GUERRA A GAZA

SOS da Gaza: il nord della Striscia è alla fame mentre continuano i bombardamenti

 

Speciale per Africa ExPress
Alessandra Fava
24 Ottobre 2024

L’ultima emergenza a Gaza si chiama fame e ospedali: nel nord della Striscia l’IDF, l’esercito israeliano, ha dato ordine di sgomberare l’area ma ci sono malati e feriti gravi – per un totale di oltre 350 persone – intrappolati in tre ospedali della zona, vale a dire l’ospedale Al-Awda, quello Indonesiano e il Kamal Adwan Hospital.

Evacuare le persone tra le bombe non è un’operazione banale.

Gli ospedali del Nord di Gaza sotto ordine di evacuazione – Foto UNRWA

I rapporti ONU e OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari) non sanno più come descrivere l’orrore di feriti buttati per terra, mentre scarseggia cibo, acqua e carburante per far funzionare i generatori.

Malnutrizione acuta

OCHA stima che dall’1 al 21 ottobre solo il 6 per cento dei mezzi diretti nel nord della Striscia sono stati fatti passare dalle autorità israeliana. Le agenzie internazionali stimano che 60 mila bambini, tra sei mesi e 4 anni, soffrano di “malnutrizione acuta”, tradotto sono alla fame.

Le pause concesse dai bombardamenti dell’esercito israeliano, come quella del 17 ottobre dalle ore 8 alle ore 16, erano funzionali solo all’ordine di evacuazione di Jabalya, un quartiere a nord della Striscia.

Corpi tra le macerie

I residenti raccontano che negli ultimi giorni vengono attaccati anche quelli che cercano di estrarre corpi tra le macerie e che i bombardamenti proseguono senza limiti.

E intanto non arrivano gli aiuti. Le reti arabe, come a TV Al Arabyia (finanziata dal Regno Saudita che, secondo Reuters, deterrebbe il 60 per cento delle azioni del Middle East Broadcasting Centervbcnc, diffondono video desolanti come questo:

https://youtube.com/shorts/9FB7Sy8TMU8?si=ca2VnTkzuPc2DfqA

e questo:

Altri video messi in onda dai canali in arabo mostrano la demolizione con buldozer, di palazzi di 4 o 5 piani. Quindi è evidente l’intento di conquistare più terra possibile e cacciare la popolazione al centro della Striscia, in vista delle elezioni presidenziali americane.

Lettera di Biden

Il presidente degli Stati Uniti Biden ha inviato una lettera al governo israeliano chiedendo di far passare aiuti alimentari in tutta la Striscia e specie nel nord.

Se non dovesse succedere entro 30 giorni, ci sarà un blocco delle forniture militari da parte di Washington. Sull’argomento il quotidiano di opposizione israeliano, Haaretz, ha dedicato un fondo sostenendo che il cosiddetto “piano su Gaza” non è altro che “un crimine di guerra contrario alla decisione 2334 del Consiglio di Sicurezza ONU” che vieta la conquista di terre con violenza e guerra.

Cessate il fuoco immediato

Gaza è alla fame. Il nord ha bisogno di un cessate il fuoco immediato: l’allarme è stato sottolineato drammaticamente dal portavoce dell’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Profughi Palestinesi nel Vicino Oriente) Philippe Lazzarini, che ha lanciato ieri un SOS per il nord di Gaza, a nome dello staff dell’Agenzia, che si trova ancora in questi quartieri bombardati e mezzi distrutti.

I testimoni raccontano che in una settimana le strutture delle Nazioni Unite hanno subito tre attacchi e a Jabalya sono morte 148 persone, tra cui bambini e donne: “Il nostro staff – ha spiegato Lazzarini – riferisce che non si trovano cibo, acqua e cure mediche”.

Odore di morte

“L’odore della morte è ovunque – ha continuato il portavoce dell’UNRWA -, visto che i cadaveri sono lasciati nelle strade e sotto le macerie. Missioni per rimuovere i corpi o provvedere all’assistenza umanitaria vengono negate. Nel nord di Gaza la gente sta solo aspettando di morire. Si sentono abbandonati, senza speranza e lasciati soli”.

“La gente vive con la paura della morte, che potrebbe arrivare da un momento all’altro – conclude prosegue –.  Anche se la guerra dura da oltre un anno, lo staff di UNWRA è rimasto nel nord della Striscia e ha fatto l’impossibile per procurare aiuto ai profughi interni. Abbiamo lasciato aperti i nostri spazi, nonostante i bombardamenti e gli attacchi ai nostri edifici”.

La conclusione dell’appello è ancora più tesa e mostra come la fiducia nell’esercito invasore sia pochissima: “Insieme al nostro staff nel nord di Gaza, chiediamo un cessate il fuoco immediato, anche solo per qualche ora, per permettere il passaggio umanitario delle famiglie che vogliono lasciare l’area e raggiungere luoghi più sicuri. Questo è il minimo per poter salvare le vite dei civili che non hanno niente a che vedere con questa guerra. Cessate il fuoco subito”.
https://www.unrwa.org/newsroom/official-statements/sos-our-unrwa-staff-northern-gaza

Il computo dei morti è arrivato a 40.718 con oltre 100 mila feriti. La fame tocca quasi tutta la popolazione di Gaza, secondo quattro report di IPC (Integrated Food Security Phase Classification). Un milione e 840 mila persone a Gaza, quindi almeno l’86 per cento della popolazione, non riesce a procurarsi cibo a sufficienza.
https://www.ipcinfo.org/ipcinfo-website/countries-in-focus-archive/issue-112/en/

Gaza, foto UNRWA, ottobre 2024

A Gaza vivono ancora 2 milioni e 300 mila persone circa e il 60 per cento delle terre coltivabili è stato distrutto da bombe e buldozer. Quindi IPC prevede per i prossimi mesi un acuirsi delle condizioni critiche e un numero sempre più elevato di persone alla fame.

Catastrofe alimentare

“La popolazione in Fase 5 (Catastrofe) triplicherà nei prossimi mesi – scrive IPC – Tra novembre 2024 e Aprile 2025, almeno 2 milioni di persone, quindi il 90 per cento della popolazione, entreranno nella Fase 3 (Crisi alimentare) o oltre. Di questi almeno 345 mila saranno in fase 5 e 876 mila in Fase 4. Anche le aree di Rafah e del nord della Striscia, meno popolate, avranno problemi alimentari”.

Come enfatizza il report, la situazione è ancora più critica a causa di epidemie, sovraffollamento della popolazione, condizioni igieniche molto precarie.
https://www.ipcinfo.org/fileadmin/user_upload/ipcinfo/docs/IPC_Gaza_Strip_Acute_Food_Insecurity_Malnutrition_Sep2024_Apr2025_Special_Snapshot.pdf

A Gaza si acuisce la fame. La proiezioni di IPC per i prossimi mesi

Alessandra Fava
alessandrafava2015@libero.it
©️RIPRODUZIONE RISERVATA

Altri articoli sulla Guerra a Gaza li trovate QUI


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Alessandra Fava

Giornalista dal 1989, per lo più freelance. Ha scritto per Diario della settimana, Manifesto, Io donna, Marie Claire. Ha lavorato all'Ansa per 16 anni seguendo anche i processi del G8 2001 genovese. Esperta di Medio Oriente.

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