Sandro Pintus
27 ottobre 2024
In Mozambico, nella capitale Maputo,il 24 ottobre, la Commissione Elettorale Nazionale (CNE) ha reso noti i risultati delle settime elezioni presidenziali e per l’Assemblea nazionale.
Come da copione conosciuto da 25 anni, la vittoria è andata al Frelimo, partito al potere dal 1975, anno dell’indipendenza dell’ex colonia portoghese.
Secondo i dati ufficiali, Daniel Chapo (FRELIMO) è il nuovo presidente del Mozambico: ha vinto con il 70,67 per cento dei voti. Venancio Mondlane di Podemos è secondo con poco più del 20 per cento.
Anche all’Assemblea nazionale (il Parlamento) il FRELIMO ha ottenuto la maggioranza assoluta: 195 seggi sui 250, 11 in più delle elezioni del 2019. A Podemos – non era presente nel 2019 – vanno 31 seggi, diventando così il secondo partito.
Per RENAMO, partito di Ossufo Momade, è una disfatta. Da secondo partito passa al 3° posto con 20 seggi – nel 2019 ne aveva 40. Il Movimento Democratico del Mozambico (MDM) di Lutero Simango ottiene 4 seggi, erano 6 nel 2019.
Mondlane, Momade e Simango non accettano i risultati del voto e accusano il partito al potere di brogli. Il 19 ottobre Mondlane, dopo l’assassinio di Elvino Dias e Paulo Guambe di Podemos, ha indetto uno sciopero generale con manifestazione di piazza. Il 21 ottobre, nonostante i divieti le strade di Maputo e di altre città mozambicane si sono riempite.
Il candidato di Podemos ha quindi indicato il 24 ottobre giornata di protesta pacifica in concomitanza con l’annuncio dei risultati elettorali. Anche queste proteste sono finite con attacchi della polizia.
I partiti dell’opposizione e la società civile accusano la Commissione Elettorale Nazionale e la Segretaria tecnica dell’amministrazione elettorale (STAE) di essere colluse con il FRELIMO. Il Centro per la democrazia e i diritti umani, (CDD), Centro di integrità pubblica (CIP) e Centro di apprendimento e potere della società civile (CESC) hanno pubblicato un comunicato congiunto.
“Queste elezioni sono state le più fraudolente dal 1999 perché, passo dopo passo, il Frelimo ha preso il controllo dell’intero processo elettorale”, si legge. Il documento chiede il riconteggio dei voti in ogni seggio elettorale del Paese.
“Il riconteggio deve avvenire pubblicamente, alla presenza di osservatori e dei media. Chiediamo anche la pubblicazione degli avvisi originali di tutti i seggi elettorali. La legge esistente consente al CNE di ordinarlo ora. Se il CNE si rifiuta, il Consiglio costituzionale ha il potere di emettere tale ordine”.
Anche la Missione di osservazione elettorale dell’Unione Europea (MoE-Ue) auspica trasparenza sui risultati elettorali annunciati dal CNE. Condanna la violenza delle proteste, chiedendo il rispetto delle libertà fondamentali.
Dopo la macchina dei brogli anche la macchina della repressione contro le proteste ha funzionato benissimo. Durante le manifestazioni per ripristinare la giustizia elettorale la polizia (PRM) ha ucciso nove persone, i feriti sono stati decine e gli arresti arbitrari quarantasette. Le proteste sono state in tutto il Paese ma soprattutto a Maputo, Nampula e Manica.
Secondo il giornale online 360 Moçambique il portavoce della PRM, Orlando Mudumane, ha dichiarato che sono state arrestate 371 persone. Alla Procura della Repubblica è stata inviata documentazione per ulteriori procedimenti legali di 44 casi penali.
Video spedito ad Africa ExPress dal Mozambico. La polizia spara ad altezza d’uomo e ferisce un giovane in fuga
Oltre alla gente comune che protestava contro i brogli sono stati presi di mira anche i giornalisti che documentavano le proteste. Si legge in un rapporto di MISA-Moçambique, organizzazione per la difesa della libertà di espressione.
“Eravamo sul posto, debitamente identificati, per raccontare i fatti che stavano accadendo quella mattina del 21 ottobre – racconta una fonte protetta -. I manifestanti stavano cantando pacificamente e reggendo cartelli nel luogo in cui Elvino Dias e Paulo Guambe sono stati assassinati. All’improvviso, abbiamo sentito il comandante dell’Unità di intervento rapido dare l’ordine di aprire il fuoco contro le persone”.
“Ero vicino a lui e ho sentito tutto. È stato il primo a sparare e la polizia lo ha seguito. Tra la folla c’erano anche dei giornalisti, ma questo non ha preoccupato il comandante della polizia”. Soffocati dai gas lacrimogeni, ce ne siamo andati di corsa, in cerca di un posto migliore per continuare il nostro lavoro”.
Video spedito ad Africa ExPress dal Mozambico. La polizia spara lacrimogeni
Per 18 ore tutto il Mozambico è rimasto senza la connessione internet mobile. Il blackout è iniziato alle tredici di giovedì 25 ottobre ed è terminato alle 7 di mattina di venerdì 26 ottobre. L’interruzione è stata criticata da attivisti e osservatori locali e internazionali che hanno denunciato una minaccia al diritto all’informazione e un tentativo di mettere il bavaglio alla voce pubblica.
Mentre scriviamo apprendiamo che il FRELIMO, attraverso la portavoce Ludmila Maguni, vorrebbe aprire i colloqui con Mondlane. “Il nostro candidato presidenziale, dichiarato vincitore dal CNE, Daniel Chapo, ha detto di essere aperto al dialogo – ha confermato la portavoce venerdì 25 -. Nel frattempo dobbiamo tenere conto che siamo ancora nel processo dei risultati. E questi risultati stanno ancora andando al Consiglio Costituzionale”.
“Il dialogo è positivo. Siamo aperti al dialogo – ha detto il candidato presidente di Podemos – ma abbiamo delle linee rosse. Una delle questioni che vogliamo è ripristinare la volontà del popolo”.
La sfida tra FRELIMO e Podemos, tra Chapo e Mondlane continua. E lunedì 28 partirà la terza fase di proteste con manifestazioni pacifiche di Podemos.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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