarato all’emittente statale SABC (South Africa Broadcasting Corporation) che si tratta solamente di un ordine temporaneo del tribunale di Pretoria. “Ci consente almeno di fornire aiuti di emergenza alle persone. Un’udienza completa è in agenda per martedì prossimo”, ha precisato.
Qualche giorno fa il ministro della presidenza, Khumbudzo Ntshavheni, aveva dichiarato ai giornalisti che il governo non avrebbe inviato nessun aiuto ai minatori di Stilfontein: “Sono dei criminali, li staneremo”, aveva sentenziato.
Gli operai rimangono spesso nei pozzi per mesi, senza mai uscire. Vengono riforniti di viveri e acqua tramite una catena di approvvigionamento. Un vero business per i residenti della zona. Ora, pur a corto di beni di prima necessità da giorni, i minatori temono di uscire. Perché, come è già successo altrove, rischiano l’arresto non appena mettono la testa fuori dal sottosuolo. Tra di essi ci sono anche molti migranti. Sono in Sudafrica senza regolare permesso di soggiorno. Per loro si prospetta dunque anche il rimpatrio forzato.
Il 2 novembre scorso la polizia ha comunicato che dal 18 ottobre oltre mille operai sono risaliti in superficie per fame e sete da altri siti dismessi nella provincia. Anche in questi casi gli agenti avevano interrotto la catena di approvvigionamento.
Il portavoce della polizia, Athlenda Mathe, ha riferito giorni fa ai reporter di AP che nessun agente o militare sarebbe sceso nella miniera di Stilfontein per far uscire i lavoratori. Un’operazione in tal senso è ritenuta troppo pericolosa.
Da quando è partita l’operazione lo scorso dicembre, la polizia ha sequestrato 369 armi di grosso calibro, 10.000 munizioni, 5 milioni di rand (275.000 dollari) in contanti e diamanti non tagliati per un valore di 32 milioni di rand (1,75 milioni di dollari) .
Se inizialmente la posizione del governo nei confronti dei minatori illegali di Stilfontein è stata durissima, da venerdì Pretoria ha fatto un piccolo passo in dietro.
Senzo Mchunu, ministro della Polizia, è arrivato in loco due giorni fa con una delegazione governativa per parlare con i parenti e le comunità locali. In tale occasione il ministro ha confermato: “Pur trattandosi di criminali, il governo vuole tentare di salvarli. E pertanto è necessario intervenire molto rapidamente, visto che una permanenza prolungata nella miniera potrebbe mettere a rischio le loro vite”.
Molto familiari dei minatori illegali hanno implorato le autorità di impiegare risorse e competenze per tirarli fuori. Una questione non semplice, vista la profondità del sito (2.500 metri).
Da venerdì un gruppo di esperti chiamati da Pretoria, sta tentando di elaborare un piano, volto a una evacuazione forzata del sito minerario. Ma ora bisogna attendere la sentenza definitiva del tribunale.
Diverse comunità locali si lamentano spesso della presenza dei minatori illegali, perché commettono crimini, come rapine e stupri. E non di rado dispute tra i vari gruppi rivali sfociano in scontri sanguinosi.
Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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