LIBIA

Tra Libia e Nigeria scoppia la guerra del pallone

Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
28 ottobre 2024

“La partita N.87 Libia v. Nigeria delle qualificazioni alla Coppa d’Africa TotalEnergies CAF 2025 (era prevista per il 15 ottobre 2024 a Bengasi), viene dichiarata persa per forfait della Libia con il punteggio di 3-0.

La Federcalcio libica è condannata a pagare una multa di 50.000 dollari. L’ammenda deve essere pagata entro 60 giorni dalla notifica della presente decisione”.

CAF sanziona Libia

Conflitto aperto

Questo il secco verdetto emesso sabato 26 ottobre dalla Confederazione Africana Calcio (CAF), presieduta da Patrice Motsepe, 62 anni, sudafricano.

La sentenza calcistica doveva porre fine a incertezze, dubbi, accuse incrociate, tentativi di accomodamento. È stata, invece, l’inizio di un conflitto che va al di là della partita di pallone.

Ebbene sì, la Libia ha dichiarato guerra alla Nigeria. Un Paese dilaniato tra ovest ed est, con due governi, sempre sull’orlo di esplodere, ora deve affrontare la potenza calcistica nigeriana “per la difesa della dignità nazionale e della sovranità”. (Proprio in questi giorni si tiene a Tripoli il Business forum italico libico per studiare accordi in settori chiave come energia, sanità, agricoltura e infrastrutture, ndr).

Nigeria lamenta boicottaggio

Tutto è nato dopo il dirottamento del volo dei Super Eagles (la nazionale calcistica maschile nigeriana) all’aeroporto di Al Abraq, a oltre 200 km dalla sede di gioco.

Lì i giocatori, sono stati tenuti “per oltre 12 ore senza acqua né cibo né connessione telefonica”, aveva scritto su Instagram il capitano William Troost-Ekong, 31 anni, (già Udinese e Salernitana).

Un palese boicottaggio, aveva denunciato la federazione calcistica nigeriana, che aveva deciso di non far disputare l’incontro di qualificazione, facendo tornare a casa i suoi atleti.

Inutilmente la federazione libica (LFF) si era scusata, spiegando che l’incidente “era stato causato da normali protocolli di traffico aereo, da controlli di sicurezza e/o problemi logistici che condizionano i viaggi internazionali”.

Vittoria a tavolino deciso da CAF
Nigeria 3 v 0 Libia

E comunque – ha sottolineato la LFF – la settimana precedente la nazionale libica aveva affrontato diversi problemi all’arrivo in Nigeria, per la terza partita delle qualificazioni per la Coppa d’Africa (persa 1-0, a Uyo, nel sud del Paese, gol del laziale Fisayo Dele-Bashiru, 23 anni), ma non aveva sollevato tanto putiferio.

Ad esempio, la squadra era stata bloccata dalle autorità nigeriane nel lontano aeroporto di Port Harcourt e costretta a un viaggio defatigante prima di scendere in campo.

Violazione regolamento CAF

Niente da fare. Il Collegio disciplinare ha aperto un’inchiesta, ha indagato e sabato ha concluso che “la Federcalcio libica ha violato l’articolo 31 del regolamento della Coppa d’Africa TotalEnergies CAF e gli articoli 82 e 151 del codice disciplinare CAF”.

Che cosa prevedono questi articoli? In estrema sintesi, dicono che “La federazione ospitante che non fornisce alla squadra ospite e agli ufficiali di gara designati tutte le agevolazioni previste dal presente regolamento è tenuta a rimborsare tutte le relative spese, fatte salve le sanzioni che possono essere imposte dal Comitato Organizzatore”.

Immediata la soddisfazione per la vittoria a tavolino del capitano Troost-Ekong, che ha parlato di “gradita forma di giustizia e di un passo avanti verso il nostro obiettivo AFCON 2025“.

Ricorso dei libici

Altrettanto immediata, ma quasi furibonda, la reazione della federazione del tormentato Stato nordafricano, che ha ingaggiato senza indugi un luminare tunisino del diritto, l’avvocato Ali Abbas e ha già fatto ricorso al CAF.

“È una grave ingiustizia – ha tuonato il segretario generale della Federazione Libica, Nasser Al-Suw – basata su accuse maliziose e tendenziose. Oltre alla CAF siamo pronti a esplorare opzioni diplomatiche a livello internazionale”.

La Federazione, infatti, è pronta a portare la questione alla Corte Arbitrale dello Sport (CAS), che ha sede a Losanna in Svizzera, definita come “una Corte suprema internazionale per controversie sportive”.

Problema non solo calcistico

Il caso, insomma, è entrato in una dimensione che va oltre la rivalità sportiva e sta portando a una escalation legale e diplomatica – ha scritto il sito arabo Akhbarlibya24.net – perché ci sono richieste dall’interno del Paese per lottare per i diritti della squadra nazionale e proteggere il suo valore internazionale.

Per giunta i libici hanno osservato che l’incidente ha aperto la necessità di riforme all’interno del sistema sportivo africano.

Per questo è stata già chiesta una revisione del quadro giuridico della CAF onde prevenire questioni simili e garantire un giusto giudizio. Secondo alcuni osservatori la Nigeria sta tentando di rafforzare la propria presenza sportiva alla luce della feroce concorrenza, utilizzando questioni di sovranità e competizione come mezzo per raggiungere i propri interessi nazionali.

Difficile dire se le cose stiano proprio così. Di sicuro la sentenza della Commissione disciplinare significa che la Nigeria è vicina alla qualificazione per la Coppa d’Africa 2025, con due partite di anticipo.

I Super Eagles, infatti, sono ora a 10 punti in quattro partite, con 4 punti di vantaggio sulla Repubblica del Benin, seconda in classifica, mentre il Ruanda ha 5 punti.

I Cavalieri del Mediterraneo, ovvero i nazionali libici, sono ultimi in classifica, con un solo punto e ormai senza speranza di passare alla fase finale in Marocco, nel dicembre 2025/gennaio 2026.

Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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Costantino Muscau

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