Cornelia I. Toelgyes
26 ottobre 2024
L’addetto militare ungherese, tenente colonnello Imre Vékás-Kovács, è stato trovato morto nella sua camera d’albergo a N’Djamena, pochi giorni dopo aver preso servizio presso l’ambasciata di Budapest accreditata in Ciad. Lo ha reso noto in un breve comunicato il ministero della Difesa ungherese il 22 ottobre scorso.
Anche se con forte ritardo sulla tabella di marcia, l’arrivo in Ciad delle truppe di Orban, composta da 200 uomini, dovrebbe essere ormai imminente. Ecco perché pochi giorni fa era stato nominato addetto militare, nella persona appunto del 56enne Vékás-Kovács.
Secondo la Difesa di Budapest, il loro ufficiale avrebbe accusato problemi di salute già da qualche giorno. Un’inchiesta dovrà chiarire le cause della sua morte.
La rappresentanza diplomatica di Budapest è stata aperta ufficialmente dal ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, solo nel dicembre 2023. Per completare l’organico dell’ambasciata magiara non poteva mancare un attaché militare, visto che già un anno fa il Parlamento di Budapest aveva approvato l’invio di un loro contingente in Ciad.
Il compito delle truppe ungheresi consiste nel rafforzare le capacità dell’esercito ciadiano e sostenere la lotta contro il terrorismo. Sembra che ora si avvicini l’arrivo dei militari di Orban, giacché oltre all’insediamento di Vékás-Kovács, da qualche tempo a N’Djamena c’è anche un gran via vai di ufficiali ungheresi
Nel frattempo anche parecchie delegazioni diplomatiche ungheresi hanno fatto tappa nel Paese. Infatti l’Ungheria non ha perso tempo nel rafforzare la sua cooperazione con il Ciad. Le autorità magiare stanno presentando una serie di progetti di sviluppo in diversi settori, come l’approvvigionamento idrico, la produzione di occhiali e la lavorazione del latte di cammello.
Tutti questi programmi saranno finanziati grazie a un prestito di 200 milioni di euro, concordato a settembre durante la visita del presidente ciadiano, Mahamat Idriss Déby, a Budapest. A novembre, la diplomazia ungherese vorrebbe organizzare un incontro a N’Djamena con gli inviati speciali per il Sahel degli Stati membri dell’Unione Europea (UE).
La recente “amicizia” tra l’Ungheria e il Ciad non è del tutto casuale. Orban è ossessionato dall’arrivo dei migranti e tenta in tutti modi di intensificare la lotta volta a frenare l’immigrazione, il suo cavallo di battaglia durante il semestre di presidenza del Consiglio dell’UE.
L’Ungheria è uno dei Paesi più poveri d’Europa e attualmente non ha partecipazioni economiche in Ciad o in altri Paesi del Sahel. Tuttavia Orban punta sul fatto che rispondendo direttamente ai problemi di sviluppo, come povertà, assistenza sanitaria insufficiente, le persone potrebbero decidere di rinunciare al sogno europeo.
Secondo i dati del Programma Alimentare Mondiale, il Ciad è uno dei Paesi più poveri dell’Africa. Il 42 per cento dei suoi 20 milioni di abitanti vive con meno di 2,15 dollari al giorno. L’interruzione del commercio con il vicino Sudan, da un anno e mezzo devastato da un conflitto interno, ha fatto salire i prezzi dei prodotti alimentari. Fatto che ha messo ulteriormente sotto pressione l’economia ciadiana.
Il Paese sta inoltre accogliendo decine di migliaia di profughi in fuga dall’ex protettorato anglo-egiziano e da altri nazioni confinanti, flusso in continua crescita, che fa tremare Budapest.
Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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